Dal 14 giugno apre al pubblico la casa di Cerere al termine degli interventi di restauro sugli apparati decorativi della preziosa domus: dai sontuosi pavimenti mosaicati agli affreschi del primo stile, dal rifacimento delle coperture al restauro del giardino e delle coltivazioni di orzo e grano.
La dimora deve il suo nome al busto in terracotta della dea Cerere, divinità della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, rinvenuto in uno degli ambienti aperti sull'atrio e, probabilmente, parte degli arredi di un piccolo luogo di culto domestico. Lungo la stessa via di Castricio, sulla quale affaccia la dimora, in un ambiente di fronte si può tornare ad ammirare lo scheletro di un cavallo rinvenuto nel 1938.