Diritti

Addio a Walter De Benedetto, malato simbolo della battaglia per legalizzare la cannabis terapeutica

"Quello che accade a me - aveva detto - accade a tanti nell'indifferenza generale" e "capita troppo spesso che un malato non veda riconosciuta la cannabis nelle quantità richieste, soltanto perché intorno al tema si è instaurata una coltre di nebbia"

Addio a Walter De Benedetto, malato simbolo della battaglia per legalizzare la cannabis terapeutica
Ansa
Walter De Benedetto

E' morto a 49 anni Walter De Benedetto, aretino, affetto da anni da una grave forma di artrite reumatoide, uno dei malati simbolo della battaglia per la legalizzazione della cannabis terapeutica.

De Benedetto nell'aprile 2021 era stato assolto, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di aver coltivato a casa marijuana: per il gup di Arezzo lui la produceva e utilizzava a fini terapeutici, per alleviare le sofferenze della sua malattia.  

De Benedetto si è spento nella notte per problemi legati alla sua patologia dicono gli amici più vicini, spiegando che recentemente non riusciva più a salire sulla carrozzina e trascorreva le giornate a letto. Viveva circondato dai suoi animali, specie la gatta Luna, in una casa sulla collina di Olmo, nel comune di Arezzo, insieme all'anziano padre.

Nella stessa casa i carabinieri nel 2019 scoprirono una piccola produzione di canapa che gli costò il processo. De Benedetto se ne è andato circondato dagli amici che non lo lasciavano mai solo, e che lo hanno supportato e aiutato nella battaglia per la coltivazione domestica e l'uso della cannabis a scopo terapeutico. Raccontando la sua malattia, che gli aveva impedito di proseguire il suo lavoro di dipendente di un ente pubblico, De Benedetto parlava di terribili dolori, insopportabili se non placati con la cannabis. "Quello che accade a me - aveva detto - accade a tanti nell'indifferenza generale" e "capita troppo spesso che un malato non veda riconosciuta la cannabis nelle quantità richieste e nelle modalità di somministrazione preferite, soltanto perché intorno al tema si è instaurata una coltre di nebbia che rende impossibile vederci chiaro".  

In vista del suo processo si era rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'ultima lettera, lo scorso 17 marzo 2022, al presidente della Camera Roberto Fico, alla  ministra Fabiana Dadone e al presidente della commissione giustizia Mario Perantoni per sollecitare la risposta del Parlamento sulla proposta del ddl sulla coltivazione domestica, ancora oggi in discussione in commissione. Il giorno della sua assoluzione, nel febbraio 2021, si disse subito pronto a proseguire la lotta, che era la sua ragione di vita. "Hanno fatto un grosso errore sabotando due referendum cosi importanti" commentò quando furono bocciati i referendum su cannabis e eutanasia, dicendosi "stufo di questa manfrina. Fino a che non si provano malattia, sofferenza e solitudine non si può capire".

Walter De Benedetto "ha combattuto con tenacia e dignità per sé stesso ma soprattutto per tutti quelli che si trovavano nella sua stessa situazione e non avevano la forza di lottare come ha fatto lui". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico. "Ci ha lasciato in queste ore, dopo una lunga malattia. Le sue battaglie sulla cannabis terapeutica sono battaglie di civiltà. Le istituzioni hanno il dovere di fornire risposte davanti a un tema delicato e sentito che riguarda tante persone nel nostro Paese".

Marco Perduca dell'associazione Luca Coscioni, ha sottolineato come "Walter sia un raro esempio di militanza di chi, colpito nella salute personale, trova argomenti ed energie per trasformare le proprie sofferenze in motivazione per altri come lui o per chi ritiene che per il godimento del diritto alla salute non basti una legge ma occorre pretenderne il rispetto".