Usa

Assalto a Capitol Hill, Cheney: "Trump ha provato a chiamare un testimone"

L'ex presidente Usa, Donald Trump, "voleva la guerra civile". È la convinzione manifestata dall'ex direttore della campagna del tycoon, Brad Parscale, in un messaggio inviato il 6 gennaio 2021 all'ex portavoce del presidente, Katrina Pierson

Assalto a Capitol Hill, Cheney: "Trump ha provato a chiamare un testimone"
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Assalto a Capitol Hill a Washington

La commissione parlamentare d'inchiesta sull'assalto al Capitol ha segnalato al Dipartimento di Giustizia il tentativo di Donald Trump di chiamare uno dei testimoni dell'indagine (il cui nome non è stato reso noto) per valutare eventuali profili penali. Lo ha riferito la vicepresidente, Liz Cheney, al termine dell'udienza di oggi, evocando una tentata corruzione di testimoni.

Trump chiedeva la guerra civile

L'ex presidente Usa, Donald Trump, "voleva la guerra civile". È la convinzione manifestata dall'ex direttore della campagna del tycoon, Brad Parscale, in un messaggio inviato il 6 gennaio 2021 all'ex portavoce del presidente, Katrina Pierson. Lo scambio di messaggi è stato reso pubblico oggi durante l'audizione alla Camera davanti alla commissione che indaga sull'assalto al Campidoglio.

"Trump sta puntando tutto sull'incertezza - scrisse Parscale -. Un presidente in carica che vuole la guerra civile... Questa settimana mi sento in colpa di averlo aiutato a vincere". "Tu - aveva risposto Pierson - hai fatto ciò che ritenevi giusto in quel momento. E quindi era giusto". "Sì - aveva risposto Parscale - ma una donna è morta". Il riferimento è, probabilmente, alla notizia dell'uccisione di Ashli Babbitt, la veterana abbattuta dai servizi di sicurezza del Congresso mentre tentava di passare attraverso una vetrata, all'interno del Campidoglio. 

"Se fossi Trump - aveva aggiunto Parscale - e sapessi che la mia retorica avrebbe ucciso qualcuno". Pierson aveva replicato: "Non era retorica". "Sì - aveva ribattuto l'ex direttore della campagna - lo era".

Trump avvertito del rischio di violenze

Alla vigilia del comizio del 6 gennaio 2021, l'ex portavoce della campagna di Donald Trump inviò un messaggio al capo dello staff presidenziale per avvertirlo che le "cose sarebbero sfuggite di mano". Lo ha detto alla commissione d'inchiesta del Congresso Katrina Pierson, che seguì Trump e organizzò il comizio poi sfociato nell'assalto al Campidoglio. La donna ha rivelato di aver inviato un messaggio a Mark Meadows il 2 gennaio per metterlo in guardia. Il capo dello staff del presidente la richiamò pochi minuti dopo per approfondire il contenuto dell'allarme. Pierson gli disse che c'erano persone "molto sospette" che avrebbero partecipato al comizio. Quello è stato lo stesso giorno in cui, secondo quanto dichiarato alla stessa commissione dall'ex consigliera presidenziale, Cassidy Hutchinson, Meadows aveva confessato che le cose "sarebbero finite molto male".

La Commissione mostra messaggi degli organizzatori che sapevano del piano

Che quel tweet con cui Trump chiamò all'azione contro il risultato elettorale non fosse un appello spontaneo, ma una deliberata strategia decisa in anticipo da Trump stesso, lo prova una bozza del tweet scritta dallo stesso Trump, conservata negli archivi nazionali e mostrata oggi in udienza dalla commissione che indaga sull'assalto al Capitol. La commissione ha fatto vedere anche messaggi di alcuni organizzatori del comizio del 6 gennaio che sapevano del piano di marciare sul congresso ma stettero zitti. Uno di loro, Kylie Kremer, scrisse che l'allora presidente avrebbe sollecitato a breve "inaspettatamente" di marciare sul Capitol.