Udienza del mercoledì

Le mogli dei militari Azov in udienza dal Papa: "Speriamo di salvare le loro vite"

Kateryna Prokopenko e Yulya Fedosiuk, mogli di due militari del battaglione Azov fanno appello a Francesco affinchè interceda per la liberazione dei prigionieri in pericolo di vita, ancora asserragliati nell'acciaieria Azovstal di Mariupol

Papa Francesco è giunto all'udienza generale seduto a bordo della jeep bianca papale, facendo un giro tra i fedeli presenti in piazza San Pietro. Il dolore al ginocchio non dà tregua al pontefice che nei giorni scorsi, per la prima volta, è apparso su una sedia a rotelle. E, però, nonostante quel dolore il Santo padre si alza per stringere le mani alle giovani mogli ucraine di due militari Azov intrappolati nell'acciaieria di Mariupol che oggi si sono recate in udienza generale per lanciare un appello.

Kateryna Prokopenko, moglie del comandante di Azov Denis Prokopenko, e Yulya Fedosiuk, moglie di Arseniy Fedosiuk, entrambe avevano chiesto al pontefice di poter partecipare all'udienza dopo il perdurare della difficile situazione in cui si trovano i civili e i militari del battaglione Azov  attualmente asserragliati nei cuniculi dell'acciaieria Azovstal di Mariupol. A sorpresa è arrivato loro ieri l'invito per l'odierno incontro in udienza.

"Vorrei scusarmi perché oggi per salutarvi non potrò alzarmi a causa del ginocchio che è ancora malato: dovrete venire voi da me, ma è lo stesso: vi ricevo col cuore in mano, è lo stesso", aveva detto Francesco rivolgendosi ai fedeli radunati in piazza, rimanendo seduto sulla poltrona posta sul sagrato. Al termine dell'Udienza al momento del "baciamano", il Papa si è alzato, nonostate il dolore persistente al ginocchio e ha poi voluto stringere le mani delle due giovani accompagnate dall'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash. 

Katarina e Yulia, entrambe sotto i 30 anni, hanno fatto appello al Papa "Gli abbiamo chiesto di venire in Ucraina e di parlare con Putin perchè se ne vada", su questo "non ha risposto. Ha detto che pregherà per noi". "Speriamo che tutti possano sopravvivere, noi faremo ogni cosa possibile per salvare le loro vite". Ai giornalisti hanno raccontato dei loro mariti e del resto delle persone intrappolate nell'acciaieria: "molti di loro sono morti e non abbiamo potuto seppellirli secondo la tradizione cristiana, abbiamo chiesto al Papa di aiutarci affinchè ci siano per loro 'corridoi verdi" per uscire dalla Azovstal dove, aggiungono, ci sono ancora decine di civili, per lo più le famiglie dei militari, che hanno paura di uscire e finire in mano russa: "hanno paura di essere torturati e uccisi". Persone che rischiano di rimanere uccise a causa della mancanza di “cibo, acqua, medicine e cure sanitarie" e “l'acqua dei tubi dell'acciaieria sta finendo”. "Non possiamo stare seduti a guardare", dicono. “Ogni giorno muoiono uno o due soldati feriti” e riferiscono di “sei-settecento soldati feriti che devono essere evacuati per essere curati”. Questo il racconto delle due donne dal sagrato di San Pietro.  

A partecipare avrebbero dovuto essere in tutto quattro mogli dei militari, ma le altre due, che si trovavano in Polonia, non sono riuscite ad arrivare in tempo a Roma.

Già nei giorni scorsi al Papa era stata recapitata una lettera dei parenti degli "assediati di Mariupol" affinchè si attivasse per favorire la loro evacuazione e salvezza. L'invito del Papa, motivato principalmente da ragioni umanitarie, è stato recapitato loro attraverso i canali diplomatici. Le due donne erano già state in precedenza in Italia e nei loro contatti con il Vaticano sono state affiancate anche dall'artista e attivista dissidente anti-putin russo-canadese Pyotr Verzilov, già in passato portavoce non ufficiale del collettivo punk rock Pussy Riot, e con alle spalle arresti in Russia ed anche un sospetto tentativo di avvelenamento. 
 

Il controverso battaglione Azov, costituitosi come gruppo paramilitare nazionalista nel febbraio 2014, nelle prime fasi della guerra del Donbass, e ora esaltato in patria per il suo eroismo nella resistenza all'invasione russa, è comunque additato per la presenza di elementi neonazisti ed è stato anche accusato in passato di crimini di guerra.

Ma "L'eroismo non è soltanto quello dei grandi eventi che cadono sotto i riflettori: spesso si trova nella tenacia dell'amore riversato in una famiglia difficile e a favore di una comunità minacciata", ha detto Papa Francesco.

Nella nona catechesi dedicata alla vecchiaia, Francesco sceglie il personaggio biblico di Giuditta “Una giovinezza ammirevole, una vecchiaia generosa” che "col suo modo furbo di agire è capace di sgozzare il dittatore che veniva contro il Paese. Era coraggiosa questa donna". Ha, quindi, condiviso una riflessione sugli anziani, in vista della giornata dedicata ai nonni del 24 luglio: la pensione come "desiderato riposo" ma anche "fonte di preoccupazione", quando i nonni sono spesso esclusi dagli "spazi di educazione" dei loro nipoti. Partendo da una riflessione sull'antico testamento, il pontefice ha sottolineato che non solo ai giovani e ai forti sono assegnati talenti e che "la vita delle nostre comunità deve sapere godere dei talenti e dei carismi di tanti anziani". Talenti e carismi che devono essere messi in gioco nella sempre più lunga fase della vita che segue la pensione.

 

L'eroismo non è soltanto quello dei grandi eventi che cadono sotto i riflettori: spesso si trova nella tenacia dell'amore riversato in una famiglia difficile e a favore di una comunità minacciata

Papa Francesco oggi all'Udienza generale

Kateryna Prokopenko e Yulya Fedosiuk partecipano all'udienza generale in Piazza San Pietro (GettyImages)
Kateryna Prokopenko e Yulya Fedosiuk partecipano all'udienza generale in Piazza San Pietro

Tornando alla relazione del Vaticano con la sorella ortodossa russa, il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca pubblica una nota nella quale si riporta che intervenendo alla trasmissione televisiva "La Chiesa e il mondo", il metropolita Hilarion di Volokolamsk, "ministro degli Esteri" del patriarca Kirill, torna sull'episodio che ha indispettito il patriarcato russo e cioè l'intervista al Corriere della Sera in cui Bergoglio definisce Kirill "chierichetto di Putin".

Nella nota si legge che il metropolita Hilarion di Volokolamsk, "su richiesta della conduttrice del programma", ha commentato quanto detto da Bergoglio al Corriere della Sera. In particolare, Hilarion si sofferma su un passaggio delle dichiarazioni del Papa: "Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom. I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra". "Dopo che il Papa ha presentato il discorso in questa luce, abbiamo deciso di pubblicarne i dettagli", ha detto il metropolita in riferimento alla nota di protesta seguita all'intervista al Corriere della Sera. "Come testimone e partecipante a quella conversazione, ricordo che l'atmosfera era molto amichevole, che non c'era alcun tipo di disaccordo tra il Papa e il Patriarca e nessun tipo di malcontento da questa o quella parte. Era un discorso fraterno", afferma Hilarion, che aggiunge: "È possibile però che le parti abbiano mantenuto le loro opinioni".

"Il Patriarca ha detto al Papa: 'Lei riceve dai mass media occidentali informazioni specifiche su ciò che sta accadendo in Ucraina. Le dirò qualcosa che potrebbe non sapere". Secondo il metropolita Hilarion, il primate della Chiesa ortodossa russa ha raccontato a Francesco la preistoria del conflitto in Ucraina e gli eventi nel Donbass nel 2014: "Il Patriarca si è soffermato soprattutto sugli eventi di Odessa, che hanno portato alla diffusa insoddisfazione della popolazione di lingua russa e provocato, a loro volta, gli eventi nel Donbass".  

Secondo Hilarion, "poi il Patriarca ha parlato dell'allargamento della Nato al l'Est; che la Nato si è avvicinata a San Pietroburgo a distanza di pochi minuti di volo, e se l'Ucraina fosse entrata a far parte della Nato, allora si sarebbe avvicinata anche a Mosca a distanza di pochi minuti di volo. Infine, Sua Santità il Patriarca ha detto la cosa più importante: che il suo gregge vive da entrambe le parti del conflitto e il suo cuore soffre per ciò che sta accadendo". Il metropolita Hilarion ha osservato che dopo l'incontro video, l'ufficio stampa della Santa Sede ha presentato in modo abbastanza corretto le informazioni sul colloquio tra i primati della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana. 

Yulya Fedosiuk, moglie del combattente del battaglione Azov Arseniy Fedosiuk e Kateryna Prokopenko, moglie del comandante di Azov, Denis Prokopenko (Ansa)
Yulya Fedosiuk, moglie del combattente del battaglione Azov Arseniy Fedosiuk e Kateryna Prokopenko, moglie del comandante di Azov, Denis Prokopenko