La fine della XVIII legislatura

Elezioni, al voto il 25 settembre. Draghi ringrazia Mattarella e i ministri: "Orgogliosi"

Dopo lo scioglimento delle Camere da parte del capo dello Stato, la scelta del governo dimissionario. Le norme della Costituzione che disciplinano la fine di una legislatura e l'indizione di nuove consultazioni per il rinnovo del Parlamento

Elezioni, al voto il 25 settembre. Draghi ringrazia Mattarella e i ministri: "Orgogliosi"
ANSA/ FRANCESCO BONGARRA'

Dopo lo scioglimento delle Camere, il cui decreto è stato firmato dal presidente della Repubblica, il governo ha assunto la decisione sulla data delle prossime elezioni politiche: si terranno il 25 settembre. La conferma arriva in questi minuti mentre è il corso il Consiglio dei ministri. 

“Come sapete, questa mattina ho rassegnato le mie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica, che ne ha preso atto, chiedendo di restare in carica per gli affari correnti. Voglio ringraziare prima di tutto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la fiducia accordatami e per la saggezza con cui ha gestito questa fase di crisi”. Con queste parole il presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi ha aperto la riunione del governo che ha stabilito la data delle prossime elezioni. “Voglio poi ringraziare voi tutti - ha aggiunto, rivolgendosi ai ministri - per la dedizione, la generosità, il pragmatismo che avete dimostrato in questi mesi. Dobbiamo essere molto orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto, nel solco del mandato del presidente della Repubblica, al servizio di tutti i cittadini”.

 

Il calcolo: tra i 60 e i 70 giorni per indire nuove elezioni

Ha prevalso la valutazione sul calcolo, già fatto nelle scorse ore, prescritto dalla Costituzione, che all’articolo 61 dice: “Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti”, ovvero dal giorno in cui la legislatura ha avuto fine. Trattandosi in questo caso di scioglimento anticipato del Parlamento, anche se di pochi mesi rispetto alla sua naturale scadenza, l'articolo 88 primo comma della Costituzione stabilisce che il Capo dello Stato deve “sentire” prima i presidenti delle due Camere, cosa che Sergio Mattarella ha fatto nel pomeriggio, incontrando il presidente della Camera, Roberto Fico, e la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Con la fine della XVIII legislatura repubblicana, e con l’annuncio dal Quirinale dello scioglimento del Parlamento, bisogna quindi calcolare settanta giorni a partire dal 21 luglio. Si arriva così al 29 settembre, il limite massimo entro il quale tenere le nuove consultazioni elettorali che andranno a rinnovare Camera e Senato (si ricorda, con una nuova e ridotta composizione). Essendo il 29 settembre un giovedì, la domenica cerchiata di rosso come data utile era quella del 25, trovandosi nell’intervallo tra il 19 (60 giorni) e il 29 (70 giorni).

Il limite minimo è stato fissato a 60 giorni da una legge di attuazione (DpR 104 del 2003) della riforma Tremaglia, che attribuiva dei seggi in Parlamento agli italiani residenti all'estero. Infatti, tutte le procedure per la presentazione delle liste, la stampa delle schede elettorali per le cinque circoscrizioni Estere, è materialmente impossibile sotto questo lasso di tempo. Tra l’altro, anche per i partiti che si presentano in Italia, le procedure di presentazione delle liste e la raccolta delle firme (per le formazioni politiche prive di gruppi parlamentari nelle due Camere) sono lunghe e laboriose, tanto che finora non si è mai scesi sotto i 63 giorni dallo scioglimento delle Camere per indire nuove elezioni.