La telefonata

Il Pentagono telefona alla difesa russa, una tregua per evitare l'escalation militare

Fonti Usa riferiscono della trattativa: non più il ritiro delle truppe dai territori separatisti del Donbass, ma un cessate il fuoco in attesa di un referendum che potrebbe aiutare a evitare l'escalation militare del conflitto

Il Pentagono telefona alla difesa russa, una tregua per evitare l'escalation militare
AP Photo/Jose Luis Magana
Lloyd Austin, capo del Pentagono

Il 13 maggio, in una situazione di stallo profondo dei negoziati, è arrivata la nuova telefonata tra il Pentagono e la Difesa russa. Non accadeva dal 18 febbraio, sei giorni prima dell'invasione. Si è, dunque, riaperto un canale ad alto livello tra Washington e Mosca che appariva fossilizzato.

Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha chiamato l'omologo russo, Serghei Shoigu, chiedendo un cessate il fuoco immediato in cambio del negoziato sui territori occupati, altrimenti potrebbe verificarsi l'escalation di armi pesanti che nessuno dice di volere. Non solo: il portavoce del Pentagono ha sottolineato l'importanza di tenere le linee di comunicazione aperte anche se il contatto non è giudicato risolutivo nè può preludere a un immediato cambiamento delle posizioni russe. Non più dunque un ritiro delle truppe, ma un cessate il fuoco che potrebbe essere visto come un'opzione interessante per Mosca, in attesa di un referendum nelle zone filorusse del Donbass. “Unica via percorribile” secondo il resto della diplomazia al lavoro come il presidente Macron e quello cinese Xi Jing Ping. Notizia arrivata al quotidiano La Repubblica da autorevoli fonti Usa.

Nella complessa partita diplomatica s'iscrive in queste ore anche la questione dell'adesione alla Nato di Finlandia e Svezia, che ha offerto oggi al presidente turco Erdogan l'occasione di rimarcare il proprio ruolo: ha motivato la sua contrarietà all'ingresso nell'Alleanza dei Paesi scandinavi perché sarebbero "una pensione per le organizzazioni terroristiche". Uno stop che ha suscitato l'immediata reazione della Casa Bianca, con le telefonate del presidente Biden ai leader di Svezia e Finlandia e la successiva dichiarazione: "Hanno diritto di scegliere il proprio futuro". Cosa rilanciata a Berlino nella ministeriale della Nato anche dalla ministra tedesca Bearbock: “che scelgano i parlamenti e la popolazione" dei due paesi, “stiamo lavorando al processo di ratifica velocemente”. I ministri degli esteri discuteranno dell'opposizione annunciata da Ankara, insieme al Segretario di Stato americano Blinken, arrivato stamane nella capitale tedesca.

La questione dell'abbandono della politica di neutralità da parte di Helsinki è stata al centro di un acceso scambio telefonico tra il presidente finlandese Sauli Niinisto e il presidente Putin, che non ha stentato a definire la soluzione “un errore”. I due leader, secondo quanto riferito dal servizio stampa del Cremlino, "hanno avuto un franco scambio di opinioni alla luce dell'intenzione di presentare una domanda di adesione alla Nato annunciata dalla leadership finlandese".