L'Ucraina ha bisogno di aiuti militari e finanziari, ma anche che si progredisca ulteriormente con le sanzioni fino a “uccidere” le esportazioni della Russia.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba intervenendo al Forum economico di Davos in Svizzera spiega le esigenze del suo Paese: "Abbiamo un bisogno disperato delle armi, ma anche di assistenza macro finanziaria e poi dobbiamo riconsiderare la politica delle sanzioni". Che devono mirare a “uccidere la politica dell'export della Russia”.
In altre parole, spiega Kuleba, "basta comprare dalla Russia" che significa tagliare fuori i russi "dalle maggiori opportunità di fare soldi sull'arena globale" fino a sospendere completamente il commercio occidentale con la Russia.
"Il mondo dovrebbe smettere di acquistare beni e servizi russi perché ogni dollaro ed euro che la Russia ottiene viene investito nel sostenere il regime di Putin e nel mantenere in funzione la macchina russa dei crimini di guerra", ha detto.
Anche quello del petrolio e del gas è un circolo vizioso che deve essere interrotto, dice il ministro degli Esteri ucraino. “La Russia usa petrolio e gas come un'arma. Quello che sta succedendo ora è ridicolo: l'Europa sostiene l'Ucraina e paga il gas a Mosca che investe i profitti nella sua macchina da guerra infliggendo danni all'Ucraina”.
Kuleba accusa la Russia di “ricatto” sulla sicurezza alimentare
A Davos, il ministro degli Esteri ucraino è intervenuto sulla “questione del grano”. "La Russia sta cercando di ricattare la comunità internazionale con l'offerta di sbloccare i porti sul Mar Nero in cambio di un allentamento delle sanzioni, ha detto commentando le parole del vice ministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, secondo cui Mosca è disposta a consentire lo sblocco dei porti, a patto di una parziale revoca delle sanzioni.
"Qualsiasi politico o funzionario straniero che pensi di accettare questo gioco dovrebbe prima visitare le tombe dei bambini ucraini uccisi e parlare con i loro genitori" ha detto Kuleba.
I porti ucraini del Mar Nero sono stati bloccati da quando la Russia ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio e più di 20 milioni di tonnellate di grano sono bloccate nei silos nel Paese.
Rispondendo a una domanda sulla crisi alimentare scaturita dal conflitto, Kuleba ha detto che andrà sempre peggio: “Molti Paesi sentono già le ripercussioni della guerra e questo è solo l'inizio”.
Kuleba: “Questa è una guerra di identità”
"Putin pensa che collasseremo come Paese, ma noi non lo permetteremo, questa è una guerra per la nostra esistenza, è una guerra di identità, fra lo stato russo e il popolo ucraino", ha detto ancora il ministro degli Esteri ucraino Kuleba a Davos invitando la comunità internazionale ad agire in fretta perché il "prezzo" per alcune decisioni prese "in ritardo" è "perdita di vite e di territorio".
L'Ucraina non farà concessioni al presidente russo Vladimir Putin. “Cedere qui, fare concessioni là”, ha detto Kuleba, è una strategia fallimentare per prevenire la guerra ed è già stata usata dalle principali potenze mondiali dal 2014 al 24 febbraio 2022: "Otto anni di questa strategia hanno portato agli attacchi missilistici su Kiev e a spargimenti di sangue nel Donbass", ha sottolineato.
A una domanda sull'ingresso dell'Ucraina nella Nato ha risposto: "Ora penso ad altro, a vincere la guerra".