Il voto per l'Assemblea nazionale

Secondo turno delle elezioni in Francia

Lo "spettro" coabitazione e l'avanzata dell'estrema destra al Nord. I numeri e le sfide del voto francese di domani per i prossimi cinque anni di governo

Secondo turno delle elezioni in Francia
(ApPhoto)
Un uomo vota al primo turno delle elezioni parlamentari francesi a Lasse nella Nuova Aquitania

Poche ore all'apertura delle urne al secondo turno delle elezioni legislative, con cui i francesi domani sceglieranno i membri dell'Assemblea nazionale per i prossimi cinque anni. 

Tutto ancora da decidere anche perché finora si sono qualificati nella maggior parte dei casi solo i due candidati piazzati meglio in ogni circoscrizione alla fine del primo round di domenica scorsa dove l'astensione l'ha fatta da padrona.

Dei 577 dipartimenti in ballo, 539 si trovano nella Francia metropolitana, 27 nella Francia d'oltremare e 11 all'estero. La maggioranza presidenziale di Ensemble! è riuscita a qualificarsi in 421 circoscrizioni, la sinistra riunita nella Nuova unione popolare ecologica e sociale in 382, il Rassemblement national in 207 e l'alleanza di centrodestra in 89. 

Ensemble e Nupes si scontreranno in 272 circoscrizioni, mentre quelle dove si troveranno di fronte il partito di Marine Le Pen e la coalizione in sostegno a Emmanuel Macron sono 107. 

In 59 casi, invece, sarà duello tra Nupes e Rn, con Ensemble! tagliata fuori, mentre saranno otto i triangolari, previsti nel caso in cui ci sia un terzo investito che è riuscito a ottenere almeno il 12,5 per cento dei voti degli iscritti sulla lista elettorale. 

Il primo appuntamento elettorale, quello di domenica scorsa, è stato praticamente disertato. Il tasso di partecipazione è stato infatti del 47,51 per cento. Quello di astensione del 52,49 per cento. Fiato dunque sospeso per questa seconda domenica di voto.

La coalizione presidenziale di Emmanuel Macron Ensemble si è piazzata avanti per un soffio al 25,75 per cento - secondo i numeri del ministero dell'Interno, criticati dalla sinistra per il metodo di conteggio - seguita dalla Nuova unione popolare ecologica e sociale di Jean-Luc Melenchon al 25,66 per cento. Terza formazione quella di Marine Le Pen, il Rassemblement National, con il 18,68 per cento. Al quarto posto i Republicains con il 13,62 per cento. 

Il presidente francese Emmanuel Macron rischia la maggioranza Ludovic Marin/AFP Pool/AP
Il presidente francese Emmanuel Macron rischia la maggioranza

Le mappe del voto hanno confermato la distribuzione dell'elettorato vista alle presidenziali dello scorso aprile. La maggioranza presidenziale, presente al secondo turno in 417 circoscrizioni su 577 - un centinaio in meno rispetto al 2017 - ha conquistato soprattutto il favore della Francia occidentale. 

La sinistra riunita nella Nupes, qualificata in 380 dipartimenti - oltre 230 in più in rapporto a cinque anni fa - si è affermata nelle aree urbane estese del Paese e nelle grandi città, arrivando in testa o in ogni caso al secondo turno nella maggior parte delle circoscrizioni di Parigi, Marsiglia, Lione, Tolosa, Nantes, Bordeaux, Montpellier, Starsburgo e Lille. 

Territori dove Rn, il partito leader dell'estrema destra, è invece praticamente inesistente e ha invece consolidato la sua presenza nel Nord est e nelle zone rurali, staccando il pass per il voto del 19 giugno in 208 dipartimenti, più del doppio rispetto al 2017.

Il candidato dell'estrema sinistra francese Jean-Luc Melenchon uscito quasi vincitore all'ultima tornata (GettyImages)
Il candidato dell'estrema sinistra francese Jean-Luc Melenchon uscito quasi vincitore all'ultima tornata

La destra dei Republicains e dell'Unione dei democratici e degli indipendenti ha visto invece evaporare i suoi feudi, qualificandosi solo in 91 circoscrizioni sparse all'interno dell'Esagono. Per il secondo turno le proiezioni - che però non tengono conto di una eventuale più ampia mobilitazione - vedono avanti il campo presidenziale, ancora favorito a ottenere la maggioranza con un numero di seggi tra i 255 e i 295, mentre la Nupes è accreditata a essere la prima forza d'opposizione con 155-190 deputati. Il Rn ha invece la possibilità, per la prima volta nella sua storia, di formare un gruppo in Assemblea nazionale, che sarà composto probabilmente da un numero di parlamentari oscillante tra 20 e 45.

Sfida tutta da tenere d'occhio in cui sono coinvolti i ministri del nuovo governo come Elisabeth Borne, che in caso di sconfitta dovranno rassegnare le dimissioni come stabilito da una regola in vigore dal 2007. Le ultime proiezioni, che però non tengono conto della possibile mobilitazione tra primo e secondo turno, vedono il campo presidenziale ancora favorito a ottenere la maggioranza, relativa o assoluta, con un numero di seggi tra i 255 e i 295, mentre la Nupes è accreditata a essere la prima forza d'opposizione con 155-190 deputati. 

I seggi elettorali saranno aperti domani dalle 8 alle 18, ma nelle grandi città come Parigi, Lione o Marsiglia chiudono alle 20. A partire da quell'ora saranno comunicati i primi risultati degli istituti di sondaggio e finirà il silenzio elettorale. Alle urne si può recare anche chi è positivo al Coronavirus. A differenza delle elezioni presidenziali, in cui tutti i candidati hanno diritto alla parità di tempo di parola in radio e televisione, per le legislative vale la regola dell'equità. Ciò vuol dire che le emittenti concedono spazio alle forze politiche in base alla loro rappresentatività. 

La leader di Rn Marine Le Pen, foto profilo twitter twitter @MLP_officiel
La leader di Rn Marine Le Pen, foto profilo twitter

A causa della imprevedibilità del voto da settimane i maggiori esponenti della sinistra riunita nella Nuova unione popolare ecologica e sociale, tra i quali Jean-Luc Melenchon, continuano a evocare "la coabitazione" e cioè una soluzione politica in cui la maggioranza parlamentare e il capo dello Stato appartengono a schieramenti opposti. È una caratteristica tipica dei sistemi semipresidenziali e in particolare di quello francese. In questo caso il potere del presidente della Repubblica si contrae, perché nel dettare la linea politica del Paese e nel proporre le leggi quest'ultimo deve fare i conti con un Primo ministro e un parlamento che non lo appoggiano.

È lo scenario in cui sperano la Nupes e Melenchon, il quale pochi giorni dopo la rielezione di Emmanuel Macron a capo dell'Eliseo ha fatto un appello ai cittadini "a eleggerlo Primo ministro", definendo le elezioni legislative "un terzo turno" per la possibilità di imporre un freno alla politica macronista attraverso la conquista del parlamento. Le ultime previsioni degli istituti di voto smorzano in realtà le speranze della sinistra, accreditando la Nupes ad avere tra i 180 e i 210 seggi, mentre la quota per la maggioranza assoluta è fissata a 289. Allo stesso tempo, Ensemble rischia di riuscire a conquistare solo una maggioranza relativa. 

Nella storia della V Repubblica francese ci sono stati tre periodi di coabitazione: dal 1986 al 1988, il presidente socialista Francois Mitterrand è stato affiancato dal Primo ministro gollista Jacques Chirac. Ancora Mitterrand, dal 1995 al 1997, si è visto limitato da un altro Primo ministro gollista, Edouard Balladur. L'ultima situazione di questo genere, ma a parti inverse, si è verificata sotto il primo mandato di Chirac dal 1997 al 2002, anni in cui Primo ministro è stato il socialista Lionel Jospin.