Guerra ed energia

Chiude una stazione di confine, dall'Ucraina fino a un terzo di gas in meno

L'annuncio dell'operatore di rete: "Interferenze delle forze occupanti". Gazprom: "Non risultano ostacoli, impossibile dirottare il flusso"

Chiude una stazione di confine, dall'Ucraina fino a un terzo di gas in meno
(GENYA SAVILOV/AFP via Getty Images)
Immagine di repertorio della stazione di pompaggio del gas a Boyarka, regione di Kiev

Gtsou, l'operatore dei gasdotti ucraini, ha comunicato che mercoledì mattina alle 7 locali sarà sospeso il punto di transito di Sokhranivka, da cui passa quasi un terzo del gas inviato dalla Russia all'Europa, per “cause di forza maggiore”. 

Per mantenere pienamente gli impegni di fornitura con i paesi europei, afferma Gtsou, il flusso dovrebbe essere dirottato al punto di interconnessione di Sudzha, vicino a Sumy e distante dal fronte del Donbass. La società ha infatti specificato di non potere mantenere operativa la stazione di compressione del gas di Novopskov, nella regione di Luhansk, a causa di “interferenze delle forze occupanti nelle procedure tecniche". La zona è controllata dai russi e separatisti da fine febbraio.

Gazprom, il monopolista dei gasdotti dalla Russia, ha confermato di avere ricevuto la comunicazione di Gtsou ma ha replicato che sarebbe “tecnologicamente impossibile” far passare tutto il volume di gas da Sudzha e che non ci sarebbe alcuna prova delle cause di forza maggiore addotte dal gestore ucraino, né ostacoli che impedirebbero di mantenere le rotte fin qui utilizzate. Gazprom ha anche sottolineato di stare rispettando i suoi obblighi contrattuali e di ritenere per questo di dovere essere pagata interamente.