L'analisi

Inizia l'era del Twitter di Elon Musk. Una svolta o una totale catastrofe?

Ve lo immaginate un mondo polarizzato dove ognuno vota per la sua fonte preferita e più accreditata? Ci ritroveremo con meno polarizzazione? L'analisi dell'esperto delle dinamiche social

Inizia l'era del Twitter di Elon Musk. Una svolta o una totale catastrofe?
FREDERIC J. BROWN/AFP via Getty Images
Elon Musk

Elon Musk acquista Twitter con l’intenzione di renderla più libera e credibile. Un evento che smuove interessanti discussioni e apre a scenari su un quadro che era in stasi da parecchio tempo.

Le piattaforme social, è risaputo, sono arene di discussione e spesso più di polarizzazione che di confronto che hanno assunto un ruolo dominante nelle dinamiche della nostra società.

Obama recentemente nel suo discorso sulla disinformazione a Stanford ha richiamato la centralità di questo ruolo e delle dinamiche sociali che si innescano.

L’ex presidente ha parlato in maniera informata e scientificamente fondata di confirmation bias (la tendenza ad acquisire informazioni che aderiscono alla nostra visione del mondo e a scartare informazioni dissonante), di echo chamber (gruppi virtuali online molto simili a tribù dove condividiamo e rinforziamo narrative condivise) e di polarizzazione.

Obama ha anche sottolineato come narrative alternative prendano facilmente il sopravvento in un clima di sfiducia che si alimenta di questa polarizzazione.

Questo dibattito fermenta da anni, ma non si è mai arrivati a delle soluzioni definitive perché il problema è molto complesso ed articolato. Non si tratta, come a molti piace credere, che siamo davanti ad una battaglia tra informazioni vere ed informazioni false, ma piuttosto siamo davanti al mondo dell’informazione che si è trovato catapultato sul mondo dei social e ne ha introiettato il business model e le dinamiche. 

Per arginare la deriva Facebook e Twitter hanno inasprito le loro politiche di moderazione, ovvero hanno dato un giro di vite a quello che si può pubblicare o meno.

Data l’enorme mole di contenuti, il rispetto di queste politiche è delegato in parte ad algoritmi di machine learning che spesso causano situazioni paradossali perché non in grado di riconoscere il sarcasmo o di distinguere un nudo di una foto o da quello di un quadro rinascimentale.

Insomma, siamo davanti ad un problema enorme, gestito in maniera abbastanza grossolana con soluzioni che spesso rendono più severi i problemi che vorrebbero risolvere. 

In questo scenario, Elon Musk che si scaglia contro le politiche di moderazione adottate da Twitter che secondo lui hanno portato molti VIP a non essere più attivi sulla piattaforma, è un rimescolare il dibattito che potrebbe avere risvolti interessanti.

In particolare, l’implementazione di politiche di moderazione dei contenuti più stringenti tende a fomentare la polarizzazione.

Ad esempio, come da manuale, dopo Il famoso ban di Trump abbiamo visto persone contente, persone scontente che sono migrate su altre piattaforme. 

Sicuramente si è visto esercitare per la prima volta un potere che fino ad allora era stato principalmente prerogativa di entità istituzionali o governative. 

Quando le policy invece diventano più dure quello che può succedere è una migrazione di massa verso altre piattaforme dove le policy sono meno ingombranti e vincolanti. Infatti, una ipotesi che stiamo studiando in questi periodi è proprio quella che si possa passare dalle echo chambers alle echo platforms. Ovvero, a furia di modellare le policy sui gusti della maggioranza che le popola, ci potremmo ritrovare  ad avere piattaforme che raccolgono utenti in base al tipo di narrativa preferita.

Gab, una delle piattaforme usate dall’estrema destra americana, ha fatto di questo il suo slogan “The heaven of free speech”. Non a caso, quando a Gab hanno saputo dell’intenzione di Musk di comprare Twitter loro si sono resi disponibili ad essere acquistati  

Molti hanno interpretato le intenzioni di Musk come un ritorno al passato, a quei tempi in cui era possibile dire tutto senza essere troppo vincolati dal “politicamente corretto” a tutti i costi che alcuni hanno giudicato troppo rigido.

Dal canto suo, Elon Musk si dichiara mosso da una ispirazione chiara e precisa dicendo di voler disincentivare gli estremismi (ovvero la polarizzazione).

Però, come abbia intenzione di realizzarlo non è molto chiaro. 

Tra le varie proposte che ha dichiarato di voler rilasciare pubblicamente il funzionamento dell’algoritmo, di voler permettere di modificare il contenuto una volta fatto il tweet, di volersi occupare della piaga degli spam bot, e di voler autenticare tutti gli utenti sulla piattaforma. In passato ha anche proposto (speriamo in maniera sarcastica) l’idea di creare un sito dove gli utenti possano votare la credibilità delle fonti (giornalisti, editori, pubblicazioni).

Tutti punti molto delicati e con ripercussioni enormi.

Conoscere l’algoritmo permetterebbe di capire meglio le dinamiche di fruizione dei contenuti online (sempre a patto che poi lasci accesso anche ai dati della piattaforma), ma potrebbe permettere anche di studiarne meglio le vulnerabilità per eluderlo.

Modificare il contenuto dopo averlo creato è un’azione permessa da molte altre piattaforme, anche se data l’attuale velocità dell’interazione su twitter questa potenziale modifica potrebbe rendere molto più faticoso e confuso il dibattito.

Quello di voler autenticare le persone, invece, ha delle criticità importanti. Se da un lato, infatti, si vuole rendere più responsabili gli utenti di quello che postano, si crea un impedimento forte a chi vuole raccontare cose mantenendo l’anonimato.

Senza contare che c’è tutto il dibattito sulla responsabilità editoriale delle piattaforme ancora da chiarire dal punto di vista normativo.

Invece per quel che riguarda il rating della credibilità delle piattaforme sarebbe l’equivalente si scoperchiare il vaso di pandora. Ve lo immaginate un mondo polarizzato dove ognuno vota per la sua fonte preferita e più accreditata? Ci ritroveremo con meno polarizzazione?

Insomma, le intenzioni sono buone anche se non è chiaro se i mezzi paventati avranno effettivamente l’effetto sperato. 

Potremmo avere una svolta, come una totale catastrofe.

Importante, comunque, rimane il tentativo di un superamento di una stagnazione che dura da ormai troppo tempo.