La vita tra guerra e sanzioni

Ritorno agli anni '80 per l'industria automobilistica russa: via airbag e ABS, ok alle auto Euro 0

Con un decreto del governo di Mosca per l'industria automobilistica locale sarà ora possibile ignorare gli standard sulle emissioni e quelli di sicurezza. Insieme a una ventata di autarchia che riporta in auge il marchio di epoca sovietica Moskvich

Ritorno agli anni '80 per l'industria automobilistica russa: via airbag e ABS, ok alle auto Euro 0
pixabay
Un modello di auto Moskvich prodotta al tempo dell'Unione Sovietica. L'azienda è stata fondata intorno al 1930 e ha operato fino al 1991, ma fin dall'inizio ha avuto problemi di qualità. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, il produttore d'auto è stato privatizzato e successivamente ha dichiarato fallimento.

Il combinato disposto dalla carenza delle componenti elettroniche insieme con le sanzioni occidentali, stanno riportando l'industria automobilistica russa indietro agli anni '80, con le case automobilistiche locali ora autorizzate a ignorare gli standard sulle emissioni e non più obbligate a dotare i loro veicoli di importanti kit di sicurezza come airbag, ESP, ABS o persino i pretensionatori delle cinture di sicurezza. 

La notizia arriva dal giornale russo Kommersant, le pesanti sanzioni disposte dai paesi occidentali non hanno solo spinto molte case automobilistiche estere ad abbandonare il mercato locale ma hanno anche aggravato la già pesante carenza di componentistica, con il governo costretto a prendere la decisione, di allentare gli standard di sicurezza e ambientali. Numerose ma forse inevitabili le ironie di tanti utenti social, in rete.

Il decreto approvato da Mosca varrà fino al 1 febbraio 2023  e con lo stesso provvedimento si ridurranno anche significativamente gli standard ambientali, per cui sarà anche possibile comprare auto che rispettino i requisiti previsti dalle normativa tra Euro 0 a Euro 5 (prima della guerra era possibile acquistare auto solo da Euro 5 in su), un salto indietro a quanto era previsto nel 1988, più di trent'anni fa.

Tutto questo mentre la produzione del marchio automobilistico russo di epoca sovietica Moskvich potrebbe riprendere utilizzando una piattaforma cinese in collaborazione con il produttore di camion Kamaz (KMAZ. MM), come ha riportato Reuters giovedì, con un nuovo modello da costruire nell'ex fabbrica abbandonata da Renault a Mosca.

Dopo che la Renault ha annunciato la sua uscita questa settimana dal mercato automobilistico russo, il sindaco di Mosca ha annunciato che la fabbrica sarà utilizzata per riavviare il marchio automobilistico Moskvich che risale all'era sovietica. Poco conosciuta al di fuori dell'ex Unione Sovietica e deis uoi Paesi satelliti, Moskvich è stata fondata intorno al 1930 e ha operato fino al 1991, ma fin da sempre ha avuto problemi di qualità. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, il produttore d'auto è stato privatizzato e successivamente ha dichiarato fallimento.

"Il proprietario straniero ha deciso di chiudere lo stabilimento Renault di Mosca. Questo è un loro diritto, tuttavia, non possiamo permettere che le diverse migliaia di forza lavoro forti si trovino disoccupate", hadichiarato il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin. "Pertanto, ho preso la decisione di registrare l'impianto come asset cittadino e riprendere la produzione di autovetture con lo storico marchio Moskvich".

La società cercherà di mantenere tutti gli attuali dipendenti dello stabilimento a lavorare lì, ha scritto il sindaco. Inizialmente saranno prodotte normali auto a benzina ma, ad un certo punto,  si passerà alla produzione di auto elettriche, secondo Sobyanin.