Italia inadempiente agli obblighi di riduzione dell’inquinamento dell’aria.
È questa la motivazione con cui la Corte di Giustizia Ue, accogliendo un ricorso della Commissione Europea nell'ambito di una procedura d'infrazione, ha stabilito che il nostro Paese è venuto meno agli obblighi previsti dalla direttiva Ue sulla qualità dell'aria.
La Corte ha accertato il sistematico superamento del valore limite del biossido d’azoto in tutte le zone in esame, a decorrere dall’anno 2010. In particolare, negli agglomerati di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, Roma, Genova e Catania.

Il tribunale del Lussemburgo ritiene che “l’Italia abbia mancato agli obblighi che le incombevano omettendo anche di adottare, a partire dall'11 giugno 2010, le misure necessarie a garantire il rispetto del valore limite annuale di biossido di azoto nell'insieme delle zone, in particolare "per non aver previsto, nei piani relativi alla qualità dell'aria, misure atte a limitare al periodo più breve possibile il superamento della soglia limite".
Secondo la Corte, "l’oggettivo superamento del valore limite annuale fissato per il biossido d’azoto è di per sé sufficiente per ritenere l’Italia inadempiente all’obbligo previsto dalla direttiva. La Corte sottolinea che non costituiscono valide giustificazioni quelle fatte valere dall’Italia, quali le difficoltà strutturali legate ai fattori socio-economici, gli investimenti di grande portata da mettere in opera, la tendenza al ribasso dei valori di diossido di azoto, i tempi di attuazione necessariamente lunghi dei piani adottati, le tradizioni locali, la presenza di cofattori causali esterni quali la configurazione orografica di certe zone e la circolazione dei veicoli diesel.