Transgender e diritti negati

Suicidio Cloe Bianco, per l'assessore Donazzan ad isolarla è stato il movimento Lgbt

Insegnanti, studenti, attivisti gay oggi si sono raccolti davanti al ministero dell'Istruzione a Roma per chiedere un'azione che prevenga ulteriori casi di discriminazione dei transessuali

Suicidio Cloe Bianco, per l'assessore Donazzan ad isolarla è stato il movimento Lgbt
ANSA
Cloe Bianco

Insegnanti, studenti, attivisti gay e attivisti #MeToo hanno organizzato questo venerdì una manifestazione davanti al ministero dell'Istruzione a Roma chiedendo un'azione per prevenire la discriminazione dei transessuali come l'insegnante Cloe Bianco che si è suicidata vicino a Venezia lo scorso fine settimana. "Che questo non accada mai più" si legge in uno degli striscioni sventolati dai manifestanti, che affermano che la donna è stata "sistematicamente insultata ed emarginata dall'odio". 

La storia di Cloe Bianco il cui corpo carbonizzato è stato ritrovato tre giorni fa all'interno del suo camper che chiamava la sua "piccola casa su quattro ruote" continua a tenere banco sui giornali. Cloe aveva deciso di togliersi la vita dopo anni di sofferenze e pregiudizi, uccisa da quella transfobia che aveva devastato la sua esistenza e la sua storia può essere un esempio delle discriminazioni che sono costretti a passare nel 2022 le persone transgender in Italia. 

La 58 enne era stata un’insegnante di Fisica all’istituto agrario “Mattei” di San Donà di Piave, in provincia di Venezia e, nel 2015, era entrata in classe indossando (come “sognava da quando aveva 5 anni”,  scriveva nel suo blog) abiti femminili e chiedendo agli studenti di non chiamarla più con il precedente nome maschile. Quel gesto non fu accettato da alcuni genitori degli alunni e a quanto pare da parte del corpo docente, ma soprattutto dopo le dure critiche dell'Assessore regionale all'Istruzione del Veneto Elena Donazzan le polemiche si fecero feroci e la Bianco venne sospesa dall'insegnamento e relegata a ruoli di segreteria. A nulla valse fare ricorso perché secondo il tribunale del Lavoro di Venezia la Bianco aveva manifestato troppo repentinamente il suo cambiamento alla scuola: “Se tempi e modi di tale scelta fossero stati attuati diversamente, questa sarebbe stata responsabile, corretta e consona alla funzione di docente”, è scritto nella sentenza.

Oggi sulla memoria di Cloe Bianco, insegnante transgender allontanata dal suo posto di lavoro dopo il cambio di sesso, si abbatte l'ennesima dichiarazione shock di Elena Donazzan, l'assessore della regione Veneto: "E' sconvolgente che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica - afferma in un'intervista a Radio 24 -. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt".   

Nell'intervista l'assessore continua a parlare al maschile della professoressa transgender, etichettandola per l'ennesima volta come 'un uomo vestito da donna'. Per Donazzan - che ha denunciato insulti e minacce sui propri profili - "sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò". "Perché dire che si è omosessuali è una affermazione - aggiunge -, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna ed i tacchi è un'altra cosa".   

Prof trans suicida - Il presidio davanti al ministero dell'Istruzione ANSA
Prof trans suicida - Il presidio davanti al ministero dell'Istruzione

E proprio dalla scuola - l'istituto di Agraria "Scarpa-Mattei" di San Donà di Piave - arrivano le parole di una studentessa che proprio ai social ha affidato il suo pensiero sulla tragica morte della docente. "Era la mia professoressa - ricorda Sara - e la cosa peggiore è che i genitori in primis erano delle merde che la vedevano come un fenomeno da baraccone facendo code lunghissime ai colloqui con lei (cosa che prima non succedeva mai) solo per vederla di persona e poi deriderla". "Purtroppo - continua - la mia scuola aveva professori e preside compresa che non aveva tatto nelle cose, sono stati i primi a parlarne con disprezzo".   

Tra i commenti al post spunta anche quello di una commessa di un negozio di scarpe, dove si serviva Cloe Bianco. "Avevo come cliente una SIGNORA felice perché avevamo scarpe coi tacchi fino al 44 - ricorda -. Il mio datore non la salutava, le mie colleghe me la 'rifilavano'. Ben contenta di metterle la scarpetta come Cenerentola e la trattavo come una vera principessa".