Crisi di governo

Il turbamento di Giuseppe Conte: "Senza risposte chiare non ci stiamo". Ipotesi appoggio esterno

La soluzione di Conte è quella invocata da settimane dal fronte più barricadero e rischia di chiudere in fretta gli spiragli che l'ala più moderata del M5s ha cercato di aprire con infiniti confronti che rischiano di produrre una nuova diaspora

Il turbamento di Giuseppe Conte: "Senza risposte chiare non ci stiamo". Ipotesi appoggio esterno
@ansa
Giuseppe Conte nel suo intervento sui social

La definizione più gentile che gli è stata appioppata in questi ultimi, convulsi giorni, è stata di “irresponsabile”, ma Giuseppe Conte, senza perdersi d'animo, si presenta in video sui social e, prima di avviare l'assemblea congiunta dei deputati e senatori di M5s, spegne le speranze dei governisti e riprende in mano l'intricato bandolo della matassa pentastellata.

La posizione dell'ex premier

L'ottimismo dei governisti del M5s si spegne quando Giuseppe Conte si presenta su Facebook con un video in diretta per indicare la linea del suo partito emersa dopo un Consiglio nazionale di cinque ore. Si intuisce l'intenzione di andare verso un appoggio esterno all'esecutivo da quel riferimento all'indisponibilità di "condividere una responsabilità diretta di governo" senza le risposte "non pervenute" di Mario Draghi ai temi posti nell'ultimo incontro a Palazzo Chigi. La soluzione è quella invocata da settimane dal fronte più barricadero, con lo stesso spirito che ha portato alla decisione dell'Aventino sul dl aiuti. E rischia di chiudere in fretta gli spiragli che l'ala più moderata del M5s ha cercato faticosamente di aprire, in infiniti e tesi confronti che rischiano di produrre una nuova spaccatura. 

Il timore diffuso nel Movimento è di una nuova diaspora, con una trentina di deputati su centoquattro pronti a lasciare per collocarsi altrove, non nel gruppo di Ipf di Luigi Di Maio, ma nel Misto. Uno scenario complesso da gestire per Conte, impegnato questa sera in un'assemblea con i parlamentari in cui sono presenti posizioni di dissenso da vari deputati.

Gli alleati che lo hanno sentito in questi giorni lo definiscono molto tormentato e in difficoltà. 

Secondo i suoi critici la sua strategia alla fine sarà perdente su due fronti, perché la caduta del governo potrebbe non impedire di perdere nuovi pezzi. I contiani, invece, puntano sulla difesa del dna del Movimento, sicuri che alla fine la strategia pagherà. Di certo il processo decisionale si è trasformato in un confronto interno al partito che lascerà il segno. Un braccio di ferro che sembra poter essere vinto dall'ala considerata più dura: era risultata prevalente quando mercoledì si è deciso per l'Aventino al Senato e ora spinge per uscire dall'esecutivo, anche se non è più sul tavolo l'ipotesi di ritirare i ministri prima che mercoledì Draghi si presenti alle Camere. Dall'altra parte i cosiddetti governisti, che considerano questa scelta non opportuna e propongono di prepararsi a votare la fiducia all'esecutivo se il premier Mario Draghi accettasse la settimana prossima di sottoporsi a una verifica in Parlamento. 

Intanto, chiuso il Consiglio nazionale, il presidente Conte ha deciso di convocare l'assemblea congiunta dei parlamentari nel tardo pomeriggio, dopo il suo video. Questa mossa dell'ex premier ha, di fatto, neutralizzato la riunione dei deputati - annullata - che era stata convocata dal capogruppo Davide Crippa, in questi giorni decisamente critico con la linea tenuta dal leader. È noto che il gruppo della Camera dei 5s è ben più diviso di quanto lo sia quello di Palazzo Madama, dove i senatori sono quasi tutti allineati sull'idea di mettere fine all'esperienza di questo governo. Emerge anche il malumore di chi, in questo dibattito piuttosto agitato, aspetta di sentire chiaramente la voce di Beppe Grillo, e chi invece sostiene che la posizione del garante non sia influente come un tempo. 

Le aspettative di Conte

Senza "risposte chiare" il Movimento5 Stelle non potrà più "condividere una responsabilità diretta di governo". Anzi, si sentirà "libero" di votare "su quello che serve al Paese, senza alcuna contropartita politica". È il Movimento che ha "subito un ricatto", va all'attacco Conte, che richiama lo stesso presidente del Consiglio alle sue responsabilità. Perché "con spirito costruttivo abbiamo invitato Draghi a confrontarsi" ricevendo in cambio "generiche aperture" ma le risposte, sulle urgenze del Paese, restano ancora "non pervenute". 

"Tutte le nostre richieste" per modificare alcune norme del dl Aiuti", (inceneritore di Roma, superbonus, reddito di cittadinanza), "sono state respinte, la nostra posizione, chiara, l'ho spiegata io stesso per tempo a Draghi", una posizione che "nulla aveva a che vedere con la fiducia", ma è stata una reazione "a una totale chiusura" verso le richieste del Movimento 5 stelle "che ha rasentato l'umiliazione politica" ha detto il leader pentastellato.

"Al Senato non abbiamo partecipato alla votazione, consapevoli del significato, e abbiamo provato a circoscrivere al minimo il significato politico della nostra linearità e coerenza, non era una votazione contraria" alla fiducia. "Ritenevamo giusto, alla luce della forzatura che è stata operata nei nostri confronti e principi, che non fosse attribuito a questa non partecipazione al voto il significato di un voto contrario alla fiducia. Ma la nostra mancata partecipazione è stata intesa come elemento di rottura del patto di fiducia. Draghi ne ha tratto le conseguenze che ha ritenuto", ha aggiunto Conte.

"Noi siamo scomodi. Questa nostra intransigenza è dovuta la fatto che è stata sempre ispirata e lo sarà sempre al bene del Paese. Per questo abbiamo invitato il presidente Draghi a confrontarsi sulle nostre priorità che esprimono le ragioni del nostro disagio politico in questo perimetro di maggioranza e esprimono i modi per superare questa emergenza economica e sociale. La risposta non è ancora arrivata, c'è stata qualche apertura ma nessuna concreta. I cittadini e le imprese chiedono risposte risolutive e noi lo stiamo chiedendo da tempo. Se le misure non sono bastate fin qui a cittadini e imprese non possono bastare nemmeno al Movimento 5stelle".