La guerra del gas

La Russia taglia del 15% il gas destinato all'Italia. Cingolani: "Nessuna criticità"

La preoccupazione resta, al punto che Eni si affretta a far sapere che "è impegnata in diversi paesi in cui opera, a concordare ogni possibile quantità addizionale di gas che possa contribuire alla sicurezza energetica italiana ed europea

La Russia taglia del 15% il gas destinato all'Italia. Cingolani: "Nessuna criticità"
Rainews.it

Prima l'annuncio: "Eni ha ricevuto comunicazione di una limitata riduzione dei flussi dal proprio fornitore russo relativamente all'approvvigionamento gas verso l'Italia". Poi la conferma: ''Eni conferma che Gazprom ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%". "Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate". "Eni sta costantemente monitorando la situazione'' assicura il portavoce del colosso energetico.

Cingolani rassicura: “Nessuna criticità”

L'annuncio e il conseguente taglio della fornitura del gas russo all'Italia non sono stati indolori, almeno a livello “psicologico”. Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, in merito alle notizie di una riduzione di forniture di gas russo prova a rassicurare tutti tramite la diffusione di una stringatissima nota: "L'andamento dei flussi di gas è costantemente monitorato in collaborazione con gli operatori e al momento non si riscontrano criticità". 

Eni cerca soluzioni

La preoccupazione resta, al punto che Eni si affretta a far sapere all'opinione pubblica che "è impegnata in diversi paesi in cui opera, a concordare ogni possibile quantità addizionale di gas che possa contribuire alla sicurezza energetica italiana ed europea". Lo precisa il gruppo energetico dopo notizie diffuse dall'agenzia Bloomberg secondo cui Eni sarebbe in trattative per incrementare acquisti di gas dall'Egitto ricordando che il colosso petrolifero italiano ha già un accordo con la società energetica statale egiziana Egas per aumentare i flussi di gas naturale liquefatto all'Europa di 3 miliardi di metri cubi all'anno. Il nuovo accordo, secondo l'agenzia statunitense, vedrebbe Eni e l'Egitto aumentare la capacità di esportazione all'Italia oltre quel livello entro i prossimi due anni.

Confindustria chiede interventi

Anche Confindustria fa sentire la propria voce dopo la notizia della riduzione delle forniture del gas in Italia e in Europa. "Confindustria sostiene la linea di intervento market friendly proposta dal Governo italiano la quale richiede necessariamente un'azione degli Stati membri coordinata in modo unitario. In termini semplificati si tratterebbe di introdurre un price cap di riferimento per i contratti di fornitura degli approvvigionamenti Ue". Lo afferma Aurelio Regina, delegato per l'Energia di Confindustria, audito in Commissione Attività produttive del Senato. "L'introduzione di un cap a livello europeo efficace rispetto alle importazioni di gas via pipeline - prosegue - si limiterebbe per i 27 Paesi ad un onere di socializzazione per le sole importazioni via gas naturale liquefatto stimabile in un onere a carico della finanza pubblica di circa 15 miliardi di euro per ogni 10 euro di differenza tra il cap ed il prezzo del gas nel mercato internazionale. Per quanto il contesto sia incerto è sicuramente più conveniente rispetto ad un Cap sui 70 miliardi di metri cubi importanti dal nostro Paese che costerebbe circa 7,6 miliardi di Euro".

Regina sottolinea: "Riteniamo che sia giunto il momento di un'operazione verità sul mercato del gas Ue e per questo avanziamo anche una proposta più strutturale. Se il cap non sarà accettato - come dimostrano i continui rinvii a livello di Consiglio Ue - bisognerebbe procedere subito con la realizzazione di una piattaforma di mercato regolamentata sovranazionale in grado di quotare prodotti fisici e finanziari a termine".