Il voto alle Nazioni Unite

Onu: risoluzione Usa contro la Corea del Nord, Cina e Russia pongono il veto e il testo non passa

Nella bozza promossa dagli Stati Uniti, si volevano imporre nuove sanzioni al regime di Pyongyang. Gli altri 13 membri del Consiglio di sicurezza hanno votato a favore

Onu: risoluzione Usa contro la Corea del Nord, Cina e Russia pongono il veto e il testo non passa
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L'aula del Consiglio di sicurezza dell'Onu

Cina e Russia hanno posto il veto a una bozza di risoluzione Onu, proposta dagli Stati Uniti, che intendeva imporre nuove sanzioni alla Corea del Nord in conseguenza dei suoi attacchi con missili balistici, estendendo il divieto di lancio ai missili da crociera o a “qualsiasi altro sistema di lancio in grado di fornire armi nucleari”. Gli altri 13 membri del Consiglio hanno votato a favore del testo, che prevedeva una riduzione delle importazioni di greggio di 1 milione di barili all'anno (arrivando a 3 milioni) e petrolio raffinato di 125.000 barili (portandole a 375.000) da parte di Pyongyang. Già prima del voto la Cina aveva detto che la mossa degli Usa non avrebbe risolto alcun problema.

La bozza avrebbe inoltre limitato “ulteriormente la capacità della Corea del Nord di portare avanti i suoi programmi illegali di armi di distruzione di massa e missili balistici”, si era precisato da parte americana. Nel testo si puntava anche a impedire l'export nordcoreana di “combustibili minerali, oli minerali e prodotti della loro distillazione”; infine, si voleva imporre il congelamento dei beni al gruppo di hacker Lazarus, che secondo gli Usa è controllato dal Reconnaissance General Bureau, la principale agenzia di intelligence della Corea del Nord. La bozza di risoluzione americana prevedeva anche di vietare le esportazioni verso la Corea del Nord di orologi e qualsiasi vendita o trasferimento di tabacco.

Pyongyang è soggetta alle sanzioni Onu dal 2006, che il Consiglio di Sicurezza ha costantemente - e all'unanimità - intensificato nel corso degli anni, per tagliare i finanziamenti ai suoi programmi di armi nucleari e missili balistici. Cina e Russia tuttavia hanno spinto per un allentamento delle sanzioni per motivi umanitari. Una risoluzione del Consiglio di sicurezza, per passare, ha bisogno di nove voti a favore e nessun veto da parte dei membri permanenti (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Usa). Pechino già ieri aveva precisato, tramite un portavoce della missione all'Onu, che gli Usa conoscono “il modo migliore per ridurre l'escalation, ma semplicemente resistono”, affermando anche che Washington dovrebbe mostrare “più sincerità e flessibilità” se vuole una svolta con la Corea del Nord.

Si è appreso off the records che diversi alleati di Washington si sono lamentati dell’insistenza americana per tenere un voto in ogni caso, sapendo che Cina e Russia avrebbero posto il veto. Per gli americani “era peggio non fare nulla” e “lasciare che i test nordcoreani continuassero senza reazioni". Come ha infatti spiegato la rappresentante del governo di Washington, "il voto di oggi non può essere più chiaro: la Corea del Nord ha lanciato nei giorni scorsi tre missili balistici ed è una minaccia della pace e sicurezza dell'intera comunità internazionale” ha detto l'ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas-Greenfield in Consiglio di Sicurezza, prima del voto. “È innegabile che Pyongyang continua il suo programma di missili balistici in violazione di numerose risoluzioni Onu e non possiamo lasciare che normalizzi questo comportamento illegale e destabilizzante, – ha aggiunto Thomas-Greenfield – non possiamo che questo diventi la nuova norma”. L’ambasciatrice degli States all’Onu ha inoltre affermato che “l'azione del Consiglio di sicurezza non è la ragione per l'escalation della Corea del Nord ma è l'inazione del Consiglio che la abilita”.

A stretto giro, non si è fatta attendere la risposta russa: “Abbiamo più volte ribadito che inasprire le sanzioni è un vicolo cieco che produce pressioni disumane e senza efficacia nei confronti di Pyongyang” ha dichiarato l'ambasciatore russo all'Onu Vassily Nebenzia. “Gli Usa e gli alleati sembrano non avere altra soluzione alle crisi che imporre sanzioni”, ha aggiunto Nebenzia. Da parte sua, l'ambasciatore cinese all'Onu, Zhang Jun, ha affermato, dopo il voto, che la mossa degli Stati Uniti “ha allontanato il Consiglio dal dialogo e dalla conciliazione”. Una risoluzione coercitiva dell'Onu “non farebbe che peggiorare la situazione”, aveva dichiarato invece Zhang prima di votare la bozza di risoluzione, parlando con i cronisti e manifestando il “totale” disaccordo di Pechino con “ogni tentativo di fare dell'Asia un campo di battaglia o di crearvi scontri o tensioni”. L’ambasciatore cinese aveva anche chiesto di “evitare qualsiasi azione provocatoria”, rivolgendosi agli Usa e chiedendo loro “di riprendere il dialogo con la Corea del Nord”.