Quello della peste suina è “un tema su cui mettiamo la massima attenzione, in sintonia con i territori maggiormente coinvolti e il sottosegretario Costa lo seguirà in prima persona". A dichiararlo è il ministro della Salute Roberto Speranza.
Oltre alle misure protettive, recinzioni e altro, “credo e mi auguro che si possa fare anche una riflessione per togliere sensibilmente la popolazione dei cinghiali. Rispetto le sensibilità di tutti gli animalisti e ambientalisti ma siamo di fronte all'emergenza e deve essere affrontata con strumenti emergenziali, e pensare anche ad un piano di selezione per ridurre il numero della presenza dei cinghiali" ha affermato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, delegato dal ministro Speranza all'emergenza peste suina.
E intanto, a due giorni di distanza dalla scoperta del primo caso di peste suina a Roma, arriva l'ordinanza della Regione Lazio, firmata dal governatore Nicola Zingaretti, per tentare di contenere la malattia virale attraverso indicazioni per le Asl e per i cittadini: una “zona infetta” provvisoria, con misure stringenti, e una zona di attenzione. In quest’area si provvederà ad una sorveglianza rafforzata dei cinghiali, al campionamento e analisi di eventuali carcasse e al loro smaltimento in sicurezza. La zona sarà indicata da cartelli e sarà vietato dare cibo agli animali, fare pic- nic, organizzare eventi. Il comune provvederà a recintare i cassonetti dei rifiuti, al fine di inibirne l'accesso ai cinghiali. Saranno attivati controlli anche presso gli allevamenti di suini e animali che sono limitrofi alla zona.
L'ordinanza è stata varata dopo la scoperta di un caso di peste suina nel parco dell'Insugherata. Il caso è stato individuato dall'Istituto zooprofilattico del Lazio e confermato dallo Zooprofilattico Umbria e Marche, riferimento nazionale su questa malattia.
Finora casi di peste suina erano stati rilevati tra la provincia di Genova e il Piemonte.
La malattia
La peste suina africana (PSA) è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali, ma che non è trasmissibile agli esseri umani.
È una malattia con un vasto potenziale di diffusione e pertanto una eventuale epidemia sul territorio nazionale comporterebbe pesanti ripercussioni sul patrimonio zootecnico suino, con gravi danni sia per la salute animale (abbattimento obbligatorio degli animali malati), che per il comparto produttivo suinicolo e sul commercio comunitario ed internazionale di animali vivi e dei loro prodotti (dai Paesi infetti è vietato commercializzare suini vivi e prodotti suinicoli).
L’Organizzazione mondiale per la sanità animale ed il nuovo regolamento di sanità animale della Commissione Europea annoverano la PSA nella lista delle malattie denunciabili: qualunque caso, anche sospetto, deve essere denunciato all’autorità competente, come previsto già dal Regolamento di polizia veterinaria.
Dati epidemiologici nazionali e internazionali
Nel 2014 è esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est della UE. Da allora la malattia si è diffusa in altri stati membri, tra cui Belgio e Germania, mentre in ambito internazionale è presente in Cina, India, Filippine e in diverse aree del Sud-Est asiatico, raggiungendo anche l’Oceania (Papua Nuova Guinea). Il 7 gennaio 2022 è stata confermata la positività in un cinghiale trovato morto in Piemonte, nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria. Precedentemente in Italia la malattia era presente unicamente in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica. Il virus riscontrato in questi giorni è geneticamente diverso dal quello circolante in Sardegna e corrisponde a quello circolante in Europa da alcuni anni. Dal 2020 l’Italia ha elaborato un piano di sorveglianza nazionale.
Raccomandazioni del Ministero della Salute
E' indispensabile adottare una serie di comportamenti corretti e di precauzioni per prevenire la diffusione della malattia.
Per tutti: non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, che non siano etichettati con bollo sanitario ovale. Smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e chiusi e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici o ai cinghiali. Non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali. Informare tempestivamente i servizi veterinari del ritrovamento di una carcassa di cinghiale
Per i cacciatori: pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia; eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate; evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato
Per gli allevatori: rispettare le norme di biosicurezza, in particolare il cambio di abbigliamento e calzature quando si entra o si lascia l’allevamento e scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti; notificare tempestivamente ai servizi veterinari sintomi riferibili alla PSA e episodi di mortalità anomala.