Pil, l'Istat rivede al rialzo le stime del 1° trimestre: "Ripresa determinata da domanda interna"

In calo la spesa delle famiglie: -0,9%. L'inflazione a maggio accelera al +6,9%, il massimo dal 1986

Pil, l'Istat rivede al rialzo le stime del 1° trimestre: "Ripresa determinata da domanda interna"
Istat
Sede centrale dell'Istat a Roma

Nel primo trimestre dell'anno il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello +0,1% rispetto al trimestre precedente e del +6,2% nei confronti del primo trimestre del 2021. 

Lo rileva l'Istat nella statistica sui Conti economici trimestrali, spiegando che la crescita congiunturale del Pil diffusa il 29 aprile era stata del -0,2%, mentre quella tendenziale era stata del +5,8%. 

La revisione congiunturale di 0,3 punti percentuali, benché di rilievo, osserva l'Istituto, "non rappresenta una eccezione assoluta in questo periodo ancora influenzato dalla pandemia, visto che nel primo trimestre del 2021 la revisione al rialzo era stata di 0,5 punti". 

"La ripresa è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare agli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera", spiega l'Istituto di statistica. "Sul piano interno, l'apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo sia quello delle amministrazioni pubbliche, sia quello della variazione delle scorte. In buona ripresa anche ore lavorate e unità di lavoro, a fronte di una crescita più lieve dei redditi pro capite e di una stazionarietà delle posizioni lavorative". 

Il primo trimestre del 2022 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2021. Rispetto al trimestre precedente, e per i principali aggregati della domanda interna, si rileva una diminuzione dello 0,6% dei consumi finali nazionali, a fronte di un aumento del 3,9% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, del 4,3% e del 3,5%.

Cala la spesa delle famiglie: -0,9%

Nel primo trimestre dell'anno la spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato una diminuzione in termini congiunturali dello 0,9%. In particolare, rileva l'Istat, gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti del 2,7% e quelli dei beni semidurevoli del 2,4%. Per contro, i consumi in beni non durevoli sono diminuiti dell'1% e quelli di servizi del 2%.

Inflazione a maggio accelera al +6,9%

L'inflazione torna ad accelerare a maggio, dopo il rallentamento di aprile. Secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6,0% del mese precedente). "A maggio, dopo il rallentamento di aprile, l'inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da marzo 1986 (quando fu pari a +7,0%)", spiega l'Istat.

L'accelerazione dell'inflazione su base tendenziale, dopo il rallentamento di aprile, si deve ai prezzi di diverse tipologie di prodotto: dei Beni energetici (la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,2%) e in particolare degli Energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,4%; la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati è stabile a +64,3%), dei Beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto dei Beni alimentari lavorati (da +5,0% a +6,8%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da+2,4% a +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%). Pertanto, l' "inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,4% a +3,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,9% a +3,7%, rileva l'Istat.

Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +8,7% a +9,7%) sia quelli dei servizi (da +2,1% a +3,1%); rimane stabile, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (-6,6 punti percentuali come ad aprile). Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,7% a +6,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +5,8% a +6,7%). 

L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,2%), degli Alimentari lavorati (+1,5%), degli Alimentari non lavorati (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,2%). Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e del 7,3% su base annua (da +6,3% nel mese precedente).