La valorizzazione del patrimonio archeologico industriale

Una distilleria come scuola, lo spazio di un mercato da far rivivere

Nel PNRR ci sono 3,4 miliardi di euro per la rigenerazione urbana. 159 i progetti presentati

Una distilleria come scuola, lo spazio di un mercato da far rivivere
AIPAI
Interno della ex Distilleria de Giorgi

Quante volte attraversando le nostre città ci siamo chiesti se una fabbrica dismessa o la vecchia stazione ferroviaria potesse avere un’altra opportunità di vita invece che essere solo un ricordo del nostro passato.

Il vecchio impianto siderurgico dismesso, il vecchio mercato del pesce in una delle tante città di mare della nostra penisola o perché no le vecchie miniere.

Cosa fare di questo patrimonio: abbandonarlo al suo destino o fare del nostro passato il nostro futuro abitativo, culturale e sociale?

Domande a cui si cerca di rispondere nella tre giorni  degli Stati Generali del Patrimonio Industriale organizzata da AIPAI (Associazione Italiana Patrimonio Archeologico Industriale).

Domande a cui in parte di potrà rispondere con i fondi del PNRR sia per quanto riguarda la rigenerazione urbana ( ben 3,4 miliardi di euro per 159 progetti) o in ambito culturale come ha anche dichiarato il Ministro Franceschini “il Ministero della cultura, in sinergia con le Amministrazioni Comunali coinvolte, ha individuato, nell’ambito del PNRR, alcuni beni e siti di notevole interesse culturale e rilevanza nazionale in stato di abbandono, come quelli del Porto Vecchio di Trieste, delle aree del Parco del delta del Po, e ancora dell’ex Manifattura Tabacchi a Palermo. Complessi architettonici che sono testimonianza identitaria della memoria culturale del Paese.”

Rainews.it ha chiesto a Edoardo Currà, Presidente di Aipai, il ruolo e l’importanza del patrimonio archeologico industriale

Importante quando si pensa al recupero di un patrimonio così importante è misurarsi con le esperienze di altri paesi come la Spagna e la Scozia per esempio.

Dall’Università di Siviglia il professor Julian Sobrino Simal ha portato l’esempio del recupero del patrimonio industriale della città di Cordova basata su alcuni criteri base come la territorialità, la temporalità e la socialità. Il professore  Sobrino parte dal concetto che quando si parla di riqualificazione si parla di “ecosistema”. Una visione, potremmo dire olistica del nostro patrimonio e del circostante che abbraccia anche la vita quotidiana.

 

Julian Sobrino Simal- Professore Università di Siviglia AIPAI
Julian Sobrino Simal- Professore Università di Siviglia

Come d’altra parte il progetto di riqualificazione del mercato del pesce a Livorno e del contiguo quartiere Venezia, o di quello di Genova messi a confronto con altri recuperi in Europa. Esempi virtuosi come l’ex distilleria De Giorgi a San Cesareo di Lecce diventata una scuola ma anche l’ex mercato ortofrutticolo di Bergamo.

Ma tanti sono gli esempi dall’hub ferroviario di Saronno al gasometro di Campi a Firenze.

Tutte opportunità di recupero e rivitalizzazione ma anche e soprattutto di tutela del territorio poiché attraverso la riqualificazione e rigenerazione si possono “rioccupare” aree ad usi civici, culturali, sociali, abitativi intere aree cittadine evitando ulteriore occupazione del suolo e quindi andando incontro al concetto di sviluppo e città sostenibili.

Un problema quello della riqualificazione del patrimonio archeologico industriale non solo italiano ma anche europeo e che ha già visto alcuni progetti di eccellenza  come per esempio l’ex centrale idroelettrica di Lipsia, diventata centro culturale e di accoglienza o come il bacino della Ruhr che rappresenta un esempio mondiale di riqualificazione. Un progetto che oltre a migliorare la qualità dell’ambiente, ha rilanciato l’economia locale, creando circa 5 mila nuovi posti di lavoro e contrastando lo spopolamento dell’area.

Riqualificare e recuperare per vivere meglio, risparmiare territorio e creare occupazione.

Ex gasometro a Ostiense -Roma - AIPAI AIPAI
Ex gasometro a Ostiense -Roma - AIPAI