Adesione alla Nato

Il presidente croato come Erdogan: "Dovremmo opporci all'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato"

Zoran Milanovic per questioni di pura politica interna si oppone all'adesione di Stoccolma ed Helsinki all'Alleanza atlantica. Quanti altri paesi seguiranno il suo esempio e quello di Erdogan?

Il presidente croato come Erdogan: "Dovremmo opporci all'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato"
ARMEND NIMANI/AFP via Getty Images
Il presidente della Repubblica croata, Zoran Milanovic

Il presidente della Repubblica croata Zoran Milanovic spera che il suo Paese segua la Turchia nell’opporsi all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Milanovic, da quando è diventato capo dello Stato (due anni fa) si trova spesso in disaccordo con il primo ministro di Zagabria, Andrej Plenkovic, del Partito socialdemocratico croato, avversario del movimento in cui Milanovic ha militato fino a quando è stato eletto capo dello Stato, l’Unione democratica croata (un partito di centro-destra). L’occasione della richiesta avanzata dai due Paesi scandinavi di entrare nell’Alleanza atlantica, e del relativo supporto chiesto agli altri Stati-membri, è diventata quindi l’ennesima occasione di scontro tra i due leader politici.

Ciò che chiede Milanovic, prima che il governo croato dia il suo ok all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, è un cambio della legge elettorale della vicina Bosnia per facilitare il raggiungimento di posizioni di leadership dei rappresentanti bosniaci di origine croata eletti nel Parlamento di Sarajevo. Ma utilizzare una questione di politica difensiva di livello internazionale per dirimere, o avere la meglio, su questioni interne, a carattere “regionale” (nelle quali – oltretutto – è coinvolto un Paese, la Bosnia, non membro della Nato), sembra quantomeno pretestuoso.

In altre parole, la sensazione è che da qui a fine giugno, quando si terrà a Madrid il summit dell’Alleanza atlantica che dovrebbe adottare all’unanimità l’eventuale ingresso di Svezia e Finlandia (pena l’impossibilità per i due Stati di procedere nel loro avvicinamento alla Nato), potrebbero essere sollevate nuove obiezioni da parte di altri Paesi membri, più per sanare vecchie questioni “interne” che per manifestare eventuali, sincere obiezioni al fatto che Stoccolma ed Helsinki si aggiungano ai 30 membri del Trattato del Nord Atlantico. A questo rischio se ne somma un altro: l'ampio ventaglio di “ricatti” e “ritorsioni” che, in caso di contrapposizioni tra Paesi-membri, potrebbe venire ad aprirsi.

Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha confermato il suo “no” all’allargamento a Svezia e Finlandia se i due candidati non dimostreranno la dovuta attenzione alle sensibilità turche nei confronti del terrorismo: Ankara ha infatti accusato più volte i governi svedese e finlandese di aver fornito supporto, assistenza e asilo ai membri del Pkk, l’organizzazione politica (terroristica per il governo turco, per l'Ue e per gli Stati Uniti) che si batte per i diritti delle minoranze curde nel Paese. Sempre ieri, a Roma, il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel ricevere la premier finlandese Sanna Marin, ha espresso da parte del governo italiano il suo “sì” convinto all’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia.