Maggioranza in crisi sul nodo del DL Aiuti

M5S non parteciperà al voto in Senato. Conte: "Lo scenario è cambiato, serve fase differente"

Il leader del MoVimento: "Siamo pronti a sostenere il governo ma non a firmare una cambiale in bianco. Chi ci taccia di irresponsabilità guardi nel suo cortile". Letta: “Chiederemo una verifica di maggioranza”

M5S non parteciperà al voto in Senato. Conte: "Lo scenario è cambiato, serve fase differente"
@rainews24
Giuseppe Conte 13 luglio 2022

"Non possiamo che agire con coerenza".  E quindi "non parteciperemo al voto" di fiducia sul dl Aiuti. Lo ha detto Giuseppe Conte ai parlamentari M5s. 

M5s ha spiegato "le proprie ragioni", in particolare sui poteri straordinari dati al commissario di Roma in vista del Giubileo. Poteri che "non sono stati dati alla nostra sindaca uscente", ma "noi non ci siamo opposti. I nostri ministri hanno chiesto una riformulazione in linea con il piano regionale per i rifiuti, con i principi europei", ma tutto "questo è stato respinto", così è stata respinta la richiesta di mettere la norma in un decreto ad hoc o in un emendamento. "I nostri ministri sono stati costretti a non partecipare al voto. Come si poteva trascurare questo segnale politico?".

"La settima scorsa - ha proseguito Conte - abbiamo portato al premier Draghi un documento politico articolato in 9 punti, non inteso come l'elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza, ma come contributo serio e responsabile", aggiungendo: "Il nostro ruolo rispetto alle urgenze del Paese è suggerire misure adeguate".

"Invito tutte le forze politiche a maneggiare con cura il concetto di responsabilità: chi si straccia le vesti e lancia strali, attribuendo giudizi di responsabilità a destra e a manca deve guardare nel suo cortile e deve interrogarsi se sono stati loro responsabili di questa situazione".

"Da oggi famiglie e imprese potranno sperare in un corposo aiuto finanziario come preannunciato da Draghi, che arriverà a fine mese, e questo, diciamolo, lo si deve al Movimento 5 stelle". "Se oggi milioni di famiglie arrivano alla fine del mese lo si deve al reddito di cittadinanza che qualcuno vuole smantellare e come abbiamo chiarito al premier Draghi, non permetteremo mai che venga cancellato".

Nell'incontro con il premier Mario Draghi "devo registrare la disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti, però è evidente non bastano dichiarazioni di intenti. Occorrono concrete azioni perché i cittadini possano sentire nelle loro tasche gli effetti di queste misure". "Chiediamo di entrare in una fase di governo completamente differente. C'è una recrudescenza del Covid e anche per il Pnrr occorrono una serie di interventi legislativi", perché si "registrano ritardi. Abbiamo preteso un cambio di passo del governo nell'esclusivo interesse dei cittadini". 

"Oggi si è aperta purtroppo una grave crisi sociale, una questione sociale troppo profonda nel nostro Paese. I dati Inps e Istat stanno fotografando un Paese al bordo del baratro" ha detto ancora Conte. "Ho il forte timore che settembre possa essere il mese in cui il conflitto sociale possa far salire la temperatura nelle piazze". "La realtà ci consegna uno scenario cambiato. Chiediamo alla Politica di prenderne atto, di entrare in una fase di governo completamente differente". Il M5s, secondo l'ex premier, è l'"unica forza politica che si sta interrogando su questa crisi con grande serietà da vari mesi anche per queste soluzioni. E sta incalzando il governo, unica forza, su questa emergenza". 

"Mi chiedo e vi chiedo: ma in questa fase qual è il compito di una forza politica responsabile? È nel tacere? Nel non far vedere gli sviluppi drammatici o nell'adoperarsi perché vengano usate misure rigorose, forti, strutturali? Il nostro compito è di non nascondersi le difficoltà, di non rinviare mai le soluzioni. Piuttosto dobbiamo affrontare la scomoda realtà dei nostri concittadini".

In assemblea per ora ok a linea Conte, critici D'Incà e Dieni

Per ora solo interventi a favore della linea dura annunciata dal leader M5S, Giuseppe Conte, nell'assemblea congiunta in corso alla Camera. Si sono susseguiti circa una decina di interventi, tutti concordi sull'Aventino parlamentare previsto domani in Aula al Senato. Solo due, finora, gli interventi critici sulla linea 'barricadera' annunciata dall'ex premier, ovvero quello del ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D'Incà - "non condivido", avrebbe detto senza giri di parole - e della deputata Federica Dieni.

Letta: “Chiederemo una verifica di maggioranza”

"Chiederemo di fare una verifica per capire se questa maggioranza c'è ancora o no". Così il segretario del Pd, Enrico Letta alla Festa regionale dell'Unità di Melzo, in Lombardia.  "Non si può far finta di niente", dice Letta. "E rispetto a quello che accadrà in Aula, bisogna che ognuno si assuma la sua responsabilità", aggiunge il segretario Pd. Per Letta è "evidente che la scelta annunciata da Conte e dal M5s rimette in discussione molte cose, e in una maggioranza così eterogenea ci sono dei distinguo. Ma io non mi preoccupo, esiste il voto di fiducia che è fondamentale".

Di Maio: “Non votare la fiducia è un fatto grave”

''Non votare la fiducia al governo è un fatto grave, è doverosa una verifica di maggioranza. Una crisi di governo nel bel mezzo di una guerra è un chiaro atto di irresponsabilità, così si condanna il Paese al baratro. Così il ministro e leader Ipf, Luigi Di Maio.

Lega: “Così la maggioranza non c'è più”

"Se i 5Stelle escono dall'Aula, la maggioranza non c'è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani". Così fonti della Lega.

"La Lega non ha cercato né voluto alcuna crisi e assiste con viva preoccupazione a quanto sta accadendo nel campo della sinistra". Lo sottolineano fonti della Lega, informando che "domani Matteo Salvini farà il punto della situazione con i vertici del partito: capigruppo, ministri, governatori". "L'Italia - sottolinea la Lega - non può permettersi un assurdo, logorante e infinito tira e molla sulla pelle dei cittadini mentre gli stipendi non aumentano, l'inflazione e le bollette salgono e alcuni provvedimenti (dalla pace fiscale all'autonomia) sono fermi.

Telefonata Salvini - Berlusconi

Telefonata tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi per commentare la situazione politica e ribadire "piena sintonia". I due leader si risentiranno domani: a maggior ragione in questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni.  Lo riferiscono fonti del centrodestra.

Meloni: “Ora basta, tutti a casa”

"Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull'approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo "dei migliori" è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito". Lo ha dichiarato la presidente Fdi Giorgia Meloni, dopo la decisione M5s di non partecipare al voto di fiducia in Senato sul dl aiuti.

Tajani: "M5s irresponsabile"

"La decisione del M5S di non partecipare al voto di fiducia sul DL Aiuti è un atto di grave irresponsabilità assunto, per interessi di parte, in uno dei momenti più difficili dell'Italia. Dopo Mario Draghi non sosterremo alcun governo". Lo scrive su Twitter il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani.

Prima astensione in commissione Bilancio
I senatori M5S si sono già astenuti sul parere di nulla osta per l'Aula che la commissione Bilancio del Senato ha espresso sul Dl Aiuti. La Commissione non ha proceduto, come deciso in Ufficio di presidenza, alla votazione degli emendamenti né a votare il mandato al relatore. Il provvedimento sarà domani all'esame dell'Aula di Palazzo Madama.

Il Tribunale di Napoli boccia il ricorso, Conte resta leader

Il Tribunale di Napoli ha rigettato il ricorso presentato da alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle che chiedevano la sospensione dello statuto M5S e dell’elezione del presidente Giuseppe Conte, votati dagli iscritti a marzo scorso. 

"La questione sarà comunque affrontata in sede di merito, unitamente a quelle sull'inosservanza del metodo assembleare e sulle modalità di indizione delle votazioni". Lo annuncia l'avvocato Lorenzo Borré, legale del gruppo di iscritti che ha presentato il ricorso, oggi respinto dal Tribunale Civile di Napoli, avverso alle modifiche allo statuto apportate lo scorso marzo, e avverso anche alla conseguente l'elezione di Giuseppe Conte alla carica di presidente.

"Il Tribunale - ha spiegato Borré - ha rigettato il reclamo sul presupposto che l'esclusione degli associati juniores non abbia inciso sull'esito delle votazioni e sull'assunto che Crimi fosse legittimato a indire l'assemblea: a nostro avviso l'esclusione anche di un solo associato dal procedimento assembleare inficia la validità della delibera". La discussione sul ricorso degli iscritti è iniziata lo scorso 6 luglio e dopo oltre un'ora di confronto venne rinviata ad oggi.