La guerra in Ucraina

Embargo al petrolio russo, Orban: "Sarebbe come una bomba atomica sull'economia ungherese"

La proposta della Commissione europea di blocco delle importazioni di petrolio da Mosca ha scatenato la reazione del primo ministro ungherese

Embargo al petrolio russo, Orban: "Sarebbe come una bomba atomica sull'economia ungherese"
Ansa
Il Primo ministro dell'Ungheria Viktor Orban

La proposta della Commissione europea di embargo sulle importazioni di petrolio dalla Russia ha scatenato la reazione del primo ministro ungherese Viktor Orban. 

Come una bomba atomica che vogliono sganciare sull’economia ungherese”, ha detto Orban alla radio Kossuth. Secondo il premier ungherese il Paese non sarebbe in grado di sostituire le importazioni di petrolio russo neanche nei 20 mesi contemplati per l’Ungheria. 

“In base ai nostri calcoli ci servono cinque anni per il passaggio, quindi non serve a nulla un rinvio di un anno o un anno e mezzo”, ha detto intervenendo in radio. “Rispedire al mittente”, ha incalzato. 

Budapest ha sostenuto i precedenti pacchetti di sanzioni Ue. “Ma - ha affermato - anche allora abbiamo detto che c'è una linea rossa che non va superata, è il settore energetico”. 

Secondo Orban, ora la Commissione europea ha “attaccato l’unità dell’Europa emersa” sull’Ucraina dopo l’invasione russa.       

Il presidente ungherese ha poi detto che la proposta della Commissione europea è stata presentata “senza alcuna consultazione". “Il petrolio può arrivare in Ungheria solo tramite un oleodotto e per questo una proposta che ignori questa circostanza è una bomba atomica contro l’economia dell’Ungheria”, ha affermato. 

È possibile ottenere il petrolio in altri modi, ha proseguito, ma sarebbe molto costoso. “Se la proposta è nell’interesse dell’Ungheria - ha detto ancora - saremo felici di discuterne”.

La replica alle dichiarazioni del presidente dell’Ungheria è arrivata dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell: le sanzioni alla Russia sono “una bomba atomica per Orban? Tutto ciò è inaccettabile”. 

Così si è espresso rispondendo ad una domanda dei giornalisti alla conferenza europea The State of the Union a Firenze.

“I diplomatici dei 27 stanno lavorando per raggiungere un accordo tecnico sulle sanzioni, dunque si potrebbe discutere quanto tempo ci voglia per un embargo sul petrolio, ma legare la questione delle sanzioni ad un altro dossier è inaccettabile”, ha spiegato Borrell.

“Vogliono legare la questione dell’embargo al petrolio russo ai finanziamenti del Recovery Plan, e questo sarebbe un peccato”, ha aggiunto Borrell. 

“Non si può legare tutto. Il blocco del petrolio è il blocco del petrolio. Cominciano col dire che sono d’accordo e poi chiedono qualcosa d’altro in cambio. Non è così che si lavora”, ha concluso il ministro degli esteri della Ue.

Sostegno nei confronti di Orban è arrivato, invece, dal vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo ed ex premier, Dmitry Medvedev.

Il primo ministro ungherese “ha fatto un passo coraggioso per un’Europa silente, si è rifiutato di sostenere un embargo energetico, che sarebbe deleterio per l’economia del suo Paese, e le sanzioni folli contro figure religiose”. 

Secondo Medvedev, riporta l’agenzia russa Tass, “i leader più ragionevoli dei Paesi Ue potrebbero aver deciso di smettere” di seguire gli Usa.