In Italia sono custodite 70 testate nucleari

Le basi americane della Nato in Italia, da Sigonella a Vicenza

La loro storia inizia nel 1951 a seguito della sottoscrizione di un'intesa di collaborazione ad hoc e godono di extraterritorialità

Le basi americane della Nato in Italia, da Sigonella a Vicenza
civa61/Wikimedia.org
Ingresso della base aerea militare di Sigonella

Joe Biden dichiara di voler rafforzare la presenza militare Nato in Europa ("in ogni ambito: terra, aria e mare"). Il presidente del Consiglio Mario Draghi parla di 70 militari americani in arrivo in Italia e di 8000 dei nostri pronti se fosse necessario.

Il vertice Nato a Madrid ma soprattutto l’evolversi della guerra in Ucraina ha rimesso al centro dell’attenzione basi dell’Alleanza Atlantica in Italia. Basi che furo essenziali ai tempi delle operazioni in Bosnia, Serbia e Kosovo. La loro storia inizia nel 1951 a seguito della sottoscrizione di un'intesa di collaborazione ad hoc: al momento, secondo stime ufficiose, nelle decine di installazioni militari a stelle e strisce, sul territorio italiano, vivrebbero almeno 13 mila militari.

Una base NATO gode di extraterritorialità: non è soggetta ai poteri giuridici della nazione in cui si trova e quello che avviene all’interno è coperto da segreto. In generale, vengono svolti l’addestramento di uomini e le esercitazioni coi mezzi, pianificata l’attività di spionaggio, controspionaggio e sabotaggio e la sperimentazione di nuovi sistemi bellici. Quale sia la consistenza numerica delle forze all’interno delle basi sul territorio italiano è un segreto: la NATO ha comunque pochissime forze armate permanenti, contando sugli eserciti dei 30 paesi aderenti al patto.

In totale in Italia sono custodite 70 testate nucleari, che sono dislocate in due basi: Aviano e Ghedi. Ad Aviano sono ospitate alcune bombe atomiche B61-4.  Altre bombe nucleari di tipo B61-3, B61-4 e B61-7 sono all’aeroporto militare di Ghedi. 

Ma quali sono le basi Nato e dove sono? Si parla di 120 ufficiali e 20 segrete. Ma sicuramente quelle più importanti e visibili sono le basi americane. 

 

Un drone americano Global Hawk presso la Naval Air Station (NAS) di Sigonella, in Sicilia Fabrizio Villa/Getty Images
Un drone americano Global Hawk presso la Naval Air Station (NAS) di Sigonella, in Sicilia

1) SIGONELLA, nella piana di Catania, è il principale hub dell'Aviazione di Marina Usa. La più  attrezzata base logistica in appoggio alla sesta Flotta americana nel Mediterraneo: qui sono di stanza i famosi droni spia “Global Hawk” essenziali per le missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Da questa base partono anche i droni d'attacco “Reaper”.  Sigonella rimane legata, nella memoria italiana, al 1985 quando Bettino Craxi si oppose alla consegna alla Delta Force di Abu Abbas e degli altri terroristi colpevoli del sequestro della Achille Lauro. 

2) NAPOLI sede dell’Allied Joint Force Command dal 2013, anno della riorganizzazione dell'area militare della Nato, rappresenta uno dei due comandi strategici operativi assieme all'Allied Joint Force Command Brunssum e dipendente direttamente dall'Allied Command Operations del “Supreme Headquarters Allied Powers Europe” , il quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa. Il comandante ha la responsabilità anche della VI flotta della Marina statunitense, che oltre alle basi di Sigonella e, appunto, Napoli - dispone di un attracco nel porto di Gaeta. A Mondragone, in provincia di Caserta, c’è invece il sotterraneo antiatomico per il comando americano e Nato da utilizzare in caso di guerra.

3) AVIANO, Pordenone, dove l’aeroporto, infrastruttura militare italiana, viene utilizzato dall'Usaf, l'Aeronautica militare statunitense. Dal 1955 è in vigore un accordo Usa-Italia per l'utilizzo congiunto della base, che è anche della Nato. Dal 1992 al 2005 è stato il quartier generale della “Sixteenth Air Force” trasferita poi a Ramstein, in Germania. Secondo un rapporto americano del “Natural Resources Defence Council” ad Aviano, sede del 31esimo Fighter Wing, sarebbero conservate bombe atomiche B61-4, di potenza variabile. Il loro numero potrebbe essere stato ridotto.

4) VICENZA, nella caserma Carlo Ederle (eroe della prima guerra mondiale), c'è la base dell'Esercito Usa, con il  173esimo Airborne Brigade Combat Team e lo United States Army Africa. Dal  2013 un altro campo ha affiancato l'Ederle, Camp Del Din. 

5) CAMP DARBY, a Pisa, nasce negli anni '50 è intitolata al brigadier generale  William O.Darby, ucciso dall'artiglieria nemica il 30 aprile 1945 sulle rive del Lago di Garda. E’  un deposito di missili, ordigni e munizioni cui attingono le forze Usa. Sotto controllo italiano, è improprio considerarla una base Nato

6) GHEDI, 25 km a sud di Brescia, c’è una struttura a gestione totalmente italiana classificata come 'Main operating base', addetta cioè ad attività esclusivamente militari.

7) MOTTA DI LIVENZA a Treviso, nella caserma Mario Fiore, è di stanza il “Multinational Cimic Group”, reparto multinazionale interforze a guida italiana 

8) LA SPEZIA dove c’è il “Centre for maritime research and experimentation”, specializzato in ricerche di tipo scientifico e tecnologico.   

9) POGGIO RECANATICO, a Ferrara,  c’è il “Deployable Air Command and Control Xentre” all’interno della base aerea dell'Aeronautica militare italiana,  a cui è affidato  il controllo dello spazio aereo dell'Alleanza. 

10) TARANTO dove si trova il comando delle forze navali e anfibie offerto dall'Italia alla Nato.

base militare Camp Darby, Pisa guerini_lorenzo/Twitter
base militare Camp Darby, Pisa