La risposta di Mosca

La guerra delle ambasciate: 400 diplomatici russi espulsi dall'inizio del conflitto

Pura simmetricità matematica quella utilizzata da Mosca nei confronti della Germania (40 contro 40) e anche della Spagna (27 contro 27)

La guerra delle ambasciate: 400 diplomatici russi espulsi dall'inizio del conflitto
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Bandiera davanti al palazzo delle Nazione Unite

La guerra in Ucraina è stata sin dall’inizio uno scontro a vari livelli tra Ucraina e Russia, tra Russia e Paesi Occidentali. Un caso bellico multilivello dalle armi, all’economia. Dalle tattiche strategiche a quelle comunicative. Dalle sanzioni alle espulsioni “diplomatiche”, che parlano il linguaggio dello spionaggio e della sicurezza nazionale. Una guerra, quella diplomatica, tesa a ridurre l’impatto “dell’intelligence russa” in Europa e non solo. Un’intelligence che ha avuto molti anni per “insediarsi” nei vari paesi e tessere la propria rete.

Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio, gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei hanno deciso di espellere diplomatici russi per punire la Russia dell’invasione  dell’Ucraina. 

Già il 28 febbraio proprio gli USA hanno disposto l’espulsione di 12 diplomatici russi presso le Nazioni Unite “per aver abusato dei loro privilegi impegnandosi in attività di spionaggio che sono contrarie alla nostra sicurezza nazionale”.

I Paesi Baltici si sono mossi il 18 marzo e hanno definito “persona non gratae” alcuni diplomatici russi: 3 ciascuno da parte di Lettonia ed Estonia, 4 da parte della Lituania. A questi si aggiunge poi la Bulgaria con 10 espulsioni.

Alcuni Stati, come Polonia e Slovacchia, hanno accusato il personale delle ambasciate russe di usare la copertura diplomatica per fare spionaggio. Altri hanno motivato la scelta attraverso la violazione della Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche. 

Il 6 aprile scorso il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, così annunciava il provvedimento del governo italiano: “Il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Ettore Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su mia istruzione, l'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, per notificargli la decisione del Governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l'Ambasciata in quanto “personae non gratae”.Tale misura, assunta in accordo con altri partner europei e atlantici, si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all'ingiustificata aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa”.

Mentre si diffondevano le immagini di omicidi di massa e torture dei civili nel sobborgo di Bucha, a nord-ovest della capitale ucraina, anche la Germania, la Francia, la Danimarca procedevano con le espulsioni. Dopo Di Maio anche il ministro degli Esteri danese, Jeppe Kofod annunciava un provvedimento per “15 agenti dei servizi segreti russi che hanno svolto attività di spionaggio sul suono danese”. Poi anche Spagna e Svezia hanno deciso per misure analoghe: Madrid ha espulso 27 funzionari, Stoccolma tre. La motivazione: “I diplomatici rappresentano una minaccia per la sicurezza del Paese".

A ciò il Cremlino risponde dicendo che dimostrano “la mancanza di lungimiranza europea”.

La Germania e la Francia hanno espulso 40 e 35 diplomatici russi. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha spiegato che le persone colpite dal provvedimento appartengono ai servizi d’intelligence russi e “rappresentano una minaccia per coloro che da noi cercano protezione

Il Belgio ha allontanato 21 diplomatici con l’accusa di spionaggio e minacce alla sicurezza nazionale. La decisione, ha spiegato la ministra degli Esteri belga Sophie Wilmès, è stata presa in accordo con i Paesi Bassi che ne hanno espulsi  17.

L’Irlanda ha esortato 4 alti funzionari dell’Ambasciata russa a lasciare il Paese, le loro attività sono state definite “non conformi agli standard internazionali”. Mentre la Repubblica Ceca ha spiegato che l’espulsione di un diplomatico russo è parte del lavoro condotto “insieme agli alleati per ridurre la presenza dell'intelligence russa nell'Ue”.

Per Mosca questa guerra diplomatica non è altro che “una psicosi incontrollabile” come dichiarato dal viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, dopo le espulsioni dalla Francia.

L’ex presidente russo Dmitri Mevedev - attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza-  ha evocato una reazione “simmetrica e distruttiva per le relazioni bilaterali”, assicurando che ai provvedimenti seguiranno misure di ritorsione da parte di Mosca. 

Dall'invasione russa dell'Ucraina, più di 400 diplomatici russi provenienti da circa due dozzine di paesi hanno lasciato i loro incarichi, in base ai calcoli del Washington Post.

E sono giunte le reazioni: 24 diplomatici italiani espulsi, 27 spagnoli, e 34 francesi oltre ai  40 tedeschi espulsi il 25 aprile.

Pura simmetricità matematica quella utilizzata da Mosca nei confronti della Germania (40 contro 40) e anche della Spagna oggi (27 contro 27). Mentre con l'Italia  e con la Francia, il numero di diplomatici espulsi dalla Russia è inferiore rispetto a quelli russi mandati via da Parigi e Roma.