La guerra in Ucraina

Reggimento Azov: in 24 ore 35 raid russi sull'acciaieria Azovstal, ci sono civili sotto le macerie

Secondo il consiglio comunale di Mariupol, ci sono più di mille civili nascosti nei rifugi sotterranei dell'acciaieria, dove gli ultimi difensori ucraini rimasti della città assediata stanno resistendo alle forze russe

Reggimento Azov: in 24 ore 35 raid russi sull'acciaieria Azovstal, ci sono civili sotto le macerie
Reuters
Immagini dal drone dell’acciaieria Azovstal, Mariupol

Le forze russe hanno lanciato nelle ultime 24 ore 35 attacchi aerei sull'acciaieria Azovstal di Mariupol, dove si nascondono anche civili. Lo rende noto il reggimento Azov sul suo canale Telegram, sottolineando che alcuni civili sono rimasti feriti e altri intrappolati tra le macerie. La notizia è riportata anche dall'agenzia di stampa ucraina Ukrinform. 

Secondo il Consiglio comunale di Mariupol, ci sono più di 1.000 civili nascosti nei rifugi sotterranei dell'acciaieria, dove gli ultimi difensori ucraini rimasti della città assediata stanno resistendo alle forze russe. 

"Lo stabilimento Azovstal, dove si trovano i difensori di Mariupol, dove i civili si nascondono negli scantinati dai bombardamenti, continua a essere coperto dal fuoco nemico. Solo nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 35 attacchi aerei”. È il testo del messaggio diffuso via Telegram dal reggimento Azov che continua a restare asserragliato nell'acciaieria.

Tass: il reggimento Azov vuole andare in Turchia

“Proprio le truppe asserragliate nelle acciaierie chiedono ora di essere evacuate in Turchia, invece che nelle zone dell'Ucraina sotto il controllo di Kiev”, sostiene il leader della sedicente repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Tass. 

Lavrov: “Ad Azovstal ignorati i corridoi che apriamo”

"Ogni giorno apriamo corridoi umanitari, lo facciamo anche a Mariupol, ma sono prontamente ignorati dal battaglione Azov". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in conferenza stampa con il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres.