Mario Draghi martedì in Senato

Governo, fotografia della crisi: le posizioni del Movimento 5 Stelle e i numeri in Parlamento

Conte smentisce di aver chiesto il ritiro dei ministri pentastellati

Governo, fotografia della crisi: le posizioni del Movimento 5 Stelle e i numeri in Parlamento
Pier Marco Tacca/Getty Images
Mario Draghi

Ore di fibrillazione dopo le dimissioni, respinte dal Presidente della Repubblica, di Mario Draghi. Cosa potrà succedere la prossima settimana? Quali i numeri in campo e quali le posizioni?

Mentre dall’estero arriva il commento del New York Times sulla crisi in atto: "Il premier dei miracoli deve restare a tutti i costi. Un trauma per l’Italia, che non ha caso il saggio uomo che siede sul Colle più alto ha voluto evitare, respingendo le dimissioni dell’ex governatore della Bce.” E il giornale americano parla di “inaspettata crisi di governo. Teatrini e macchinazioni dietro le quinte che hanno lasciato l’Italia in uno stato di animazione sospesa. E creato una potenziale calamità per l’Europa. Che cerca un fronte unito contro l’aggressione della Russia in Ucraina. E affronta un’ondata di infezioni da Covid e crisi energetica. Draghi è visto come l’unico salvatore della patria italica, il demiurgo, l’uomo della provvidenza. Dopo di lui il diluvio. Instabilità per l’Italia e per l’Europa.”

Intanto, Lega e Forza Italia, in una nota congiunta, rendono chiara la loro posizione: "Lega e Forza Italia prendono atto della grave crisi politica innescata in modo irresponsabile dai Cinquestelle che, come ha sottolineato  il Presidente Mario Draghi, ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo. Dopo quello che è successo, il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica".

"Dobbiamo lavorare per un bis di Draghi. Lo richiede la sicurezza dell'Italia. Ma senza un chiaro impegno della Lega ad abbandonare la linea 'diversamente 5S' e la consapevolezza dalle parti del PD che Conte non potrà farne parte, è meglio astenersi ed evitare ulteriori figuracce". Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.

"Si deve avere coraggio. Se si apre una  crisi, si ritirano i ministri. Oggi pare che Conte abbia provato a far dimettere i ministri e quelli gli hanno risposto 'piripao': sono  inchiavardati alle poltrone". Così Matteo Renzi a Fanpage.it

Ma cosa succede all’interno del movimento in queste ore?

Ieri la senatrice Cinzia Leone, ha lasciato il M5S per passare a Insieme per il futuro; due giorni fa era stato il turno di Francesco Berti, deputato. Fuori dalla disciplina di partito anche il capogruppo alla Camera Davide Crippa, che ormai manifesta apertamente il proprio disagio per la piega “barricadera” che sta prendendo il partito. E poi: Carlo Sibilia, Alessandra Todde, Stefano Buffagni, Fabiana Dadone, tutti poco convinti di rompere.

Anche il Ministro D’Incà ha reso nota la sua posizione contro la decisione di Conte.

Postata e poi tolta a stretto giro sulle  storie Whatsapp di Riccardo Fraccaro, esponente M5S di lungo corso ed  ex sottosegretario del governo Conte, figura un fotomontaggio  dell'immagine di Matteo Salvini nel deejay set del Papeete -estate  2019- con mojito in mano. Solo che, nell'immagine, al posto del volto  del leader delle Lega figura quello del presidente dei 5 stelle. La  storia è stato rimossa, ma sta rimbalzando sui cellulari di deputati e senatori M5S.

Intanto, in ambienti del M5 s circola l'ipotesi del ritiro dei ministri del Movimento prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso ma arriva la smentita di Conte di aver chiesto le dimissioni dei ministri.

 

Giuseppe Conte Ansa
Giuseppe Conte

Il Movimento 5S e Insieme per il futuro in Parlamento

Con la scissione e la creazione del nuovo gruppo Ipf e i 50 parlamentari hanno seguito il ministro degli esteri nella sua nuova impresa sono cambiati gli equilibri parlamentari e il potere relativo dei gruppi di maggioranza.

Un primo cambiamento sostanziale ad esempio è avvenuto in consiglio dei ministri (Cdm), organo a cui prendono parte con diritto di voto solo il presidente del consiglio e i ministri.

In questa sede la maggior parte dei ministri dell’attuale esecutivo (8 su 23 escluso il presidente del consiglio) sono indipendenti. Fino a pochi giorni fa però erano i ministri espressione del Movimento 5 stelle a rappresentare la più consistente delegazione politica all’interno del Cdm, con 4 ministri contro i 3 di Lega, Partito democratico (Pd) e Forza Italia (FI).

La scissione ha coinvolto diversi membri dell’esecutivo, ma solo Di Maio tra i ministri. Di conseguenza oggi il movimento si trova con 3 esponenti in Cdm come le altre formazioni maggiori. Insieme per il futuro invece esprime un ministro così come Italia viva e Liberi e uguali.

Ma pur non partecipando alle sedute del Cdm, anche i sottosegretari e i viceministri sono esponenti di governo e anche su questo fronte la scissione di Di Maio ha avuto un impatto significativo sul gruppo pentastellato.

Prima infatti il M5s era di gran lunga la formazione più rappresentata nell'esecutivo inteso in senso ampio. L'unico gruppo che esprimeva ben 2 viceministri e 9 sottosegretari. A seguire la Lega, con un viceministro e 8 sottosegretari (considerando anche Federico Freni, nominato in quota Lega ma che a oggi non risulta iscritto al partito). L'importanza di viceministri e sottosegretari risiede principalmente nel ruolo politico amministrativo che svolgono all'interno del proprio ministero. 

Visto che oltre a Di Maio ha partecipato alla scissione anche il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano, il M5s rimane quindi escluso dal ministero degli esteri. Proprio sulla politica estera ci sono state le maggiori frizioni tra l'esecutivo e il gruppo pentastellato.

4 ministeri in cui, dopo la scissione, il Movimento 5 stelle non ha più propri rappresentanti. Oltre agli esteri quello dell'economia, dove il Movimento 5 stelle ha dovuto rinunciare alla posizione di viceministro, ricoperta da Laura Castelli, iscritta anche lei a Insieme per il futuro. A seguire il ministero della giustizia con la sottosegretaria Anna Macina, e il ministero della salute con il sottosegretario Pierpaolo Sileri. Due perdite non irrilevanti per il movimento visto che il tema della giustizia è sempre stato identitario per il M5s mentre la salute ha rappresentato la questione centrale del secondo governo Conte. 

Infine ha seguito Di Maio anche la sottosegretaria al sud e la coesione territoriale Dalila Nesci.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (Ansa)
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio

Per Luigi Di Maio il M5s non è più il primo gruppo in parlamento: Giusto dal punto di vista sostanziale ma non formale dove questo è vero solo per la camera. Qui il primo gruppo è diventato la Lega con 132 deputati, seguito dal M5s con 105. 

Alla camera, Insieme per il futuro, oltre ad aver tolto al M5s il primato assoluto in quest'ambito è diventato anche il secondo gruppo, dopo il Pd, per numero di presidenti di commissione. Un incarico assolutamente fondamentale per i meccanismi parlamentari.

Si tratta in particolare delle commissioni difesa, presieduta da Gianluca Rizzo, politiche dell'Unione europea, con al vertice Sergio Battelli, cultura, guidata da Vittoria Casa, e agricoltura, con Filippo Gallinella.

Al senato il nuovo gruppo di Luigi Di Maio non ricopre alcun incarico chiave nelle commissioni permanenti.

Quanto agli altri organi della camera è importante innanzitutto sottolineare come il M5s mantenga la terza carica dello stato. Il presidente della camera Fico infatti non solo non ha aderito alla scissione, ma piuttosto ha utilizzato toni molto duri nei confronti degli scissionisti.

Alcuni cambiamenti però si sono comunque registrati all'interno dell'ufficio di presidenza, dove un questore e 3 segretari hanno seguito Di Maio. In questo modo Insieme per il futuro diventa il gruppo con più componenti all'interno dell'ufficio di presidenza, a pari merito con la Lega che conta 4 segretari. Anche in questo caso dunque il M5s perde la maggioranza pur mantenendo, oltre alla presidenza, un vicepresidente e un segretario.

Al senato invece le cose sono meno favorevoli per il nuovo gruppo. A oggi infatti il consiglio di presidenza non conta tra i suoi componenti membri di Ipf. Tuttavia non è detto che questo non cambi. Il regolamento dell’aula stabilisce che i gruppi non rappresentati in quest'organo possano richiedere che si proceda all'elezione di un proprio segretario.

Ipf non conta parlamentari né tra le giunte per il regolamento di entrambe le aule parlamentari né all'interno di un organo bicamerale importante come il comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica. Ma Insieme per il futuro può vantare due presidenze di commissioni bicamerali, ovvero la commissione di inchiesta sul sistema bancario (Carla Ruocco) e la commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (Stefano Vignaroli) oltre a due vicepresidenze presso la commissione per l'attuazione del federalismo e la commissione di vigilanza Rai.

E alla camera Ipf conta un altro vicepresidente (commissione semplificazione) e due segretari nella giunta per le autorizzazioni mentre non risultano altri componenti di spicco al senato.