Napoli e Caserta

Superbonus con maxi frode: sequestrati crediti per quasi 800 milioni di euro

143 persone le fisiche e giuridiche coinvolte nell'inchiesta della Guardia di Finanza. Il 70% di questi risultava percettore o richiedente il reddito di cittadinanza

Superbonus con maxi frode: sequestrati crediti per quasi 800 milioni di euro
Ansa
Guardia di Finanza, immagine generica

Quasi 800 milioni di euro sequestrati che riguardano crediti derivanti da bonus edilizi e di locazione; 143 le persone fisiche e giuridiche coinvolte e residenti per la maggior parte tra Napoli e Caserta. 

Tra i finti titolari di crediti sono stati individuati anche soggetti più volte segnalati per esercizio abusivo dell'attività di parcheggiatore, o per essere risultati privi di partita Iva, per aver svolto attività d'impresa per un solo giorno o, ancora, per essere risultati impegnati in settori economici differenti da quello edilizio e persino per contiguità con la camorra, sia napoletana che casertana. 

Questo il risultato dell'inchiesta della Guardia di Finanza di Napoli partita da una analisi dei dati relativi a crediti per lavori di ristrutturazione, di efficientamento energetico e per canoni di locazione, previsti dal dl 34/2020, il cosiddetto 'decreto rilancio'.  

La Gdf, oltre a ricostruire l'intera filiera delle cessioni a catena effettuate dai responsabili, ha accertato che oltre il 70% di questi risultava percettore o comunque richiedente il reddito di cittadinanza.

"In particolare – hanno spiegato dalla procura di Napoli Nord - gli approfondimenti sono stati compiuti sulle negoziazioni dei due imprenditori vallesi, avvenute tra il 2021 e l'anno in corso, hanno consentito di individuare un'ulteriore, numerosa platea di cessionari, i cui crediti, al pari dei primi, derivavano da lavori edili e da locazioni immobiliari in realtà inesistenti. I cessionari, infatti, avevano comunicato all'Agenzia delle Entrate, attraverso l'inserimento di moduli di cessione al portale Entratel, la disponibilità di crediti dell'ammontare di svariati milioni di euro, ricevuti a fronte di fantomatici lavori di ristrutturazione di fatto mai eseguiti".

Uno dei responsabili, che avrebbe ricevuto lavori di ristrutturazione per oltre 34 milioni di euro e, al contempo, ne avrebbe eseguiti per oltre 30 milioni di euro, era in realtà detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.


La somma sequestrata comprende i crediti ceduti a Poste Italiane spa ai fini della loro negoziazione e la quantificazione è ancora in corso.   "L'attività illecita oggetto di accertamento che realizza un comportamento delittuoso già in precedenza monitorato – ha scritto la procuratrice Maria Antonietta Troncone – è di tale gravità, per l'elevatezza delle somme negoziate, da poter concretamente determinare un sensibile nocumento alle risorse pubbliche, depauperate e distolte dalla loro corretta destinazione alla riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale e all'attuazione della transizione ecologica, obiettivi di fatto divenuti di più difficile conseguibilità".