La visita pastorale

Migranti, Papa Francesco a Malta: "L'Unione europea sia responsabile, no a torbidi accordi"

"Il Mediterraneo ha bisogno di corresponsabilità europea, per diventare nuovamente teatro di solidarietà", ha ricordato il Papa. "Non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l'intero problema"

Migranti, Papa Francesco a Malta: "L'Unione europea sia responsabile, no a torbidi accordi"
Ansa
Papa: a Malta, incontro con il Presidente e il premier

"Accolto come pellegrino a Malta, cuore del Mediterraneo, che palpita di 'rara umanità', invoco da Dio saggezza e misericordia per chi governa, unità e pace per la popolazione e per il mondo intero", queste le parole che Papa Francesco ha scritto sul Libro d'Onore nel Palazzo del Gran Maestro, in occasione della visita di cortesia al Presidente di Malta. Francesco ha incontrato il presidente della Repubblica maltese George William Vella nella "Ambassadors' Chamber" del Palazzo a La Valletta. poi  l'incontro con il primo ministro Robert Abela, appena rieletto, con le autorità e il corpo diplomatico sempre nello stesso Palazzo. Il Pontefice con la jeep scoperta ha percorso le strade che conducono al Palazzo salutando i fedeli assiepati dietro le transenne. Fuori ad attenderlo circa 2.000 persone.

Dall'Occidente "derivano grandi beni", tra cui "i valori della libertà e della democrazia" ma ci sono "anche i rischi su cui occorre vigilare, perché la brama del progresso non porti a staccarsi dalle radici" sottolinea Papa Francesco nel suo primo discorso pubblico con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico, nella Grand Council Chamber del Palazzo del Gran Maestro.    Il Pontefice ha osservato che Malta "è un meraviglioso 'laboratorio di sviluppo organico', dove progredire non significa tagliare le radici con il passato in nome di una falsa prosperità dettata dal profitto, dai bisogni indotti dal consumismo, oltre che dal diritto di avere qualsiasi diritto". Per uno sviluppo sano, quindi "è importante custodire la memoria e tessere con rispetto l'armonia tra le generazioni, senza lasciarsi assorbire da omologazioni artificiali e da colonizzazioni ideologiche".

“Per garantire una buona convivenza sociale, non basta consolidare il senso di appartenenza; occorre rafforzare le fondamenta del vivere comune, che poggia sul diritto e sulla legalità” ha evidenziato il Papa. "L'onestà, la giustizia, il senso del dovere e la trasparenza sono pilastri essenziali di una società civilmente progredita", ha affermato. "L'impegno a rimuovere l'illegalità e la corruzione sia dunque forte, come il vento che, soffiando da nord, spazza le coste del Paese. E siano sempre coltivate la legalità e la trasparenza, che permettono di sradicare malvivenza e criminalità, accomunate dal fatto di non agire alla luce del sole”.

Bergoglio ha ricordato che “la casa dell'Unione Europea” è stata "edificata perché vi abiti una grande famiglia unita nel custodire la pace". Il Pontefice ha osservato che proprio "unità e pace sono i doni che il popolo maltese chiede a Dio ogni volta che intona l'inno nazionale". La pace "segue l'unità e sgorga da essa, ha continuato Francesco -. Ciò richiama l'importanza di lavorare insieme, di anteporre la coesione a ogni divisione, di rinsaldare radici e valori condivisi che hanno forgiato l'unicità della società maltese".    Secondo Bergoglio, Malta "può essere definita il cuore del Mediterraneo", per la sua posizione e per "l'intreccio di avvenimenti storici e l'incontro di popolazioni" che da millenni fanno di queste isole "un centro di vitalità  e di cultura, di spiritualità e di bellezza, un crocevia che ha saputo accogliere e armonizzare influssi provenienti da molte parti".

A Malta giungono dall'Africa "tanti fratelli e sorelle in cerca di speranza" ha inoltre ricordato papa Francesco facendo appello per una migliore redistribuzione di migranti e rifugiati tra paesi dell'Unione europea. "Vorrei ringraziare le Autorità e la popolazione per l'accoglienza loro riservata in nome del Vangelo, dell'umanità e del senso di ospitalità tipico dei maltesi", ha detto il pontefice argentino, che ha poi ricordato come "secondo l'etimologia fenicia, Malta significa 'porto sicuro'. Tuttavia, di fronte al crescente afflusso degli ultimi anni - ha notato - timori e insicurezze hanno generato scoraggiamento e frustrazione. Per ben affrontare la complessa questione migratoria occorre situarla entro prospettive più ampie di tempo e di spazio. Di tempo: il fenomeno migratorio non è una circostanza del momento, ma segna la nostra epoca. Porta con sé i debiti di ingiustizie passate, di tanto sfruttamento, di cambiamenti climatici, di sventurati conflitti di cui si pagano le conseguenze. Dal sud povero e popolato masse di persone si spostano verso il nord più ricco: è un dato di fatto, che non si può respingere con anacronistiche chiusure, perché non vi saranno prosperità e integrazione nell'isolamento. C'è poi da considerare lo spazio: l'allargamento dell'emergenza migratoria - pensiamo ai rifugiati dalla martoriata Ucraina - chiede risposte ampie e condivise. Non possono - ha esclamato il papa - alcuni Paesi sobbarcarsi l'intero problema nell'indifferenza di altri. E - ha aggiunto - non possono Paesi civili sancire per proprio interesse torbidi accordi con malviventi che schiavizzano le persone: purtroppo questo succede". 

"Il Mediterraneo ha bisogno di corresponsabilità europea, per diventare nuovamente teatro di solidarietà e non essere l'avamposto di un tragico naufragio di civiltà", ha scandito Francesco. "Mare Nostrum non può diventare il cimitero più grande dell'Europa". Papa Francesco lancia dunque un appello: "Aiutiamoci a non vedere il migrante come una minaccia e a non cedere alla tentazione di innalzare ponti levatoi e di erigere muri. L'altro non è un virus da cui difendersi ma una persona da accogliere". Occorre dunque superare, nei confronti delle persone che attraversano il Mediterraneo "in cerca di salvezza", "superare "il timore e la narrazione dell'invasione" e smettere di considerare come "obiettivo primario" "la tutela ad ogni costo della propria sicurezza"

A proposito della guerra in Ucraina ha invocato "una misura umana davanti all'aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni". Il Papa cita Giorgio La Pira, che parlava di "infantilismo dell'umanità":

"Quell'infantilismo purtroppo non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell'autocrazia, dei nuovi imperialismi, nell'aggressività diffusa, nell'incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri"

Quello in corso a Malta è il 36esimo viaggio apostolico all'estero del Pontefice, una visita nel segno dell'accoglienza, che lo porterà anche all'isola di Gozo. Il rientro in Vaticano è previsto nel tardo pomeriggio di domenica.  "Grazie tante per accompagnarmi in questo viaggio che è breve. Sarà bello" ha detto il Papa salutando i giornalisti che lo accompagnano. Alla partenza dall'aeroporto di Roma Fiumicino per salire a bordo dell'aereo il pontefice ha usato un elevatore anziché le scale, secondo quanto riportato dal sito Vatican News “per motivi di sicurezza, a causa del forte vento”. Ma anche all'arrivo è sceso dall'aereo con un ascensore aperto, probabilmente a causa del dolore al ginocchio che da tempo lo affligge. Anche se ai giornalisti che glielo chiedevano ha  risposto che il suo dolore per la guerra in Ucraina è così grande che  "in certi giorni il dolore al ginocchio non lo sento proprio".

L' aereo con a bordo Papa Francesco è atterrato all'aeroporto internazionale di Malta, in Luqa. Ad accogliere il Pontefice, il presidente della Repubblica, George William Vella, e sua moglie, il Nunzio apostolico, monsignor Alessandro D'Errico e l'ambasciatore straordinario e Plenipotenziario di Malta presso la Santa Sede Frank Zammit. Due bambini in abito tradizionale hanno offerto al Pontefice dei fiori. 

"Già prevista per il maggio 2020 e rimandata a causa della pandemia", scrive l'Osservatore Romano, "la visita si svolgerà mentre c'è la guerra in Ucraina, nel cuore dell'Europa, con l'immane tragedia umanitaria dei profughi. Proprio la pace è uno dei temi centrali del viaggio di Francesco, insieme alla questione dell'accoglienza che vede proprio Malta in prima linea nel rispondere al fenomeno migratorio". Nel corso del viaggio è previsto un incontro con la presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, che ieri si è recata a Kiev dove ha incontrato il presidente ucraino Vlodomir Zelenksy.  E proprio a proposito di Kiev il Papa circa l'invito a recarsi lì ha risposto ai giornalisti che l'ipotesi "sì, è sul tavolo”

Papa Francesco sul volo per Malta all'aeroporto internazionale di Roma Fiumicino, sabato 2 aprile 2022 Ap/Alessandra Tarantino
Papa Francesco sul volo per Malta all'aeroporto internazionale di Roma Fiumicino, sabato 2 aprile 2022

Francesco è il terzo Papa a recarsi a Malta. San Giovanni Paolo II visitò il Paese due volte, nel 1990 e nel 2001, e Benedetto XVI andò nell'isola del Mediterraneo per una visita pastorale nel 2010.    Il logo del viaggio apostolico mostra delle mani che si indirizzano verso la Croce, provenienti da una nave in balia delle onde. Le mani rappresentano un segno di accoglienza del cristiano verso il prossimo e l'assistenza a coloro che sono in difficoltà, abbandonati al loro destino. La barca rammenta il drammatico racconto del naufragio dell'Apostolo Paolo sull'isola di Malta e l'accoglienza riservata dai maltesi all'Apostolo e ai naufraghi.

A Malta Bergoglio pronuncerà cinque discorsi, tutti in italiano. Ad accompagnare il Pontefice in questo viaggio il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, l'arcivescovo Edgar Pena Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Presente anche il cardinale maltese Mario Grech, segretario generale del Sinodo di Vescovi, nato a Qala, vescovo di Gozo tra il 2005 e il 2019, oltre che presidente della Conferenza episcopale maltese tra il 2013 e il 2016. Nel 2017 papa Francesco recapitò, caso più unico che raro per l'omicidio di una singola persona, peraltro non particolarmente vicina alla Chiesa cattolica, un telegramma di cordoglio per la tragica morte della giornalista d'inchiesta Daphne Caruana Galizia, uccisa da un autobomba. Francesco in quell'occasione espresse la sua vicinanza al popolo maltese, più che mai in quel momento difficile. 

Prima di lasciare Casa Santa Marta il Pontefice ha incontrato alcune famiglie di rifugiati dall'Ucraina ospitate dalla Comunità di Sant'Egidio, insieme all'Elemosiniere. Tra loro: una mamma di 37anni con due bambine, di 5 e 7 anni, arrivati in Italia da Leopoli circa 20 giorni fa. La bambina piccola ha subito un intervento cardiologico ed è sotto controllo medico a Roma. Due mamme, cognate, con i 4 figli, di età tra i 10 e i 17 anni: ospitati in un appartamento offerto da una signora italiana, vengono da Ternopil e sono arrivati a Roma anche loro poco più di 20 giorni fa. I minori delle due famiglie frequentano la scuola a Roma. La terza famiglia è arrivata a Roma da tre giorni, passando per la Polonia. Sono 6 persone, vengono da Kiev: madre e padre, con tre figli, di 16, 10 e 8 anni, e la nonna di 75 anni. Anche loro vivono in una casa offerta da un'italiana per l'accoglienza ai profughi.