“Sono riminese, sono una barista e soprattutto una donna. Fra ieri e oggi quello che ho subito dagli alpini è svilente di ogni donna. Un alpino ha provato a leccarmi sulla bocca mentre prendevo un ordine al tavolo. Uno mimava un atto sessuale mentre mi giravo per sparecchiare”.
Sta montando sempre più, grazie anche ai social, il caso delle molestie subite da diverse donne durante l’adunata nazionale degli Alpini conclusa la scorsa domenica a Rimini.
“Un altro mi ha spinto in modo da farmi sedere sulle sue ginocchia. I commenti neanche li conto perché sarebbero troppi. I commenti delle persone sono sempre ‘ma è stata una goliardia’. Questa non è goliardia. Questa è molestia”.
Si sono ritrovati così, ieri, nella centrale piazza Cavour a Rimini, un centinaio tra uomini e donne per una assemblea pubblicata nata come “contro adunata”, per una assemblea pubblica nata a ridosso del raduno nazionale degli Alpini e dei loro comportamenti agiti nei confronti di diverse donne, quasi tutte impiegate nel settore della ristorazione.
L’assemblea nasce dal gruppo Non una di meno della città dopo aver ricevuto centinaia di denunce da parte delle donne, soprattutto bariste e cameriere, molestate da decine e decine di alpini.
"Quelle che sono successe - ha osservato al microfono una giovane impiegata in un hotel - non sono cose nuove, certi approcci, certi modi di dire non sono cose nuove. Quello che è sconvolgente è che tante persone, tutte in una volta, si sono sentite legittimate a comportarsi in quel modo che non è affatto goliardico. È stata data la città in mano agli Alpini".
Un’altra ragazza che lavora in un locale del centro di Rimini ha aggiunto: “Queste cose avvengono tutti i giorni non solo in occasioni come queste ma è scontato che se si mettono insieme tanti uomini in un simile contesto accadano. Sabata ero sola al lavoro, sono entrati in tanti a consumare. Ero sola e si sono sentiti in dovere di farmi complimenti, rivolgermi apprezzamenti non graditi, che non volevo. Non rispondendo alcuni si sono innervositi, non capivano mi dicevano 'devi risponderci, siamo Alpini'. Abbiamo consegnato loro la città: abbiamo dato agli Alpini, per quei giorni, la legittimazione del potere".
E il gruppo di “Non una di meno” non ci sta e già alla seconda giornata dell’adunata nazionale denunciava ciò che stava accadendo: “Sono già numerosissime le segnalazioni di molestie e catcalling da parte di alpini, per lo più ubriachi, ai danni di donne di ogni età, ancor più pesanti quelle subite sul luogo di lavoro da chi non può rispondere a tono o sottrarsi a questa violenza. Come dal miglior copione della violenza patriarcale, ai commenti sessisti seguono quelli razzisti con vari inviti a persone nere e razzializzate a “tornare a casa loro”, senza contare che queste persone sono già a casa propria, sono cittadin* di Rimini mentre gli invasori a ben guardare sono dei pennuti militari. Incredibile ma vero, un gruppo di oltre 400.000 uomini, imbevuti di machismo patriarcale, concentrati in un solo luogo allo scopo di ubriacarsi, genera una dinamica di branco in cui si fa a gara a chi ce l’ha più duro e ognuno si sente in diritto e in dovere di reclamare il possesso del corpo di ogni donna che gli passa accanto”.
Sui social intanto monta l’indignazione. In diversi tweet vengono riprese le notizie delle molestie mentre rispondo alpini che chiedono scusa a nome dei loro compagni. “Chiedo scusa a nome di tutti, sono cose che sporcano il cuore degli alpini”, si legge in alcuni commenti.
Ma ciò che reca più sdegno e dolore è la minimizzazione, il derubricare la molestia a cosa da poco, ad atto goliardico.
L’Associazione alpini ha stigmatizzato l’accaduto definendoli però “fisiologici episodi di maleducazione” rimarcando anche che, dopo gli opportuni accertamenti, alle Forze dell'ordine non è stata presentata alcuna denuncia. E ha ribadito che le quanto successo non può “certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall'Adunata”. Poi il presidente dell'Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero sottolinea: ”Se ci sono denunce circoscritte e circostanziate prenderemo provvedimenti, ma al momento non ne risultano".
Sulla vicenda interviene il ministro della Difesa Lorenzo Guerini: "I comportamenti raccontati da alcune donne sono gravissimi. Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Episodi, voglio ribadirlo con forza, che sarebbero all'opposto dei valori degli Alpini e di una manifestazione che è celebrazione di solidarietà, principi e bellissime tradizioni. È sbagliato fare generalizzazioni - sottolinea il ministro - ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza: le molestie e le violenze non devono mai e in nessun caso trovare alcuna giustificazione e vanno condannate senza esitazioni".
Annuncia una interrogazione parlamentare il deputato e presidente di +Europa, Riccardo Magi. "Decine di donne stanno denunciando casi di molestie, con accuse circostanziate, da parte di alcuni Alpini in occasione dell'adunata di Rimini. Credo sia necessario fare chiarezza, non minimizzare l'accaduto come pare abbiano cercato di fare gli organizzatori, né tantomeno far cadere queste accuse nel vuoto: presenterò per questo motivo una interrogazione ai ministri dell'Interno e della Difesa, Luciana Lamorgese e Lorenzo Guerini", dichiara Magi. "Di fronte a queste denunce non si può avere un atteggiamento omertoso: si sta indagando? Si stanno verificando le immagini delle telecamere disposte nella città di Rimini e nei luoghi dove sarebbero avvenuti questi fatti? E' stata avviata una indagine interna al corpo degli Alpini? Si sta lavorando per individuare gli eventuali autori di queste molestie? Credo sia doveroso fare chiarezza, per le donne che con coraggio stanno denunciando questi fatti ma anche - conclude Magi - per il buon nome dell'Esercito italiano e degli Alpini".