L'intervista

Zelensky a Porta a Porta: "Pronto a parlare con Putin ma senza ultimatum"

Nella prima intervista a una televisione italiana, il presidente ucraino ribadisce l'intenzione di voler trattare con il nemico ma senza accettare condizioni pesanti da parte di Mosca. Poi ringrazia l'Italia, Draghi e papa Francesco (con un appunto)

Zelensky a Porta a Porta: "Pronto a parlare con Putin ma senza ultimatum"
ANSA/US RAI 1
Un'immagine tratta dall'intervista di Zelensky a "Porta a Porta"

Dal rischio di un attacco russo dalla Transnistria alla questione territoriale da sollevare in fase negoziale, fino alla possibilità di parlare con Vladimir Putin ma "senza nessun mediatore né condizioni di ultimatum". Poi il punto su negoziati e trattative, la situazione a Mariupol e nell'acciaieria Azovstal, le sanzioni, la Crimea e il Donbass. È un fiume in piena Volodymyr Zelensky, intervistato da Bruno Vespa nella puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera su Raiuno. Per la prima volta dall’inizio del conflitto, il presidente ucraino partecipa a un programma televisivo italiano.

Molti i punti affrontati nel corso dell’intervista, tutti rilevanti per comprendere come potrà svilupparsi il conflitto in corso. "Sono pronto a parlare con Putin, ma non devono esserci ultimatum e i russi devono uscire dal nostro territorio: è il primo passo per parlare", ha dichiarato il capo di Stato di Kiev, chiarendo che “non possiamo accettare alcun compromesso sulla nostra indipendenza, sulla nostra sovranità e integrità territoriale”. Zelensky ha poi aggiunto: “La questione delle trattative si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi e uccidono persone”. "Siamo pronti a fare uno scambio con i russi per salvare i vivi e portare fuori i nostri morti da Azovstal - ha detto - I civili sono già stati evacuati, ora restano i feriti, non vogliamo lasciarli lì. Si farà tutto il possibile".

Quando Bruno Vespa gli chiede della questione del Donbass e della relativa possibilità di arrivare a forme di autonomia concordate, il presidente ucraino taglia corto: “Ma lì non è rimasto niente, i russi hanno ucciso, distrutto e ora chiedono l’autonomia? Noi non riconosceremo mai l’autonomia” afferma netto. Rispetto al rischio di un attacco della Transnistria, ha detto di ritenerlo possibile, "ma non siamo molti preoccupati". Sulle possibili trattative con la Russia, ha detto: "Non ho mai parlato di riconoscere l'indipendenza della Crimea, non la riconosceremo mai come parte della Russia. La Crimea ha sempre avuto la sua autonomia, ha un suo Parlamento, ma all'interno dell'Ucraina". Il leader di Kiev, per lasciare aperto uno spiraglio alle trattative tanto auspicate, precisa che “la questione può essere accantonata, se questo può aiutare il dialogo”. In generale, ha sottolineato Zelensky, "proporre a noi di cedere qualcosa per salvare la faccia del presidente russo non è corretto da parte di alcuni leader".

Un grande ringraziamento, com'era prevedibile, è stato rivolto all'Italia per aver aderito alle sanzioni. Zelensky, parlando dal suo bunker con indosso l'ormai iconica maglietta verde-militare, commenta anche le dichiarazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi a Washington: "Non siamo in condizioni pari, ma il mondo è unito intorno a noi. Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità". Inoltre, pur ringraziando il Papa per gli sforzi in direzione di una tregua, ha definito "inaccettabile" che alla Via Crucis siano sfilate insieme le bandiere russa e ucraina: “Quella russa è la bandiera sotto la quale ci stanno uccidendo, cercate di capirlo” ha precisato Zelensky.