Il paese spaccato

Libia, almeno una dozzina di morti e 30 feriti in scontri a Tripoli

Media libici riferiscono di un possibile accordo di cessate il fuoco

Libia, almeno una dozzina di morti e 30 feriti in scontri a Tripoli
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Scontri a Tripoli

Ancora violenze in Libia negli scontri più gravi degli ultimi due anni tra le milizie nella capitale libica, dove sono vittime anche i civili. Sullo sfondo la crescente tensione politica provocata dalla "diarchia" Dbeibah-Bashagha culminata con l'assalto al parlamento di Tobruk del 2 luglio scorso.

Continua a salire il numero delle persone rimaste uccise negli scontri scoppiati a Tripoli: secondo fonti ospedaliere e del servizio ambulanze, sono almeno 13 i morti, tra cui un bambino di 12 anni, e 30 i feriti. I combattimenti tra la Forza speciale di deterrenza (Sdf/Rada), guidata da Abdelrauf Kara, e le Brigate Rivoluzionarie di Tripoli, guidate da Ayoub Aburas, hanno interessato diverse zone nel sud-est della capitale, tra cui Ain Zara, una delle più densamente popolate. Le violenze hanno portato anche alla sospensione del traffico aereo nello scalo di Mitiga. I media libici hanno riferito di un possibile accordo di cessate il fuoco raggiunto con i due gruppi armati dopo un incontro tra il premier Dbeibah, il presidente del Consiglio presidenziale Menfi, e il capo di Stato maggiore Haddad. 

"Anche se certo la situazione di instabilità non aiuta, il clima di tensione rende tutti nervosi", ammettono le fonti, in un riferimento alle accuse dei giorni scorsi a Dbeibah per l'accordo con il generale Khaliha Haftar che ha portato alla rimozione del presidente della Noc Mustafa Sanalla e alla voci su un possibile rimpasto di governo. Gli scontri della scorsa notte nei pressi dell'aeroporto Mitiga - che hanno portato alla sospensione dei voli - sono scoppiati dopo che la Guardia presidenziale "ha rapito" un membro della Rada, molto vicino al capo della milizia, per rappresaglia all'arresto di un suo uomo. Le fonti sottolineano la differenza sostanziale tra i due gruppi, con la seconda "considerata più ideologica che criminale, interessata alla purezza dello Stato più che ai soldi, che interviene quando è minacciata, ma non per destabilizzare l'esistente", come invece nel caso degli uomini di Abu Ras. 

Il premier del governo di unità nazionale Abdull Hamid Dbeibah ha annunciato la sospensione del ministro dell'Interno Khaled Mazen, sottoposto a indagine, la nomina al suo posto ad interim del ministro per gli Affari locali Badr Eddine Toumi e il siluramento anche dello stesso Abu Ras, mentre è stato concordato un cessate il fuoco tra le due milizie. "Si va verso una ricomposizione, anche se non facilissima, perché gli scontri sono stati veramente molto pesanti, è stata utilizzata l'artiglieria e colpi sono caduti su zone densamente popolate - hanno raccontato fonti libiche all'Adnkronos - Una cosa così grave non succedeva da anni, ma ci aspettiamo che domani la situazione vada meglio". La lettura che a Tripoli si dà dall'accaduto è di uno scontro di potere tra due milizie rivali più che di uno scontro politico tra le fazioni che si richiamano a Dbeibah e al governo non riconosciuto di Fatih Bashagha. Uno scontro che, per quanto pesante, non dovrebbe sfociare in un conflitto aperto, al quale nessuno continua a sembrare interessato, a cominciare dagli "sponsor" dell'una e dell'altra parte, Turchia e Russia. 

"Profonda preoccupazione" per gli scontri avvenuti a Tripoli è stata espressa dall'Unsmil, la missione delle Nazioni Unite in Libia, che ha chiesto "un'indagine" sull'accaduto e "giustizia" per le vittime. "Qualsiasi azione che metta in pericolo la vita dei civili è inaccettabile", ha aggiunto Unsmil su Twitter, esortando i libici a fare "tutto il possibile per preservare la fragile stabilità del Paese in questo momento delicato". "Tutti gli attori devono esercitare la massima moderazione, affrontare le loro controversie attraverso il dialogo e rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto nazionale e internazionale per proteggere i civili e le infrastrutture", ha concluso Unsmil. 

Tobruk, Libia. Il palazzo del Parlamento dopo le fiamme (2 luglio 2022) AP Photo
Tobruk, Libia. Il palazzo del Parlamento dopo le fiamme (2 luglio 2022)