La nuova legge sulla cittadinanza

Ius scholae. La Cei è a favore: Basta ideologie

La riforma "va incontro a un Paese che cambia: la realtà prevalga sui dibattiti ideologici" afferma il presidente della Commissione episcopale per le migrazioni, mons. Perego

Ius scholae. La Cei è a favore: Basta ideologie
Chiesacattolica.it
Gian Carlo Perego

La Conferenza episcopale italiana interviene sul tema dello Ius scholae e chiede di superare le divisioni e le posizioni ideologiche. La politica deve rendersi conto che il nostro Paese sta cambiando e "la riforma dello 'Ius scholae va incontro a questa realtà, con 5 milioni e mezzo di migranti", afferma monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e presidente della Fondazione Migrantes. Per Perego, la politica deve fare un passo in avanti, oltre i "dibattiti ideologici, per il bene non solo di chi aspetta questa legge, ma anche della stessa Italia, uno dei Paesi più vecchi". "La cittadinanza - prosegue - è uno strumento di inclusione, integrazione, partecipazione attiva alla vita della città e di sicurezza sociale. Uno strumento che per ragioni etiche e di giustizia salvaguarda la dignità delle persone. È uno strumento democratico", sottolinea monsignor Perego.

A favore del lo Ius Scholae ovviamente il Pd che l'ha proposto, ma anche tutta l'area di centro sinistra. Contrario il partito di Giorgia Meloni che lo considera una perdita di tempo. "Guerra, siccità, crisi economica, inflazione alle stelle e la maggioranza Draghi impegna il Parlamento a discutere di legalizzazione della droga e cittadinanza facile agli immigrati - sostiene il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida -. FdI pretende di affrontare i problemi urgenti di imprese e famiglie. Senza perdere altro tempo".

 

Figli di migranti a scuola ANSA
Figli di migranti a scuola

Contro il provvedimento, che dovrebbe essere discusso in Aula alla Camera a partire da martedì, si era schierata da subito anche la Lega tanto da minacciare la crisi. "Quanto proposto dalla sinistra purtroppo non è, come sostiene Perego, una maggiore partecipazione, bensì una cittadinanza senza esami o controlli, nei fatti anche alle pericolose baby gang che purtroppo da tempo occupano le pagine della cronaca a livello locale e nazionale. Non solo: nessun adulto straniero legato ai minorenni con nuova cittadinanza sarebbe più espellibile - afferma il sottosegretario leghista all'Istruzione, Rossano Sasso -. Ai giovani stranieri che frequentano le scuole italiane, in materia di partecipazione, sono già per fortuna oggi garantiti tutti i diritti di qualunque altro studente" - prosegue - "Oggi le priorità del Paese reale, con la crisi delle imprese, del lavoro e famiglie in difficoltà, sono altre".  

Più articolata la posizione di FI. Anche il coordinatore nazionale Antonio Tajani, che prò non rappresenta tutto il partito, sostiene che il provvedimento non rappresenti una priorità, ma concede di essere "favorevoli al principio, ma con una formazione vera", "Cinque anni senza certificazione non sono sufficienti. Abbiamo fatto delle proposte che sono state bocciate dalla sinistra" che prevedevano "otto anni, altrimenti diventa una presa in giro". Ma in FI le posizioni sono differenti, per esempio,  Renata Polverini, che già aveva votato favorevolmente in commissione sullo Ius scholae, ma anche in precedenza sul Ddl Zan, ha fatto sapere che confermerà il suo sì allo Ius scholae. Resta quindi da vedere comesi esprimerà l'ala più "centrista" del partito.

Figli di migranti a scuola ANSA
Figli di migranti a scuola

Sulla base degli schieramenti politici lo Ius scholae ha buone possibilità di essere approvato alla Camera, specie se verrà in qualche modo incorporate la richiesta di Forza Italia. Altra storia al Senato, senza i voti forzisti la nuova legge sulla cittadinanza ha ben poche possibilità di entrare in vigore. La scelta è nelle mani del Partito Democratico, accettando la proposta di Fi, oltre a portare a casa la legge otterrebbe l’effetto di isolare Lega e Fratelli d’Italia nella loro pregiudiziale ideologica appena stigmatizzata anche dalla Cei. Privilegiando invece l'aspetto identitario dello Ius scholae come è configurato ora, il Pd rischia di consegnare alla Lega la prima affermazione dopo tante batoste.