Medio Oriente

Israele, ancora scontri alla Moschea Al Aqsa, nella notte fuoco incrociato al confine con Gaza

Lancio di pietre e ordigni incendiari contro gli agenti israeliani dopo la preghiera mattutina, ieri sera razzi sono arrivati sul centro di Gaza. Il leader di Hamas Haniyeah: "E' l'inizio". In mezzo lo spettro della guerra di 11 giorni di maggio 2021

Ancora scontri stamane a Gerusalemme alla Moschea al-Aqsa, sulla Spianata delle Moschee ovvero il Monte del Tempio per gli ebrei.  La polizia israeliana ha comunicato che militari israeliani e manifestanti palestinesi sono entrati in contatto a seguito di alcune sassaiole e ordigni incendiari lanciati da decine di facinorosi contro gli agenti dopo la preghiera mattutina. Nella città vecchia issate anche diverse barricate. Una decina le persone rimaste ferite.

Quando sono iniziate le tensioni, centinaia di fedeli ebrei sono arrivati al luogo sacro, ha aggiunto il quotidiano israeliano Yedioth Ahronot, anche loro sono stati fermati dalla polizia. Il governo ha vietato agli ebrei di pregare al Muro Occidentale per alcuni giorni, per evitare disordini durante il Ramadan islamico che quest'anno avviene in contemporanea con il Pesach ebreo.

Ma il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha messo in guardia dal consentire agli israeliani di entrare nel complesso del Monte del Tempio. "Dico a Israele che se pensa che l'incursione di al-Aqsa cambierà la sua identità islamica, sta delirando. Ciò che i coloni stanno facendo nella moschea spingerà al conflitto e allo scontro a tutti i livelli. Proprio come abbiamo sconfitto la cosiddetta ‘marcia della bandiera’, allo stesso modo sconfiggeremo la politica di incursione', ha detto Haniyeh riferendosi a un raduno ultranazionalista israeliano a Gerusalemme est fermato dalla polizia per paura di un'escalation delle tensioni. ''Siamo ancora all'inizio della campagna", ha detto.

Dunque quello che si temeva, sta accadendo e cioè un'escalation di scontri tra Israele e palestinesi iniziata già qualche settimana fa con l'inizio del Ramadan. A maggio scorso, gli scontri sono durati 11 giorni, le vittime furono 14 nello Stato ebraico e oltre 250 nell'enclave palestinese. Quest'anno i morti sono già una trentina. Tra la fine di marzo e l'inizio di aprile palestinesi hanno effettuato quattro attacchi mortali in Israele causando la morte di 14 persone, per lo più civili. Sono 23 i palestinesi uccisi dal 22 marzo. Martedì scorso, Israele ha effettuato il suo primo attacco aereo sulla Striscia di Gaza dopo mesi, in risposta al primo missile lanciato da gennaio dall'enclave palestinese. 

La scorsa notte un razzo proveniente da Gaza è caduto in un giardino nella città di Sderot, nel sud dell'Israele, per fortuna senza creare danni. L'esercito ha reagito con una incursione area nel centro di Gaza, dopo la mezzanotte, a cui è seguito una ulteriore lancio di almeno quattro razzi da parte di militanti di Hamas. L'esercito israeliano ha poi spiegato che i jet avevano preso di mira una postazione militare e un complesso di tunnel "contenente sostanze chimiche grezze utilizzate per la produzione di motori a razzo". Gli scontri armati arrivano dopo quasi un mese di violenze mortali in Israele e nei Territori Palestinesi, scontri che si sono concentrati sul complesso della Moschea Al-Aqsa.

Un momento della Marcia delle bandiere organizzata dagli ebrei ultranazionalisti a Gerusalemme fermata dai militari israeliani AP
Un momento della Marcia delle bandiere organizzata dagli ebrei ultranazionalisti a Gerusalemme fermata dai militari israeliani

La polizia israeliana ha poi cercato di impedire a folle di manifestanti ebrei ultranazionalisti di avvicinarsi al quartiere musulmano della Città Vecchia a Gerusalemme est. La 'marcia delle bandiere' organizzata dalla Destra radicale voleva raggiungere la porta di Damasco nella parte a maggioranza araba di Gerusalemme. Iniziativa non permessa dalla polizia visto le tensioni di queste settimane in città. Lo stesso premier Naftali Bennett - su indicazione delle forze di sicurezza - aveva deciso di proibire al deputato Itamar Ben-Gvir, capo della formazione radicale 'Otzma Hayehudit', l'accesso alla Porta di Damasco. Se in un primo momento gli organizzatori hanno deciso di ottemperare alla ingiunzione della polizia, una volta raggruppatasi i manifestanti (circa 1.000 secondo i media) davanti la sede del comune, la scelta è stata invece quella di incamminarsi verso la porta. Ma gli agenti hanno impedito loro di raggiungere la destinazione. Secondo i media ci sono stati alcuni tafferugli e slogan razzisti da parte dei dimostranti. Una parte di questi hanno quindi stabilito di proseguire verso la porta di Giaffa, distante da quella di Damasco, e di raggiungere, a quanto sembra, il Muro Occidentale.  

Manifestazione palestinese a Gaza Ansa
Manifestazione palestinese a Gaza

La tensione per il corteo non autorizzato e la partecipazione di Ben-Gvir si sono riverberate anche sulla variegata coalizione di governo, già traballante dopo aver perso la settimana scorsa la maggioranza alla Knesset con la defezione della deputata di Yamina, Idit Silman, passata all'opposizione. 

Il ministro per la Pubblica Sicurezza, il laburista Omer Bar-Lev, ha lanciato l'allarme per una "provocazione" che può scatenare "un conflitto regionale", come il ministro degli Esteri, Yair Lapid, che ha denunciato il comportamento "irresponsabile" dei nazionalisti ebrei che vogliono "incendiare" Gerusalemme. Parole analoghe sono state usate da Bennett, che ha messo l'accento sul "periodo molto sensibile e infiammabile" che il governo sta gestendo con "sensibilità", mentre la Jihad Islamica ha annunciato "uno stato di allerta per i suoi combattenti in difesa della moschea di al-Aqsa" alla luce dell'aumento della tensione a Gerusalemme.