Il pm ha chiesto la convalida e il carcere

Duplice omicidio di Modena: "Quello del mio assistito credo sia stato un attacco di ira funesta"

Salvatore Montefusco ha confessato l'omicidio della moglie e della figliastra e ha parlato dell'arma utilizzata per ucciderle, un fucile la cui provenienza è ancora da chiarire

Duplice omicidio di Modena: "Quello del mio assistito credo sia stato un attacco di ira funesta"
ansa /elisabetta baracchi
Carabinieri davanti all'ingresso della villetta dove è avvenuto il duplice omicidio di due donne,madre e figlia. Castelfranco Emilia, Modena

"Quello del mio assistito credo sia stato un attacco di ira funesta. Secondo me non era premeditato". Lo ha detto l'avvocato Marco Rossi, che difende Salvatore Montefusco, imprenditore edile di 69 anni che lunedì a Cavazzona di Castelfranco Emilia (Modena) ha ucciso la moglie e la figlia di lei. "Oggi ha raccontato come lunedì, quando si è svegliato alle quattro del mattino, abbia fatto le stesse cose che fa da quando ha finito la quinta elementare, ovvero andare a lavorare. Dalle sue affermazioni - continua l'avvocato che ha difeso Montefusco nell'udienza di convalida davanti al Gip - sta emergendo un'ira funesta incontrollabile".

Il gip modenese Eleonora Pirillo si è riservato questa mattina in merito alla convalida dell'arresto di Salvatore Montefusco, l'imprenditore accusato del duplice omicidio, pluriaggravato, della moglie Gabriela Trandafir, 47anni, e della figlia di lei, Renata Alexandra, di 22, avvenuto lunedì nella casa dove la famiglia viveva, a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. L'uomo ha sparato alle due donne con un fucile. Il pm Francesca Graziano ha chiesto la convalida e il carcere, mentre l'avvocato difensore, Marco Rossi, i domiciliari a casa di una delle tre figlie che il 69enne ha avuto in un precedente matrimonio. 

Nel corso dell'udienza di stamattina, che si è tenuta all'interno del carcere Sant'Anna di Modena, Montefusco ha confermato quando già dichiarato davanti al pm nei giorni scorsi, ribadendo la propria responsabilità, parlando anche di presunte vessazioni che avrebbe subito dalle due donne nel corso dell'ultimo anno.

Salvatore Montefusco ha parlato anche dell'arma utilizzata per uccidere la moglie e la figlia di lei, Gabriela e Renata Alexandra Trandafir, un fucile la cui provenienza è da chiarire. "Ha detto - ha spiegato il suo avvocato, Marco Rossi -  di aver rinvenuto il fucile circa un anno fa all'interno di scatoloni che non aveva messo lui. Non ha dato responsabilità su chi ha messo gli scatoloni e ha dichiarato che era a conoscenza anche sua moglie dell'esistenza del fucile anche del luogo dove lo aveva messo". 

L'indagato ha anche confermato la presenza in casa del figlio minore della coppia, durante l'omicidio: "Quando ha continuato il suo gesto omicida - prosegue il legale - se l'è trovato tutto d'un tratto davanti a sua madre. Dichiara, Montefusco, che la madre si sarebbe riparata dietro al figlio e lui era talmente tanto arrabbiato che per non sparargli ha rivolto il fucile verso l'alto poi dopo lui ha dichiarato di aver detto al figlio di andarsene dicendo “'altrimenti uccido anche te” e il ragazzo è scappato.   L'avvocato Rossi non esclude di richiedere per il suo assistito una perizia di natura psichiatrica