Udienza del mercoledì

Papa Francesco: "Male, pandemia, Ucraina: il diritto della vittima a protestare"

Il Pontefice senza sedia a rotelle dopo i problemi al ginocchio

Papa Francesco: "Male, pandemia, Ucraina: il diritto della vittima a protestare"
Ansa
Papa Francesco

Papa Francesco è arrivato senza sedia a rotelle all'udienza generale del mercoledì. Dopo un giro a bordo della consueta jeep bianca per salutare i fedeli, Francesco, che da settimane soffre di un dolore al ginocchio e ha fatto ricorso nei giorni scorsi a una carrozzina, è salito camminando sul palco installato sul sagrato della basilica vaticana, appoggiandosi al braccio di un suo collaboratore. Il vescovo argentino Victor Manuel Fernandez, che gli ha fatto visita nei giorni scorsi, ha riferito sulle reti sociali che papa Bergoglio "ogni giorno si sottopone a più di due ore di riabilitazione, che stanno dando risultati".

"Il diritto di protestare"

Il Papa ha parlato del male e del dolore e citato la pandemia e la guerra in Ucraina introducendo la parabola del libro di Giobbe che "rappresenta in modo drammatico ed esemplare quello che nella vita accade realmente. Cioé che su una persona, su una famiglia o su un popolo si abbattono a volte prove troppo pesanti, sproporzionate rispetto alla piccolezza e fragilità umana.. E alcune persone sono travolte da una somma di mali che appare veramente eccessiva e ingiusta". Come i genitori di bambini con gravi disabilità o chi vive con un'infermità permanente e i fmailiari che lo assistono, magari con scarse risorse economiche.

"Possiamo giustificare questi 'eccessi' come una superiore razionalità della natura e della storia? Possiamo benedirli religiosamente come giustificata risposta alle colpe delle vittime, che se li sono meritati? No, non possiamo", ha detto nell'udienza generale proseguendo le catechesi sulla vecchiaia.  

Per il Papa in questi casi "esiste una sorta di diritto della vittima alla protesta, nei confronti del mistero del male, diritto che Dio concede a chiunque, anzi, che è Lui stesso, in fondo, a ispirare". Papa Francesco sottolinea che "la protesta è un modo di pregare", "quando i bambini, i ragazzi, protestano contro i genitori è un modo di attirare l'attenzione", "Dio non si spaventa di questa protesta". Il Papa ha allora lanciato un invito ai fedeli: "Sii libero, sii libera nella tua preghiera", senza "schemi preconcetti".   

"Il 'silenzio' di Dio, nel primo momento del dramma, significa questo. Dio non si sottrarrà al confronto, ma all'inizio lascia a Giobbe lo sfogo della sua protesta. E Dio ascolta. Forse, a volte, dovremmo imparare da Dio questo rispetto e questa tenerezza", ha concluso il Papa, che ha invitato a mettere da parte la "religiosità di precetti che porta al fariseismo".

“C'è chi confonde persecutore e vittima”

Il Papa ha poi lanciato un monito agli "uomini di legge, uomini di scienza, uomini di religione persino, che confondono il persecutore con la vittima, imputando a questa la responsabilità piena del proprio dolore". Infine un pensiero per “i vecchi che ne hanno viste tante! E hanno visto anche l'inconsistenza delle promesse degli uomini. I vecchi che trovano la strada di questa testimonianza, che converte il risentimento per la perdita nella tenacia per l'attesa della promessa di Dio, sono un presidio insostituibile per la comunità nell'affrontare l'eccesso del male”, ha osservato Bergoglio.