Il piano del governo Johnson per contrastare l'immigrazione illegale

Gran Bretagna: via libera dell'Alta Corte al trasferimento dei migranti in Ruanda

Le partenze dei migranti sono in programma da martedì prossimo, previsto ancora un giudizio lunedì della Corte di Appello. L'Onu è contraria al piano: rischio di "danni gravi, irreparabili" per i migranti, se spediti in Ruanda

Gran Bretagna: via libera dell'Alta Corte al trasferimento dei migranti in Ruanda
Ap photo
Sbarco migranti in Uk, foto di repertorio

Non ci sarà lo stop ai primi voli del contestatissimo piano concordato dal governo di Boris Johnson con quello del Ruanda per il trasferimento nel Paese africano di una parte d'immigrati illegali sbarcati nel Regno Unito in attesa delle decisioni britanniche sull'iter delle loro richieste di asilo.

Lo ha deciso un giudice dell'Alta Corte di Londra, dando oggi l'ok alle partenze in calendario da martedì 14 a dispetto dei ricorsi presentati da organizzazioni di tutela dei diritti umani col sostegno dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr). Respinto il loro ricorso, il caso dovrà essere comunque vagliato dalla Corte d'Appello il prossimo lunedì.

Come previsto dal piano del governo di Boris Johnson, gli immigrati che entrano illegalmente nel Regno Unito saranno trasportati in aereo in Ruanda, dove attenderanno l'esito della loro richiesta d'asilo. Sono circa 31 le persone cui è stato detto che potrebbero salire sul primo volo per il paese dell'Africa orientale.

Un piano per scoraggiare il traffico dei clandestini, secondo il governo Uk 

Il progetto concordato dal governo di Boris Johnson con quello del Ruanda per il trasferimento nel Paese africano di una parte d'immigrati sbarcati illegalmente nel Regno Unito, vede il Paese africano utilizzato come una sorta di parcheggio durante il tempo necessario alle autorità di Londra per stabilire se concedere loro lo status di rifugiati e l'accesso. Il meccanismo viene giustificato dall'esecutivo britannico come uno strumento destinato a cercare di scoraggiare il traffico dei clandestini attraverso la Manica nell'ambito della promessa stretta post Brexit ai confini.

Il ricorso

Ad avviare l'azione legale di ricorso contro l'iniziativa del governo britannico sono stati quattro richiedenti asilo (tra quelli che il Regno Unito intende respingere verso il paese africano) sostenuti dalle associazioni per i diritti dei migranti e il sindacato degli agenti di frontiera, che riguardo l'accordo siglato ad aprile tra Londra e Kigali, hanno denunciato abusi e illegalità. 

Nell'udienza di oggi presso la Corte suprema, i quattro querelanti hanno riferito che a bordo dell'aereo di martedì ci sarà "un numero imprecisato di persone", e che inoltre alcune di esse sono di nazionalità afghana e siriana, entrambi Paesi colpiti da conflitti, che dunque renderebbero le persone eleggibili per l'asilo politico o la protezione umanitaria in accordo al diritto internazionale. 

Secondo i ricorrenti, fra i richiedenti asilo preavvertiti del trasloco imminente in Africa, vi sono 35 sudanesi, 18 siriani, 14 iraniani, 11 egiziani e persino 9 afghani "in fuga dal regime talebano". Mentre i media citano, fra le persone potenzialmente a rischio, il caso di un iracheno che afferma d'aver lasciato il proprio Paese poiché minacciato in quanto gay e che ora teme il 'soggiorno' temporaneo in Ruanda a causa della normativa restrittiva sull'omosessualità in vigore a suo dire in quello Stato africano pur filo-occidentale.

Contraria l'Onu

A contestare la linea del governo britannico c'è anche l'Onu, che ha espresso preoccupazione e ha invitato l'esecutivo a rispettare il diritto internazionale in materia di rifugiati nonché favorire canali di arrivo sicuri per le persone.

Secondo la legale dell'Unhcr Laura Dubinksy, i richiedenti asilo sono a rischio di "danni gravi, irreparabili" se spediti in Ruanda, Paese sulle cui capacità di gestire il flusso l'Onu "ha serie preoccupazioni", in particolare per quanto riguarda le salvaguardie legali e la possibile discriminazione degli omosessuali. "Queste preoccupazioni sono state comunicate alle autorità britannica e nondimeno la posizione del ministro (Priti Patel n.d.r.) è che l'Unhcr ha dato luce verde a questo piano, questa è una menzogna", ha concluso l'avvocato, smentendo le affermazioni riguardo un possibile via libera dato dall'Onu al piano del governo Johnson.