Le trattative a Bruxelles

Unione Europea: slitta intesa sul sesto pacchetto di sanzioni a Mosca, il nodo è lo stop al petrolio

Ungheria, Slovacchia e Repubblica ceca "troppo dipendenti" dal greggio di Putin. Si tratta sulle compensazioni. El Pais: "L'Unione prepara un piano d'emergenza con i razionamenti"

Unione Europea: slitta intesa sul sesto pacchetto di sanzioni a Mosca, il nodo è lo stop al petrolio
ANSA/MAXIM SHIPENKOV
Raffineria di petrolio JSC Gazpromneft MNPZ a Mosca, Russia

Slitta ancora l'accordo tra i 27 stati membri dell'Unione europea sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Nella parte che prevede il graduale embargo sulle importazioni di petrolio da Mosca, niente di fatto dalla quarta riunione del Coreper - il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati presso l'Ue. Le sanzioni non sono state ancora approvate, a due giorni dall'annuncio della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sull'arrivo del prossimo - sesto - pacchetto. 

Le 5 misure in campo: sulle prime quattro gli Stati membri hanno trovato la quadra, ma sulla quinta - il petrolio - non ancora. 

-Prima: nella lista dei soggetti sanzionati inclusi i responsabili dei massacri di Bucha e dell'assedio di Mariupol, ed il patriarca ortodosso Kirill (colpito per l'appoggio dato all'invasione dell'Ucraina), Alina Kabaeva - ex ginnasta e medaglia d'oro olimpica presunta compagna del presidente russo Putin. 

-Seconda: esclusa dal sistema Swift la Sberbank - prima banca  russa - assieme ad altri importanti istituti tra i quali tuttavia non figura la Gazprombank (la banca del colosso russo del gas indispensabile per i pagamenti delle forniture di metano, che l'Ue continua a comperare dalla Russia). 

-Terza: vietate le trasmissioni nell'Ue ad altri 3 canali di informazioni considerati vicini al Cremlino, dopo Russia Today e Sputnik. 

-Quarta: stop a consulenti e "spin doctor" europei per le imprese russe.

-Quinta: il vero punto dolente, ostacolo per avere il placet di tutti i 27 paesi membri. Nel quinto provvedimento dell'Unione è proposto un embargo "graduale" alle  importazioni di petrolio dalla Russia, effettivo entro 6 mesi per il greggio, ed entro fine anno per i prodotti raffinati.  

Parlamento Ue a Bruxelles AP/LaPresse
Parlamento Ue a Bruxelles

La dipendenza dal gas di Putin dei 3 paesi Ue
Ai Paesi più dipendenti dal petrolio russo e senza accesso al mare - Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca - che non hanno la possibilità di cambiare fornitori facilmente, concesse proroghe: la Slovacchia infatti, nel 2021 ha tratto ben 96% delle sue importazioni di petrolio dalla Russia, l'Ungheria è al 58% e la Repubblica Ceca circa la metà (Dati dell'Iea). Tutti e tre i Paesi ricevono greggio soprattutto dal braccio meridionale dell'oleodotto Druzhba, il più lungo del mondo, che parte dal Tatarstan russo.  

Le trattative serrate di Bruxelles
Le proroghe proposte nella Ue - inizialmente di un anno per Ungheria e Slovacchia - ora sono state allungate dalla Commissione davanti alle resistenze delle capitali, che possono sempre bloccare le sanzioni, da approvare all'unanimità. Secondo fonti diplomatiche europee, grazie alle discussioni "intense" condotte da quando il pacchetto è stato presentato, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, sono stati fatti dei "progressi molto importanti sulla maggior parte delle misure".

 

Il Primo ministro dell'Ungheria Viktor Orban Ansa
Il Primo ministro dell'Ungheria Viktor Orban

Le criticità restano quelle relative ai Paesi più dipendenti dal petrolio russo: tra cui appunto l'Ungheria, il cui primo ministro Viktor Orban ha definito "l'embargo sul petrolio una bomba atomica per l'economia magiara", ed ha posto sul piatto altre questioni (come lo sblocco del Pnrr ungherese, bloccato da molti mesi) e la procedura che "protegge il bilancio dell'Ue dalle violazioni dello Stato di diritto". Mossa, quella di Orban, che l'Alto Rappresentante Josep Borrell ha bollato come "inaccettabile". 

Tra gli altri Paesi anche la Bulgaria è molto dipendente dal petrolio russo, ma ha accesso al mare (quindi potenzialmente potrà diversificare l'import del gas con altre forse di approvvigionamento).    

Servono inoltre - sempre secondo quanto filtra da Bruxelles - "compensazioni economiche" per i costi che questi Paesi dovranno  affrontare per ritarare raffinerie calibrate sul greggio russo.

Le fonti a Bruxelles assicurano che non ci sono problemi "politici" sulla via dell'approvazione del pacchetto, che tuttavia in  teoria avrebbe dovuto essere varato prima del 9 maggio, giorno in cui la Russia di Vladimir Putin celebra la giornata della vittoria dell'Armata Rossa sul Terzo Reich e i suoi alleati. 

 

El Pais: il pacchetto di misure d'emergenza
Intanto il quotidiano spagnolo El Paìs ha scritto che la "Commissione sta preparando un pacchetto di misure di emergenza, che scatterebbero nel caso in cui la Russia interrompesse le forniture di gas all'Ue: piano che prevede razionamenti - con l'interruzione della fornitura di energia alle aziende - e misure di solidarietà tra gli Stati membri".