In Campidoglio a Roma

L'ultimo saluto a Eugenio Scalfari: il cordoglio di Mattarella e Draghi, il saluto del Papa

In sala della Protomoteca davanti al feretro c'è una grande foto del giornalista ritratto mentre cammina in campagna insieme al suo cane. Accanto alla bara la riproduzione delle prime pagine dei primi numeri di la Repubblica e de L'Espresso

L'ultimo saluto a Eugenio Scalfari: il cordoglio di Mattarella e Draghi, il saluto del Papa
ANSA/ QUIRINAL PRESS OFFICE/ FRANCESCO AMMENDOLA
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla camera ardente di Eugenio Scalfari in Campidoglio

Nella Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, dove è stata allestita la camera ardente di Eugenio Scalfari, il fondatore de “la Repubblica” e “L'Espresso” morto ieri all'età di 98 anni, è il momento della commozione e dei ricordi. 

La camera ardente è stata aperta dalle 16 alle 19 nella Sala della Protomoteca. Domani, sabato, alle 10.30 ci sarà un rito laico per l'ultimo saluto al fondatore di La Repubblica e L'Espresso. 

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato fra i primi a giungere alla camera ardente allestita in Campidoglio. Il Capo dello Stato si è trattenuto con i familiari di Eugenio Scalfari per alcuni minuti prima di lasciare il Campidoglio.

Anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si è recato in Campidoglio, alla camera ardente di Eugenio Scalfari. Il capo del governo, accolto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è rimasto 5 minuti all'interno della sala della Protomoteca prima di andare via.

Tra le visite più commosse al feretro di Eugenio Scalfari, anche Lirio Abate, direttore de L'Espresso. A rendere omaggio a Scalfari anche l'ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro, insieme a Stefano Folli e l'attuale direttore del quotidiano fondato da Scalfari, Maurizio Molinari. "Negli ultimi anni scriveva molto del suo rapporto con Dio, l'Aldilà. È stato l'argomento di molte conversazioni con Papa Francesco. C'era sostanzialmente una ricerca di Dio che coincideva con la ricerca dell'io, con la capacità di scavare dentro se stessi, nella propria storia e nella propria identità per scoprire dei valori universali". Così Maurizio Molinari, direttore della Repubblica, uscendo dalla camera ardente di Eugenio Scalfari. "Questo è stato un punto di incontro con Papa Francesco che ha sposato questa visione laica della ricerca dell'Aldilà, e li ha portati a convergere su grandi temi: l'importanza della cura dell'ambiente, della tutela della Terra. È stato un percorso, quello di Eugenio Scalfari, di avvicinamento all'Aldilà fatto assieme a Papa Francesco con dei punti di riferimento molto forti. Uno dei quali è stato senza dubbio l'amore, il rispetto, il bisogno di proteggere la Terra".

John Elkann, presidente del gruppo editoriale Gedi, cui appartiene La Repubblica, è arrivato alla Camera ardente di Eugenio Scalfari allestita in Campidoglio e aperta al pubblico. "L'ultimo incontro che abbiamo avuto è stato bello proprio perché lui voleva molto parlare di futuro. Mi colpiva per il suo grandissimo ottimismo e coraggio nel voler stimolare e innovare, in modo da poter creare un paese migliore, più forte. L'insegnamento più grande che ci lascia" ha detto Elkann. 

In sala della Protomoteca davanti al feretro c'è una grande foto del giornalista ritratto mentre cammina in campagna insieme al suo cane. Accanto alla bara la riproduzione delle prime pagine dei primi numeri di la Repubblica e de L'Espresso. 

Tra i famigliari presentì le due figlie Enrica e Donata e il nipote di Scalfari Simone; con loro anche il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari. Fra i tanti cittadini che stanno entrando molti anche gli amici e colleghi, tra i quali, Antonio Polito e Claudio Cerasa. Presenti anche Tommaso Cerno e Bruno Manfellotto, Giovanni Floris e Pierluigi Battista.

Anche il Segretario del Pd, Enrico Letta, ha reso omaggio al feretro del giornalista. Letta è arrivato in Campidoglio, alla camera ardente per Eugenio Scalfari, accompagnato dal sindaco di Roma Gualtieri. Si è fermato a parlare con le figlie del giornalista Enrica e Donata. ''Già ci manca la sua parola, già ci manca la sua cultura, il pensiero, l'intelligenza, il fatto di essere una personalità unica che univa insieme l'essere uno dei più grandi giornalisti della storia italiana con il fatto di essere attore politico, uomo di pensiero, uomo di cultura, un grande italiano e un grande europeo''. Così Enrico Letta ha ricordato Eugenio Scalfari uscendo dalla camera ardente.

''Quello che ricorderò sempre - ha aggiunto - sono le lunghissime conversazioni sulle crisi dell'Europa, sul futuro dell'Europa, la passione che ci metteva da federalista. Per me c'è grande nostalgia di quelle conversazioni, di quel suo pensiero profondo, alto e sempre pronto a pensare l'impensabile e di proiettarsi lontano''. Letta ha di Scalfari ''un ricordo di grande affetto, e nostalgia''.

Poco dopo anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è arrivato in Campidoglio dove è esposto il feretro di Eugenio Scalfari. 

"È una persona che ha dato molto a questo Paese, non solo al giornalismo. Era uno sguardo critico, a volte molto duro. Però anche questo è servito alcune volte per ricomprendere o comprendere meglio le cose. Una grande personalità". Così la deputata Pd, Laura Boldrini.

Presenti anche l'ex ministro Fabrizio Barca, Filippo Sensi, Roberto Natale, Conchita De Gregorio, Luciana Castellina, Piero Fassino e tanti cittadini comuni che hanno voluto salutare Scalfari. 

La lettera di Papa Francesco

"Sono addolorato per la scomparsa di Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica. In queste ore dolorose, sono vicino alla sua famiglia, ai suoi cari, e a tutti coloro che l'hanno conosciuto e che hanno lavorato con lui. È stato per me un amico fedele". Così Papa Francesco ricorda Eugenio Scalfari, con un lungo testo pubblicato oggi sul quotidiano “la Repubblica”. "Ricordo che nei nostri incontri a Casa Santa Marta mi raccontava come stesse cercando di cogliere, indagando la quotidianità e il futuro attraverso la meditazione sulle esperienze e su grandi letture, il significato dell'esistenza e della vita. Si professava non credente, seppure negli anni in cui l'ho conosciuto io riflettesse profondamente anche sul senso della fede. Sempre si interrogava sulla presenza di Dio, sulle cose ultime e sulla vita dopo di questa vita". 

"I nostri colloqui erano piacevoli e intensi, i minuti con lui volavano via veloci scanditi dal confronto sereno delle rispettive opinioni e della condivisione dei nostri pensieri e delle nostre idee, e anche da momenti di allegria - ricorda Papa Francesco -. Parlavamo di fede e laicità, di quotidianità e dei grandi orizzonti dell'umanità del presente e dell'avvenire, del buio che può avvolgere l'uomo e della luce divina che può illuminarne il cammino. Lo ricordo come un uomo di straordinaria intelligenza e capacità di ascolto, perennemente alla ricerca del senso ultimo degli avvenimenti, sempre desideroso di conoscenza, e di testimonianze che potessero arricchire la comprensione della modernità". 

"Eugenio era un intellettuale aperto alla contemporaneità coraggioso, trasparente nel raccontare i suoi timori - continua papa Francesco - mai nostalgico del passato glorioso, bensì proiettato in avanti, con un pizzico di disillusione ma anche grandi speranze in un mondo migliore. Ed era entusiasta e innamorato del suo mestiere di giornalista. Ha lasciato un segno indelebile nella vita di tante persone, e ha tracciato un solco professionale su cui molti suoi collaboratori e successori stanno procedendo". "Da oggi ancora di più conserverò nel cuore l'amabile e prezioso ricordo delle conversazioni avute con Eugenio, avvenute nel corso di questi anni di pontificato. Prego per lui e per la consolazione di coloro che lo piangono. E affido la sua anima a Dio, per l'eternità", conclude papa Francesco. 

Eugenio Scalfari in un'immagine ripresa a Roma il 25 settembre 2013 ansa/ guido montani
Eugenio Scalfari in un'immagine ripresa a Roma il 25 settembre 2013