Salute

I bambini dedicano più tempo all'attività fisica se rinunciano a smartphone e tablet

Trascorrendo meno di tre ore alla settimana a stretto contatto con questi device, l'attività fisica può aumentare di quasi un'ora al giorno. Le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per una adeguata «dieta» tecnologica

I bambini dedicano più tempo all'attività fisica se rinunciano a smartphone e tablet
Pixabay
Bambino, tablet

Oggi una delle maggiori insidie per la preservazione della salute è rappresentata dalla sedentarietà. In Italia, secondo l’Istat, oltre 1 persona su 3 non fa sport né pratica attività fisica nel tempo libero. Il tempo, nella maggior parte dei casi, è poco. E quel po’ che c’è, viene investito in altre attività: apparentemente più appaganti e meno dispendiose. La diffusione degli schermi nelle nostre abitazioni - non soltanto quelli televisivi: ma soprattutto quelli di pc, smartphone e tablet - ha con ogni probabilità acuito questa tendenza. E se tra gli adulti, con il passare degli anni, è frequente notare un progressivo calo dell’attività fisica, la pervasività della tecnologia ha fatto crescere la quota di sedentari tra i più giovani. Con conseguenze prevedibili: dall’aumento del peso corporeo alla comparsa (più avanti) di tutta una serie di disturbi correlati al sopraggiungere del sovrappeso (prima) e dell’obesità (nei casi più gravi). 

Fino a un’ora in più di sport con la «dieta» tecnologica

Un trend che può però essere invertito. Il dato emerge da uno studio condotto da pediatri e psicologi dell’Università di Odense e pubblicato sulla rivista «Jama Pediatrics». I ricercatori hanno coinvolto 89 famiglie - 164 adulti e 181 bambini - per verificare l’effetto della «deprivazione» tecnologica sul tempo dedicato all’attività fisica. Alle persone coinvolte nel gruppo di studio, è stato richiesto di ridurre i momenti trascorsi davanti agli schermi a meno di tre ore al giorno: per due settimane. Tutti gli altri, invece, hanno mantenuto le abitudini tradizionali. Osservando i livelli di attività fisica attraverso l’uso di due accelerometri posizionati sulla coscia e sul tronco di ogni individuo, gli studiosi hanno potuto determinare la crescita dei livelli di attività fisica nelle famiglie inserite nel primo gruppo. «I bambini meno esposti agli schermi sono riusciti a dedicare in media 45 minuti in più al giorno alla pratica sportiva», afferma Jesper Pedersen, del Centro di ricerca sulla salute dei bambini dell’Università di Odense. Con differenze più significative nei fine settimana quando, senza la scuola, il tempo in più dedicato all'attività fisica ha superato in alcuni casi i 60 minuti al giorno.  

Il buon esempio arriva dai genitori

«I risultati del nostro studio valgono come un’indicazione per le famiglie: per creare un ambiente salutare, occorre contenere l’utilizzo dei device tecnologici negli ambienti domestici», dichiara l’epidemiologo Anders Grontved, che ha coordinato la ricerca. Le differenze osservate tra i bambini non sono state invece registrate tra gli adulti. Nel loro caso, essere esposti più o meno a lungo agli schermi non ha modificato le abitudini sportive. «Ggli adulti sono meno spontanei in questo tipo di scelte rispetto ai bambini, ma ciò non vuol dire che anche gli adulti non debbano tenere sotto controllo il tempo che trascorrono con tablet e smartphone tra le mani - conclude Grontved -. I loro comportamenti fungono infatti da esempio per i più piccoli. Se mamme e papà riducono l’uso di questi dispositivi, indirettamente proteggono anche i loro bambini».

I bimbi fino ai 2 anni mai davanti agli schermi

Le connessioni tra il tempo trascorso davanti agli schermi e gli stili di vita è da tempo all’attenzione delle autorità sanitarie. Sul tema, nel 2019, si è espressa anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non potendo dilatare le ore di una giornata, per rimettere l'attività fisica al centro dell'agenda dei nostri figli è necessario ridurre il tempo che gli stessi trascorrono a contatto con la tecnologia. Prima dei due anni, i bambini non dovrebbero mai essere «impegnati» con smartphone e tablet. Nel terzo e quarto anno di vita è possibile iniziare a familiarizzare con la tecnologia: ma riducendo il tempo al minimo essenziale, che non dovrebbe mai superare l'ora quotidiana. Oltre che per impegnarli maggiormente nell'attività fisica, la vita «digitale» dei più piccoli va ridimensionata pure per le conseguenze che può avere sul riposo notturno. Necessario per evitare che compaiano disturbi del sonno in età infantile, far dormire i bambini per un tempo compreso tra le 10 (nel quarto anno di vita) e le 17 ore al giorno (nei primi tre mesi) è d'aiuto anche per scoraggiare l'aumento di peso. 

Indicazioni per fasce d’età

Di seguito le raccomandazioni fornite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, divise per età. I neonati con meno di un anno dovrebbero: essere attivi più volte durante una giornata (giocando sul pavimento o stando comunque almeno trenta minuti in posizione prona), rimanere lontani dalla tecnologia, non trascorrere più di un'ora per volta in carrozzine, passeggini, seggiolini o fasce) e riservare al sonno un tempo compreso tre 14 e 17 ore (nei primi tre mesi di vita), 12 e 16 ore (4-11 mesi). Una volta entrato nel secondo anno di vita, ogni bambino dovrebbe «muoversi» almeno tre ore al giorno (mai meno, nessun problema se di più). Rimane valida l'indicazione all'astensione dagli schermi (fino al secondo compleanno), così come quella che non dovrebbe vederli mai fermi nella stessa posizione per più di un'ora (salvo quando dormono, tra le 11 e le 14 ore al giorno). Idem dicasi dopo il terzo anno di vita, a partire dal quale cade però il «divieto» d'uso della tecnologia (massimo un'ora al giorno). Quanto al sonno, da questo momento in avanti cominciano a essere sufficienti anche dieci ore (fino a 13).