La visita negli Stati Uniti

La prima volta di Mario Draghi alla Casa Bianca da Biden: sul tavolo sanzioni e guerra in Ucraina

Il presidente del Consiglio è atterrato a Washington e alle 20 vedrà il presidente. Mentre in Italia si allarga il fronte interno alla maggioranza con di Di Maio che dice: "supportare Ucraina ma no armi per colpire la Russia sul suo territorio"

La prima volta di Mario Draghi alla Casa Bianca da Biden: sul tavolo sanzioni e guerra in Ucraina
Screen Rainews
Mario Draghi

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è appena atterrato a Washington, dove alle ore 14:00 ora locale (ore 20:00 italiane,) incontrerà il presidente USA Joe Biden. Il faccia a faccia si terrà alla Casa Bianca: i due faranno il punto sul conflitto russo-ucraino, arrivato al 76esimo giorno. In particolare si discuterà delle sanzioni a Mosca e dell'approvvigionamento energetico alla luce del protrarsi della guerra e più in generale verranno riaffermate "le eccellenti relazioni e la solidità del legame transatlantico".

"Questo pomeriggio ospiterò un  incontro bilaterale con il premier Mario Draghi alla Casa Bianca. Non  vedo l'ora di riaffermare l'amicizia e la forte partnership tra le  nostre due nazioni e di discutere il nostro continuo sostegno  all'Ucraina". Lo ha scritto su twitter il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L'incontro si preannuncia come una tappa importante visto che capita, come scrive il Washington Post, "in un altro momento 'whatever it takes' per l'Europa con la guerra della Russia in Ucraina che infuria sul suo fianco orientale". Il riferimento è alla celebre frase che pronunciò Draghi, quando era a capo della Bce, mentre l'Euro viveva un particolare momento di crisi. La missione è anche occasione per rimarcare con l'alleato i due pilastri della politica estera italiana, appartenenza alla Ue e Atlantismo.

Negli Usa Draghi porterà qualche punto fermo condiviso con gli alleati dell'Ue e del G7:  la condanna dell'invasione russa, sostegno anche militare a Kiev per consentire agli ucraini di difendersi e importanza all'azione europea che possa fare la differenza nel negoziato a favore della pace. Temi posti in egual misura anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

La missione del premier Draghi a Washington si intreccia con non poche divisioni nella maggiornaza e qualche lite nel centrodestra in vista delle elezioni. Si allarga il fronte che spinge per una soluzione negoziale alla guerra Mosca-Kiev e comincia ad esprimere perplessità proprio sulla posizione di Nato e Usa. "Dobbiamo supportare l'Ucraina e il suo esercito per la sua legittima difesa e allo stesso tempo l'Italia continuerà a lavorare per la pace. Ma non possiamo pensare di fornire armi per colpire il suolo russo", ha detto ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sulla missione di Draghi negli Usa il leghista Salvini dice: "Spero che porti Biden a usare toni piu' moderati", mentre continua a dividere il presidente della Commissione Esteri del Senato Petrocelli che in un'intervista a Repubblica dice: "Non mi dimetto, il governo di Kiev legittima i nazisti".

L'andamento della guerra sul campo, le azioni per sostenere l'Ucraina, compreso l'invio di armi, l'inasprimento delle sanzioni saranno i temi principali sul tavolo, insieme alle ripercussioni della guerra sull'economia e sugli approvvigionamenti energetici ma anche del grano, che rischiano di innescare una crisi alimentare nei paesi più poveri dell'Africa e del Medio Oriente. E certamente quella super potenza globale che per ora resta a guardare come la Cina.

E ci sarà forse il tempo anche di parlare delle future politiche migratorie post-pandemia cose che il premier italiano ha discusso la settimana scorsa con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in visita in Italia. "Dopo aver incontrato il primo ministro Draghi a Strasburgo sono convinta che l'Italia continuera' a contribuire in tutti questi campi", ha detto Metsola. Per questo da Bruxelles "la leadership di Mario Draghi è molto ascoltata ed è molto influente, quindi penso sia importante tenercela stretta", ha detto al Gr1 Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici UE.

Mario Draghi si presenta forte di una "leadership" riconosciuta anche da Biden, per le scelte "dure" assunte contro la Russia, in cui l'Italia si è posta in prima fila. Il parere dell'ex capo della Bce è stato considerato importante per le sanzioni contro la Banca centrale di Mosca.

La ricerca della pace, ha ribadito Draghi davanti al Parlamento europeo a Strasburgo e ripeterà nello studio Ovale, è "la priorità" per l'Italia e per l'Europa e l'inasprimento delle sanzioni ha l'obiettivo di portare Vladimir Putin il prima possibile a un "cessate il fuoco" e poi al tavolo della trattativa.

Per i due si tratterà comunque del terzo bilaterale in poco più di un anno, dopo l'incontro in Cornovaglia al G7 e la visita di Biden a Palazzo Chigi a margine del G20 di Roma. Draghi e Biden hanno avuto occasione di uno scambio anche a Bruxelles a fine marzo, quando il presidente Usa ha partecipato al vertice Nato e all'ultimo Consiglio europeo.

L'incontro potrà offrire l'occasione per uno scambio di vedute sulle sfide globali di interesse comune come l'onda lunga della pandemia, la questione climatica e la sicurezza energetica, digitale e alimentare. Prima della bilaterale i due leader rilasceranno brevi dichiarazioni alla stampa nello studio Ovale.

Il giorno 11 a Washington, Draghi farà visita al Congresso Usa incontrando tutti i parlamentari e specie la speaker della Camera Nancy Pelosi, che aveva già incontrato lo scorso ottobre a Roma. In giornata l'incontro con la stampa presso l'ambasciata italiana, mentre in serata, prima di rientrare in Italia, il premier sarà all'Atlantic Council dove riceverà il Distinguished Leadership Award. Il capo del governo italiano lo riceverà per la sua leadership internazionale, dopo essere già stato premiato dal think tank nel 2015 quando era presidente della Bce. Insieme a lui, l'11 maggio, saranno premiati l'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi (per la leadership imprenditoriale) e due rappresentanti dell'Ucraina: l'ambasciatrice di Kiev a Washington Oksana Markarova e la cantante Jamala, vincitrice del concorso Eurovision nel 2016, che ha accettato il riconoscimento (per la leadership artistica) per conto di tutti i colleghi del suo Paese.