Le reazioni al voto

Amministrative, Letta: "Il Pd è il primo partito d'Italia"

I democratici festeggiano la vittoria a Lodi con il buon risultato raggiunto al primo turno da Andrea Furegato. Serracchiani: "Il nord non è più inespugnabile". Verini: "I risultati incoraggiano la linea del campo largo"

Amministrative, Letta: "Il Pd è il primo partito d'Italia"
ANSA
La sede del Partito Democratico, a Roma

L'orizzonte è un campo largo. Lo vedono così i Democratici il giorno dopo il voto guardando ai numeri che arrivano dalle città, a cominciare da Lodi dove si concentrano le attenzioni dello stato maggiore del Partito Democratico. C'è Damiano Tommasi che va al ballottaggio a Verona in una città fino ad oggi dominata dalla destra. E c'è la vittoria a Padova. Al Nazareno il barometro puntava al sereno già prima della chiusura dei seggi. Enrico Letta non c'è, tenuto lontano da un impegno che non poteva rimandare, viene spiegato dallo staff ma affida il suo commento a un video su Instagram: "Quello che già oggi emerge chiaramente è che il centrosinistra vince quando è unito, quando lavora in modo più unitario possibile, quando mette in campo candidature credibili. E poi esce fuori il dato forse per noi più importante in questo momento, il Partito democratico è il primo partito d'Italia. Su 26 capoluoghi di provincia - nota - la volta scorsa ne avevamo vinti solo sei: questa volta già al primo turno tre vittorie importanti, il sindaco Melucci confermato a Taranto, Giordani riconfermato a Padova. E c'è un nuovo sindaco di centrosinistra a Lodi strappato alla Lega. Un giovane di 25 anni, è veramente un gran bel segnale". 

E' proprio la vittoria di Lodi a regalare le maggiori soddisfazioni allo stato maggiore dem, con il buon risultato raggiunto al primo turno da Andrea Furegato, candidato del centrosinistra. La città lombarda è stata scelta dal segretario Letta per la chiusura della campagna elettorale, quando ha spiegato che il voto nei Comuni rappresenta un test importante in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Politiche in cui bisognerà scegliere fra progressisti e destre: "Non ci sono altre opzioni in campo", sono state le parole del leader dem. Lodi è infatti, uno dei Comuni simbolo della sconfitta dem alle amministrative del 2017. La scelta della città lombarda per la chiusura della campagna delle Comunali, però, risponde anche a un'altra considerazione: Furegato ha solo 25 anni. Chi meglio di lui può rappresentare quel Pd dei giovani, sensibile ai temi del lavoro, della scuola, della casa e dell'ambiente messi al centro dell'agenda dal leader dem fin dal suo insediamento al Nazareno? Ma soprattutto: in una campagna che si è accesa sui temi del salario minimo e del voto europeo sul pacchetto clima "Fit for 55", avere al fianco un candidato ventenne offre un assist importante per tornare su questi dossier. 

"I risultati che si stanno configurando incoraggiano la linea scelta ovunque dal Pd. Dove le forze progressiste sono unite, i risultati sono venuti" dice Walter Verini, tesoriere ed esponente della segreteria. "Colpiscono i risultati di Verona, Lodi, Parma e Piacenza", aggiunge. "Nel Nord che sembrava inespugnabile, le forze di centrosinistra hanno ottenuto risultati soddisfacenti".

L'analisi del voto però non può prescindere dalle considerazioni sui risultati ottenuti dal M5s, e in tal caso non mancano tra le fila dem dubbi sul fatto che il Movimento stia vivendo una evidente crisi e un'alleanza limitata ai pentastellati potrebbe non bastare. "Nel caso in cui il Pd si confermasse primo partito, significherebbe che da qui alle politiche può esserci un lavoro interessante da fare. Vediamo alla fine dei ballottaggi quali saranno i risultati" dice Verini. "Noi non vogliamo escludere nessuno, abbiamo fatto campagne elettorali e intese locali con attenzione ai temi concreti. Le alleanze devono essere più larghe possibili e si assume una grande responsabilità chi nel campo del centrosinistra pone dei veti", aggiunge.

Al Nazareno, intanto, si festeggia. C'è Peppe Provenzano, il responsabile Enti Locali, Francesco Boccia e le due capigruppo, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Ed è Boccia ad aprire una conferenza stampa nel segno della vittoria. "Il Pd è il primo partito da nord a sud - dice - con un successo da noi insperato. Vinciamo al primo turno a Lodi e Padova, e siamo primi a Verona, Parma, Piacenza, a Como, a Cuneo, al ballottaggio a Lucca e in città in cui la destra pensava di avere già vinto, come Monza. Noi sappiamo di non essere autosufficienti, non vogliamo esserlo, abbiamo sempre costruito un fronte ampio e vogliamo continuare in questo lavoro". La soddisfazione viaggia anche su twitter con un selfie di gruppo postato su twitter da Marco Meloni,  coordinatore della segreteria. 

Il risultato delle amministrative è “incoraggiante” dichiara Serracchiani. "Il nord non è più inespugnabile, teniamo Padova e riconquistiamo Taranto, siamo davanti in città in cui il centrosinistra ha sempre faticato, come Parma e Verona. Siamo anche consapevoli della fatica di costruire il campo largo, ma passi in avanti ne sono stati fatti" dice la capogruppo del Pd alla Camera. "Abbiamo capito che si vince se si è uniti e questa unità va cercata con coraggio e determinazione. Non vogliamo mollare nessuno - sottolinea - si vince se si è uniti, dove si è affermato Calenda i candidati venivano dal Pd, questo significa che il campo larga va costruito".

E la partita dei voti di lista potrebbe portare nuove e incoraggianti novità. Un Partito Democratico in testa alle preferenze degli italiani assegnerebbe al Pd il ruolo di federatore del centrosinistra, "democratico, progressista e riformatore", come vuole Enrico Letta. Un ruolo che rappresenta, però, un onere e un onore. Perché gli interlocutori del Pd continuano nel gioco dei veti incrociati. I Cinque Stelle non brillano al Sud, certo, ma l'asse con il partito di Giuseppe Conte sta dando risultati, se è vero che il numero delle realtà in cui si governa assieme sta aumentando. Ma il coinvolgimento sembra diretto anche agli interlocutori di centro, Carlo Calenda in primis, nonostante il leader di Azione abbia sottolineato più volte che, dove sono i Cinque Stelle non può esserci Azione"

L'idea, al Nazareno, è che si possa mettere sul piatto un programma snello, con dieci punti qualificanti attorno ai quali misurare la compatibilità delle forze politiche che aspirano al campo largo. I dem, dunque, lasciano la porta aperta a Calenda come a Renzi, sempre che ci sia un confronto sui temi e sui valori, così accadde con l'Ulivo, evitando di ricadere, però, negli errori dell'Unione. Per la presidente dei Senatori dem, Simona Malpezzi, "il campo largo è il tentativo di tenere tutti insieme nell'ambito dello schieramento di tutte le forze che si riconoscono nel centrosinistra: in alcune realtà siamo riusciti a farlo in altre no. Il Pd non pone veti e prova a tenere tutti insieme. Stiamo cercando di smussare gli angoli per provare a creare quel campo valoriale capace di contrastare la destra sovranista", sottolinea ancora Malpezzi avvertendo che "solo uniti possiamo riuscirci. Il Pd si è presentato ovunque ed è il perno di un campo largo riformista e progressista".