La tregua

Il M5s voterà la fiducia a Draghi, rinviata l'uscita dalla maggioranza

In serata la conferma del sì. Mezzo stop di Conte: "Mai assicurato il sostegno all'esecutivo, dipenderà dalle risposte"

Il M5s voterà la fiducia a Draghi, rinviata l'uscita dalla maggioranza
LaPresse
Draghi e Conte

La giornata di Giuseppe Conte termina con la riunione degli eletti del Movimento 5 Stelle a Camera e Senato in cui l'ex premier nega di aver mai assicurato il sostegno all'esecutivo, ma che anzi questo "dipende dalle risposte" che verranno date alle richieste pentastellate. Quasi una minaccia che poi alla fine lascia il passo a quello che i critici dell'ex premier in Parlamento etichettano come l'ennesimo penultimatum.

La maggioranza di deputati e senatori M5s conferma infatti di essere favorevole al mantenimento del sostegno al Governo Draghi, quindi  sì al voto di fiducia previsto oggi sul dl Aiuti, per poi astenersi nel voto sul testo lasciando l'Aula di Montecitorio. L'idea è di lanciare un segnale all'esecutivo e poi vedere cosa succede e regolarsi di conseguenza nel voto al Senato dove i numeri sono un po' più risicati per la maggioranza e l'ala oltranzista dei contiani potrebbe pensare ad un colpo di mano.

Le posizioni all'interno dei  gruppi di Camera e Senato sembrano comunque essere assai differenti, almeno tra i presenti, solo un centinaio. Più di uno ha manifestato volontà di uscire dal governo e c'è stato chi ha anche proposto il voto on line su questo tema.


La giornata di Giuseppe Conte era cominciata in un altro modo, con l'incontro a Palazzo Chigi col  premier e suo successore Mario Draghi. Preceduto da un tam tam mediatico che lasciava intravedere scenari da crisi di governo, l'ex premier ha  presentato una lista di richieste al premier attuale ricavandone, si apprende, la considerazione che molti dei temi posti da Conte rientrano nell'agenda di governo.

Alcune sono richieste storiche del Movimento, altre sono legate a questioni più attuali: Di Maio, uscendo dal Movimento ha portato con se' molti membri di governo, lasciando ciò che resta dei 5 Stelle, i contiani, senza un'adeguata rappresentanza nell'esecutivo. Il premier avrebbe promesso di farsi personalmente carico di rappresentare le esigenze di Conte. Un incontro raccontato come positivo e collaborativo nel quale il presidente M5s Conte non ha detto che intende lasciare il governo. 

Ed è passata una settimana dopo la 'quasi' rottura a fronte delle dichiarazioni di Domenico De Masi, che avrebbe rivelato dei messaggi che il premier avrebbe inviato a Beppe Grillo chiedendo di rimuove Conte perché "inadeguato".