Brasile

Addio al giornalista Dom Phillips, ucciso in Amazzonia. La famiglia: il mandante resta ignoto

Scriveva per il Guardian e il Washington Post. E' stato assassinato mentre faceva ricerche per un libro sugli indios assieme ad un esperto brasiliano, anche lui trucidato

Addio al giornalista Dom Phillips, ucciso in Amazzonia. La famiglia: il mandante resta ignoto
Tom Hennigan via AP
Dom Phillips, il giornalista ucciso in Amazzonia

La famiglia di Dom Phillips l'ha salutato per l'ultima volta domenica a Niteroi, vicino a Rio de Janeiro.  Il giornalista britannico è stato ucciso all'inizio di giugno in Amazzonia,  insieme all'esperto indigeno brasiliano Bruno Pereira. 

La moglie di Phillips, Alessandra Sampaio, i fratelli Sian e Gareth e il cognato Paul Sherwood hanno partecipato ai funerali del 57enne: "Oggi Dom sarà cremato nel Paese che amava", ha detto la moglie. "Era una persona molto speciale, non solo per aver difeso ciò in cui credeva come professionista, ma anche per avere un cuore enorme e un grande amore per l'umanità". 

Phillips, giornalista freelance che aveva scritto per il Guardian e il Washington Post, stava facendo ricerche per un libro sulle minacce alle tribù isolate della Valle dello Javari, al confine del Brasile con Peru e Colombia.

Con lui c'era Bruno Pereira, esperto della regione che aveva prestato servizio presso l'agenzia federale per gli affari indigeni Funai. Il 5 giugno scorso i due scomparvero nella remota regione del fiume Javari. I loro resti sono stati recuperati nella giungla il 16 giugno, dopo che un pescatore ha confessato di averli uccisi.

I funerali di Phillips si sono svolti due giorni dopo quelli di Pereira, a Recife, nel nord del Paese, a cui hanno partecipato gruppi indigeni che hanno gli reso omaggio secondo la loro tradizione, con canti e balli. 

Fuori dal cimitero dove si teneva la cerimonia funebre per Phillips, alcune persone protestavano con cartelli: "Chi ha ordinato di uccidere Dom e Bruno?" 

La polizia dopo una veloce indagine ha concluso che forse erano coinvolte più persone negli omicidi, ma nessun mandante dietro il crimine, ipotesi contestata dagli indios e dalla famiglia di Phillips, che ha detto che continueranno a chiedere giustizia. "E' stato ucciso perché ha cercato di raccontare al mondo cosa stava succedendo alla foresta pluviale e ai suoi abitanti", ha detto Sian Phillips. Nella lontana valle dello Javari, secondo i racconti della stampa brasiliana, si svolgono molteplici attività illecite, a cominciare dal traffico di droga.

 Tawy con il padre Wahu sulle spalle (gennaio 2021) (Erik Jennings Simões/Instagram)
Tawy con il padre Wahu sulle spalle (gennaio 2021)