Il ministro degli Esteri a 'Che tempo che fa'

Di Maio: "Dobbiamo supportare l'Ucraina ma no ad armi per colpire il suolo russo"

"Abbiamo il dovere di raggiungere un accordo diplomatico per fermare la guerra e contestualmente sostenere gli ucraini". Sul gas: "L'Italia non avrà difficoltà con le forniture"

Di Maio: "Dobbiamo supportare l'Ucraina ma no ad armi per colpire il suolo russo"
CTCF/Rai3
Di Maio ospite in collegamento da Fazio a 'Che tempo che fa': "Il nostro governo di unità nazionale serve proprio per garantire e proteggere l'Italia" come uno scudo dal rischio di instabilità delle crisi

 "Quello che ha detto Giuseppe Conte sulla legittima difesa in Ucraina credo sia condivisibile. Dobbiamo supportare l'Ucraina e il suo esercito per la sua legittima difesa e allo stesso tempo l'Italia continuerà a lavorare per la pace. Ma non possiamo pensare di fornire armi per colpire il suolo russo". Così il ministro degli Esteri Luigi di Maio, intervistato a 'Che tempo che fa' su Rai3, risponde a una domanda che partiva dalla legittimità dell'attacco ucraino in territorio russo, sostenuta recentemente dal ministro della Difesa britannico.

Ma d'altra parte secondo il ministro non ci sono certezze che qualora fermassimo il nostro sostegno finirebbe la guerra: "Vedo che ci sono tante considerazioni sul fermare il sostegno al popolo ucraino, ma nessuno ha la certezza che quando cesseremo di sostenere l'Ucraina, Putin si fermerà. Potrebbe andare oltre". "L'Ucraina è stata invasa dalla Russia e noi oggi abbiamo il dovere di raggiungere un accordo diplomatico per fermare la guerra e contestualmente sostenere gli ucraini".

Facendo un bilancio di questi drammatici 74 giorni di guerra il ministro degli Esteri ha detto: "Dobbiamo raggiungere una tregua il prima possibile. Il negoziato è fermo ma noi come Italia non abbiamo mai smesso di ravvivarlo. Sosteniamo l'Ucraina e lavoriamo per ravvivare il negoziato".

Ci vorrebbero più paesi attivi sui negoziati secondo Di Maio "partendo dalle concessioni che Zelensky ha fatto, anche che potrebbe negoziare non considerando la Crimea. Putin ora deve dimostrare di venire al tavolo. Zelensky ha fatto aperture molto grandi che possono aprire al cessate il fuoco".

La guerra di Putin, che voleva ridurre la presenza Nato ai suoi confini, è fallimentare secondo il ministro, perché ora, dopo l'invasione russa, anche Finlandia e Svezia vogliono entrare nell'Alleanza, "ora hanno iniziato a temere per loro stessi" e ipotizzano di entrare "per sentirsi più al sicuro, perché l'alleanza Nato è un'alleanza difensiva.

Anche Stati Uniti e Regno Unito non vogliono secondo Di Maio arrivare a un cambio di regime a Mosca: "La visita di Draghi a Washington serve a ribadire che noi stiamo dalla parte della democrazia" e "sarà molto importante per rafforzare l'unità dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica. Quando non c'è unità, non facciamo altro che alimentare la propaganda russa".

Rispondendo a una domanda sulle attese per il 9 maggio, giorno in cui in Russia si celebra la Giornata della Vittoria, Di Maio ha detto che in ogni caso bisogna rispondere con una escalation di diplomazia. "Purtroppo Putin ci ha abituato sempre al peggio. Qualsiasi cosa dirà, dobbiamo rispondere uniti e con fermezza. Dobbiamo armarci di diplomazia per fermare questo conflitto".

E il nostro governo di unità nazionale "serve proprio per garantire e proteggere l'Italia come uno scudo dal rischio di instabilità delle crisi".

L'Europa su gas ed energia deve fermare la speculazione e mettere un tetto al prezzo massimo

Proseguendo sui rischi di questa crisi Di Maio ha detto che  l'Unione europea deve fare gli interessi dei cittadini in difficoltà: "Il prezzo da cui dipende l'energia si decide in Europa ed è per questo che dobbiamo mettere un tetto massimo, è un problema di speculazione finanziaria sul prezzo del nostro gas. E questo non ce lo possiamo permettere", ha aggiunto.

"L'Italia non avrà difficoltà con le forniture", ha detto il ministro degli Esteri, ricordando  che le sue missioni in diversi Paesi sono servite a diversificare le fonti energetiche, con l'obiettivo di non dipendere da un solo paese.