Violenza di genere

Violenza maschile contro le donne, via libera unanime del Senato alla risoluzione con 211 sì

La ministra Bonetti: "Un piano nazionale" che tiene conto dell'articolo 16 della Convenzione di Istanbul che prevede la riabilitazione per gli uomini maltrattanti", previsti "9 milioni per il 2022 di cui 2 per nuovi centri regionali"

Violenza maschile contro le donne, via libera unanime del Senato alla risoluzione con 211 sì
rainews.it
Al Senato della Repubblica oggi la relazione della Commissione sul Femminicidio su percorsi di trattamento per uomini autori di violenza, approvata all'unanimità la proposta di risoluzione unitaria

Tutti d'accordo in Senato sui percorsi di trattamento per uomini autori di violenza contro le donne. Pronti a chiedere "l'istituzione e il sostegno dei programmi rivolti agli uomini autori di violenza domestica e di genere". Nessuno infatti dice no alla risoluzione sulla relazione della Commissione femminicidio, approvata all'unanimità con 211 sì.

In Aula un coro di interventi femminili, senatrici da destra a sinistra, con qualche senatore che interviene durante la discussione. 

"Il contrasto alla violenza maschile contro le donne è una scelta sulla quale il nostro paese non intende arretrare. Lo abbiamo scelto come forma, azione, e direzione strategica di governo. Lo abbiamo voluto fare con scelte che siano strutturali, integrate, con risorse finalmente strutturali, così come finalmente è strutturale anche il piano strategico nazionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne, un piano nel quale abbiamo voluto inserire l'attuazione dell'articolo 16 della Convenzione di Istanbul per quanto riguarda la riabilitazione e il trattamento degli uomini autori di violenza. Lo abbiamo inserito con azioni specifiche nell'asse della prevenzione, con un'azione di monitoraggio necessaria per una verifica puntuale di questa azione, e con azioni di rafforzamento anche nell'asse della punizione".

Lo ha detto la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, intervenendo in replica nell'aula del Senato per la relazione della commissione femminicidio sui percorsi di trattamento per uomini autori di violenza. "Ricordo il disegno di legge, a firma mia e delle ministre Cartabia e Lamorgese nel quale si rafforza la necessità e la condizionalità di seguire questi percorsi di riabilitazione. Anch'io auspico che quest'aula possa procedere al più presto all'esame di questo disegno di legge".

"Abbiamo dato seguito agli investimenti destinati in via strutturale per i centri di riabilitazione e di recupero degli uomini maltrattanti lo scorso anno con un primo milione di euro, che è divenuto strutturale. Per l'anno 2022 abbiamo 9 milioni di euro che stiamo ripartendo: 2 milioni andranno all'azione prevista dalle regioni, con le quali stiamo anche procedendo alla definizione di criteri di accreditamento per i nuovi centri di riabilitazione per gli uomini maltrattanti e la definizione di quei requisiti standard e di linee guida che si rendono poi particolarmente necessari per l'efficacia dell'azione stessa".

"Nell'osservatorio di contrasto alla violenza maschile che sto costituendo la rappresentanza dei centri per gli uomini maltrattanti è prevista per definire quella sinergia e quella coprogettazione e co-attuazione che sono necessarie nella stessa strategia. L'impegno mio personale e di tutto il governo nel dare seguito a questa responsabilità è un messaggio importante da trasmettere al paese, soprattutto alle tante donne e purtroppo ai tanti bambini che accanto e insieme alle donne, sono sempre più oggetto di una violenza che viola i diritti fondamentali dell'essere umano, nel nostro paese e nei contesti qui vicino. Penso alla situazione dell'Ucraina che anche qui oggi credo sia doveroso richiamare", ha concluso Bonetti.

Il Ministro delle pari opportunità Elena Bonetti oggi al Senato Ansa
Il Ministro delle pari opportunità Elena Bonetti oggi al Senato

Il contrasto alla violenza maschile contro le donne è una scelta sulla quale il nostro paese non intende arretrare. Lo abbiamo scelto come forma, azione, e direzione strategica di governo. Lo abbiamo voluto fare con scelte che siano strutturali, integrate, con risorse finalmente strutturali, così come finalmente è strutturale anche il piano strategico nazionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne

Elena Bonetti, ministra pari opportunità

Il testo della risoluzione gira nelle chat con le firme autografe di tutti i capigruppo del Senato: un coro bipartisan che vede la relatrice Alessandra Maiorino (M5s) pronta a rivendicare con orgoglio "l'enorme successo, una pagina di politica bella, che depone per un percorso di maturazione della politica nell'ambito del contrasto alla violenza sulle donne". Qualche distinguo però si nota. Come quando interviene il meloniano Alberto Balboni, che dopo aver assicurato il voto di Fdi alla risoluzione, esprime "perplessità circa alcuni passaggi della relazione".  

Due i punti contestati: "l'affermazione secondo la quale sarebbe il modello patriarcale quello in cui si verificano i maggiori episodi di violenza sulle donne". E poi "l'ignorare l'influenza negativa di religioni extraeuropee che attribuiscono alla donna un valore inferiore e che producono atteggiamenti di sessismo e maschilismo", ricordando che "il 42 per cento delle violenze sessuali registrate in Italia sono commesse da stranieri di origine nord africana e il 33 per cento delle violenze in famiglia e il 71 per cento di reati di sfruttamento della prostituzione sono commessi sempre da stranieri". 

Parole che finiscono al centro dei successivi interventi. Molti non condividono l'impostazione, il dito puntato contro i migranti, e a difesa della cultura patriarcale. "Di questo lavoro sono orgogliosa, perché è un tassello importante della battaglia culturale contro l'asimmetria di potere, gli stereotipi e i pregiudizi della società patriarcale sottesi alla violenza di genere", dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio, non risparmiando una frecciata al capogruppo leghista Massimiliano Romeo. "Bisogna scardinare l'idea della sopraffazione patriarcale dell'uomo sulla donna perché è da quella che viene fuori la violenza", dice poi il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone. La relazione della Commissione sui ‘percorsi trattamentali per uomini autori di violenza nelle relazioni affettive e di genere’ cita 5 volte la parola "patriarcale". Ricordando, ad esempio, gli "elementi culturali di matrice patriarcale e maschilista" che concorrono al fenomeno della violenza sulle donne, da cui deriva "la legittimazione del potere dell'uomo sulla donna" e ancora "la visione statica e rigida delle identità di genere maschili e femminili e delle relative funzioni sociali previste". Una "tradizione culturale produce effetti, tanto sulle donne quanto sugli uomini, a prescindere dal fatto che il singolo vi si riconosca: "Anche l'uomo che più si sente estraneo alla cultura patriarcale si confronta intimamente con essa, con i suoi stereotipi e i pregiudizi", si legge nel testo.