Primo Maggio

Festa del Lavoro, Orlando: "Servono regole nuove anche sui salari"

"Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad una svalutazione del lavoro. Un indegno svilimento quando si viene licenziati via whatsapp" ha detto il ministro ricordando che "la sicurezza è una priorità del governo"

Festa del Lavoro, Orlando: "Servono regole nuove anche sui salari"
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando

Un intervento di rito, in occasione del Primo maggio, ma anche un chiaro indirizzo politico e programmatico: invertire la rotta "e rimettere al centro la dignità del lavoro. Perché la promessa rivolta alle nuove generazioni è stata quella che il lavoro precario sarebbe stato solo l'anticamera di un lavoro stabile. Invece per molti solo la precarietà è stata stabile". Con queste parole il ministro del Lavoro Andrea Orlando è intervenuto al Quirinale, per celebrare la Festa dei lavoratori. 

Per il ministro "è, forse, proprio il divario fra le previsioni costituzionali e il progressivo depauperamento del valore del lavoro, ad avere creato profonde e pericolose ferite sociali che incidono, anche, sul tessuto della vita civile, sulla qualità della nostra democrazia. Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad una svalutazione del lavoro. Che arriva ad un indegno svilimento quando una lavoratrice di una grande multinazionale non può andare in bagno o si viene licenziati via whatsapp. Dobbiamo invertire questa rotta e rimettere al centro la dignità del lavoro. Bisogna essere in grado di costruire regole nuove e lavorare per avere riferimenti congrui sui salari".

Orlando ha ricordato che "dopo due anni di pandemia torniamo a festeggiare il Primo maggio, la festa dei lavoratori, in una condizione di quasi normalità e in uno scenario geopolitico preoccupante con una guerra nel cuore dell'Europa, che scuote, nel profondo, le nostre coscienze. Il Primo maggio è il simbolo, con valore mondiale, di una storia che ha visto l'affermazione della dignità del lavoro, come base del progresso e del benessere delle persone. Quella dignità richiamata proprio dal Presidente Mattarella nel discorso di insediamento" ha sottolineato il ministro. "Nell'Ottocento, quando questa storia comincia, gli orari e le condizioni di lavoro erano letteralmente massacranti. Progressivamente, e a partire dai paesi più avanzati, si è ridotta la giornata lavorativa, si è proibito il lavoro dei bambini e lo sfruttamento dei minori, sono stati alzati i salari, oltre la soglia della mera sussistenza, si sono introdotte le prime ferie e forme di protezione sociale. Non fu un processo scontato, né indolore. Fu il risultato di lotte, spesso molto dure. E non è nemmeno un processo concluso: il caporalato, un tema di cui mi sono molto occupato in questi anni, è una forma marginalizzata ma ancora esistente. E negli ultimi anni è tornato a crescere in Italia il numero di lavoratori poveri" ha concluso

Nel giorno in cui il numero degli incidenti sul lavoro continua a salire il ministro ha ribadito, infine, che "la sicurezza rimane una priorità ineludibile, anche alla luce del quotidiano drammatico bollettino di vittime, per le quali in questa solenne circostanza ribadisco, estendendolo alle rispettive famiglie, il mio più sincero e profondo cordoglio. Anche il linguaggio deve cambiare: non sono “morti bianche”, definizione troppo assolutoria e consolatoria. La sicurezza sul lavoro è una priorità del governo. Nell’ultimo anno abbiamo rafforzato l’impianto normativo e legislativo, supportato e valorizzato il ruolo dell’Inail quale player istituzionale pubblico della sicurezza, nonché potenziato il personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, per incrementare il numero delle ispezioni".