Le comunicazioni alla Camera previste per mercoledì prossimo

Il Presidente Mattarella respinge le dimissioni di Mario Draghi

Se si dovesse andare al voto lo si farebbe con il Rosatellum bis in vigore dal 2017. Un sistema elettorale misto a separazione completa

Il Presidente Mattarella respinge le dimissioni di Mario Draghi
Ansa
Mario Draghi

Mario Draghi ha rassegnato le sue dimissioni da Presidente del Consiglio nelle mani del Presidente della Repubblica che però non le ha accettate e lo ha rinviato alle Camere. Draghi torna quindi a chiedere la fiducia ai parlamentari e a questo punto i 5 Stelle potrebbero votare a favore, facendo rientrare la crisi. L'alternativa è che Draghi ottenga la fiducia anche senza il sì dei 5 Stelle. In questo caso il governo continuerebbe con una nuova maggioranza (e un conseguente rimpasto).

Per mercoledì sono previste le comunicazioni in Parlamento.

Solo se non dovesse ottenere la fiducia il Presidente della Repubblica deciderà ulteriori passi inclusa la possibilità di sciogliere le Camere e andare al voto anticipato.

Come si vota 

Il sistema di voto attuale è il Rosatellum bis in vigore dal 2017. Un sistema elettorale misto a separazione completa: in ciascuno dei due rami del Parlamento, il 37% dei seggi assembleari è attribuito con un sistema maggioritario uninominale a turno unico mentre il 61% degli scranni viene ripartito fra le liste concorrenti mediante un meccanismo proporzionale corretto con le diverse clausole  di sbarramento.  Le candidature per quest'ultima componente sono presentate nell'ambito di collegi plurinominali a ognuno dei quali spetta un numero prefissato di seggi. L'elettore non dispone  del voto di preferenza  né di quello disgiunto.

La Costituzione stabilisce altresì che otto deputati e quattro senatori debbano essere prescelti dai cittadini italiani residenti all'estero.

L'11 luglio 2019 il Senato e l’8 ottobre successivo la Camera hanno approvato la proposta di legge costituzionale recante "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari".

Non avendo ricevuto in seconda deliberazione la maggioranza dei due terzi, è stato possibile che la legge fosse sottoposta ad approvazione mediante referendum costituzionale confermativo, richiesto infatti l'11 gennaio 2020 tramite quesito depositato in Cassazione da 71 senatori e deliberato il 23 gennaio successivo. Il voto, originariamente previsto per il 29 marzo 2020, ha subìto un rinvio al 20-21 settembre 2020 a causa delle misure di confinamento collegate alla pandemia da Covid 19.

La riforma sottoposta a referendum è stata approvata con il 69,96% dei voti ed è divenuta legge costituzionale n. 1/2020. A partire dalla XIX legislatura si avranno in carica 400 deputati e 200 senatori elettivi.