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Csm: via libera definitiva dell'Aula del Senato con 173 sì

Il provvedimento di 43 articoli ha avuto disco verde nel testo già approvato dalla Camera

Csm: via libera definitiva dell'Aula del Senato con 173 sì
LaPresse
Approvazione del Ddl Riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm

L'aula del Senato ha approvato definitivamente la riforma Cartabia sul Consiglio superiore della Magistratura (Csm) e l'ordinamento giudiziario con 173 voti a favore, 37 contrari e 16 astenuti. La riforma, già approvata con lo stesso testo dalla Camera, è legge.

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha ricordato l'applauso del Parlamento il 3 febbraio all'invito espresso dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad approvare in tempi brevi la riforma: 'Oggi - ha detto - siamo qui per mantenere quell'impegno e trasformare in legge dello Stato una proposta che viene da lontano e che è stata costruita con il contributo di molti'. Nella seduta di ieri erano stati votati e respinti tutti gli emendamenti, compreso uno in merito di custodia cautelare, su cui era stato chiesto dalla Lega il voto segreto. Questa mattina si sono svolte le dichiarazioni di voto e il voto. 

Questi i capisaldi della riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm approvata in via definitiva dal Senato.

Torna il testo Cartabia: i collegi sono formati in modo tale da essere composti, tendenzialmente, dal medesimo numero di elettori e sono determinati con decreto del ministro della Giustizia, sentito il Consiglio superiore della magistratura, emanato almeno quattro mesi prima del giorno fissato per le elezioni, tenendo conto dell'esigenza di garantire che tutti i magistrati del singolo distretto di Corte d'appello siano inclusi nel medesimo collegio e che vi sia continuità territoriale tra i distretti inclusi nei singoli collegi, salva la possibilità, al fine di garantire la composizione numericamente equivalente del corpo elettorale dei diversi collegi, di sottrarre dai singoli distretti uno o più uffici per aggregarli al collegio territorialmente più  vicino.

Stretta su “Porte girevoli”: viene introdotto il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, come invece è attualmente consentito. Il divieto vale sia per le cariche elettive nazionali e locali che per gli incarichi di governo nazionali o locali. Dunque, c'è l'obbligo di collocarsi in aspettativa per l'assunzione dell'incarico. Allo scadere del mandato, i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive o incarichi di non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale. I magistrati candidati in competizioni elettorali ma non eletti, per tre anni non possono tornare a lavorare nella regione che ricomprendere la circoscrizione elettorale in cui si sono candidati né in quella in cui si trova il distretto dove lavoravano, in più non posso assumere incarichi direttivi e svolgere le funzioni penali più .

Fuori ruolo: si attua una riduzione del numero massimo dei magistrati fuori ruolo (oggi 200), ma è un principio contenuto nella delega, si stabilirà invece nei decreti attuativi il nuovo numero limite. I magistrati possono essere collocati fuori ruolo non prima di 10 anni di effettivo esercizio delle funzioni giurisdizionali. Viene abbassato da 10 a 7 il limite massimo di anni (con eccezione a 10 anni per gli organi costituzionali, di rilievo costituzionale e per gli organi di governo).

Separazione delle funzioni: E’ previsto un solo passaggio di funzione tra requirente e giudicante nel penale, entro i 10 anni dall'assegnazione della prima sede (escluso quindi il periodo di tirocinio di 18 mesi). Limite che non opera per il passaggio al settore civile o dal settore civile alle funzioni requirenti nonchè per il passaggio alla Procura generale presso la Cassazione. 

Stop a nomine a pacchetto: L'assegnazione degli incarichi direttivi/semidirettivi si decide in base all'ordine cronologico delle 'scoperture', per evitare le cosiddette 'nomine a pacchetto'. Si prevedono corsi di formazione sia prima di aver accesso alla funzione che dopo. Viene valorizzato nella scelta del candidato il possesso di caratteristiche rilevanti rispetto allo specifico posto messo a concorso; si rendono trasparenti le procedure di selezione, con pubblicazione sul sito del Csm di tutti i dati del procedimento e i vari curricula.

Fascicolo personale: si prevede di aggiornare i fascicoli di ogni singolo magistrato con tutti i dati rilevanti raccolti anno per anno. Il fascicolo contiene dati, non valutazioni di merito. Dunque, una fotografia complessiva del lavoro svolto, non un giudizio sui singoli provvedimenti) per tre anni non possono ricoprire incarichi direttivi. 

Composizione e funzionamento del Csm: I membri tornano ad essere 30. Di cui tre di diritto: Presidente della Repubblica; primo Presidente di Cassazione; procuratore generale della Cassazione; 20 i componenti togati (di cui 2 di legittimita', 5 pm e 13 giudicanti), 10 i componenti laici. Su questi ultimi, viene specificatamente richiesto il rispetto della parità di genere nella scelta delle candidature da parte del Parlamento. 

Accesso alla magistratura: Accessibilità al concorso direttamente dopo la laurea (decade l'obbligo di frequenza delle scuole di specializzazione); valorizzazione dei tirocini formativi e ufficio per il processo; attribuzione alla Scuola Superiore della Magistratura dell'organizzazione di corsi di preparazione al concorso in magistratura per i tirocinanti e per chi abbia svolto funzioni nell'ufficio per il processo del Pnrr.

 

Marta Cartabia durante l'approvazione del Ddl Riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm LaPresse
Marta Cartabia durante l'approvazione del Ddl Riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm