La tragedia in quota

Marmolada: il numero dei dispersi scende a 5 e sono tutti italiani. Quarta vittima riconosciuta

Marmolada: installati strumenti per registrarne i movimenti. Le ricerche con cani partiranno da dopodomani. Ritrovati altri resti questa mattina dal soccorso alpino, si farà il test del dna

Marmolada: il numero dei dispersi scende a 5 e sono tutti italiani. Quarta vittima riconosciuta
@Ap
La tragedia in Marmolada

Sono 5 i dispersi e tutti italiani. Il bilancio, provvisorio, è di 7 corpi recuperati, di cui 4 riconosciuti, due in fase di riconoscimento e uno che rimane sconosciuto. L'ultima vittima riconosciuta ufficialmente è una donna di 54 anni residente in Trentino. Sono invece 8 le persone ferite, di cui una dimessa.

Al momento la situazione è questa: i familiari hanno riconosciuto l'ultimo degli 8 feriti coinvolti nel crollo del ghiacciaio della Marmolada che non era stato ancora identificato. Si tratta di un giovane trentino di 30 anni. Si trova tuttora in prognosi riservata. I medici del Ca' Foncello avevano accertato al momento del ricovero un importante edema cerebrale e lesioni agli organi interni. Il giovane, in stato di incoscienza, era stato trovato senza alcun documento. "Purtroppo abbiamo ancora parecchi dispersi ma nella tragedia della Marmolada che da domenica non dà tregua a familiari e soccorritori c'è almeno una buona notizia: il paziente di Treviso non è più sconosciuto e ha ritrovato la mamma e il papà". Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha annunciato l'identificazione da parte dei familiari del paziente portato all'Ospedale di Treviso.

Il numero dei ricoverati scende peraltro a 7: in giornata è infatti avvenuta una dimissione. 

Infine, attraverso articolate verifiche, sono stati individuati i proprietari e gli utilizzatori delle autovetture parcheggiate all'imbocco dei sentieri che portano al ghiacciaio. Tutti risultano negli elenchi in possesso delle forze dell'ordine.

 

ospedale di Treviso (GoogleMaps)
ospedale di Treviso

Partiranno da dopodomani, compatibilmente con le condizioni del tempo, le ricerche con l'utilizzo di cani sul fronte basso della valanga sulla Marmolada. Lo ha riferito il presidente del Soccorso alpino,  Maurizio Dellantonio, al termine della riunione tecnica pomeridiana a Canazei. "ll caldo - ha spiegato Dellantionio - ha sciolto la parte acquosa della valanga lasciando sulla superficie una parte sassosa che i droni non riescono a vedere. Una squadra di esperti della zona, dopo un monitoraggio entreranno sulla neve per compiere le perlustrazioni, con vie di fuga assicurate". 

Intanto al rifugio Marmolada sono stati montati un interferometro ed un radar doppler in grado di captare le minime variazioni sul fronte glaciale, sia quello che si è staccato che quello intonso. Lo ha detto Mauro Gaddo di Meteo Trentino. I dati raccolti dagli strumenti saranno trasmessi ad un centro di controllo per essere processati e analizzati.

Domani in procura a Trento si terrà una riunione operativa tra gli organi inquirenti che indagano sulla tragedia della Marmolada "sulla linea d'indagine da impostare". Il procuratore capo, Sandro Raimondi, ha infatti aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo. 

La conta dei dispersi

Dopo i quattro stranieri rintracciati questa mattina, due francesi e due originarie della Repubblica Ceca, le autorità che coordinano gli interventi alla Marmolada sono riuscite a contattare altre tre persone, di cui non è stata data la nazionalità, inserite in un primo momento dell'elenco dei dispersi, subito dopo la caduta del ghiacciaio. 

Altri ritrovamenti grazie ai droni del soccorso alpino

Questa mattina, durante le ricognizioni svolte con i droni lungo la via normale della Marmolada, sono stati trovati altri resti di dispersi e anche effetti personali. Lo ha comunicato il presidente nazionale del soccorso alpino Maurizio Dellantonio. "I droni del Soccorso alpino e dei vigili del fuoco hanno sorvolato le zone primarie di rinvenimento dei reperti sia umani che di abbigliamento e dell'attrezzatura tecnica. Anche questa mattinata, in tre o quattro punti, abbiamo ritrovato sia dei resti umani che attrezzatura e tutto è stato già prelevato dagli operatori in elicottero". 

Per il riconoscimento dei resti, sarà fondamentale il lavoro dei carabinieri del Ris di Parma, che dovranno confrontare i campioni di materiale genetico prelevati dai resti recuperati sul ghiacciaio con quello dei parenti che sono alla ricerca dei loro cari.    

Marmolada chiusa

Intanto, con un'ordinanza il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha dichiarato che la Marmolada sarà off limits. Il provvedimento, che ha al momento una durata indefinita, segue l'ordinanza di chiusura parziale di domenica ed è ritenuto necessario per operare in sicurezza e allontanare curiosi dall'aria del disastro. Tutti i punti di accesso alla Marmolada sono chiusi per motivi di sicurezza. È dunque interdetto anche l'accesso all'area compresa tra Punta Serauta e la Forcella Marmolada, cui sia accede dalla Val Contrin, secondo quanto previsto dalle ordinanze dei tre Comuni di Canazei, San Giovanni di Fassa e Rocca Pietore (Belluno). Sul posto sono stati installati cartelli di divieto di accesso e transito. È stato inoltre disposto il presidio di Passo Fedaia da parte di polizia locale e Corpo forestale del Trentino. 

Inoltre il Comune di Canazei proporrà il lutto cittadino per il disastro della Marmolada per sabato prossimo. 

Marmolada: continuano le ricerche dei dispersi Ansa
Marmolada: continuano le ricerche dei dispersi

Stamattina le operazioni sono proseguite dall'alto con droni dotati di termocamere e un elicottero speciale della Guardia di finanza in grado di localizzare i segnali dei cellulari anche se sepolti sotto metri e metri di neve. Da domani o al massimo dopodomani il Soccorso alpino tenterà l'ispezione del ghiacciaio della Marmolada "vista-udito" con specialisti delle ricerche e con unità cinofile. Intanto alcuni indumenti, non si sa se riconducibili alle vittime del disastro della Marmolada o a reperti precedenti, sono stati individuati nel corso delle ispezioni con droni.

Sulla montagna hanno perso la vita Filippo Bari che ha inviato un selfie ai familiari pochi minuti prima del disastro. Tra gli identificati il corpo di Davide Miotti, 51 anni, guida alpina di Tezze sul Brenta molto conosciuto anche perché titolare del negozio "Su e giù sport", scalatore di vette da oltre 25 anni, non è tornato giù dalla Marmolada. Con lui ieri c'era anche la moglie Erica Campagnaro, come lui grande appassionata scalatrice. La coppia, che viveva a Cittadella, in provincia di Padova, aveva due figli di 25 e 16 anni. Il corpo di Erica però non sarebbe stato ancora identificato. Tradito dal caldo nonostante la grande esperienza Paolo Dani di Valdagno, 52 anni, guida tra le più apprezzate. Tanti sui social i messaggi di addio delle persone a cui ha insegnato a scalare quella montagna da cui non è più sceso. Tra i corpi identificati anche quello di Tommaso Carollo di Thiene. Era sulla Marmolada con la sua compagna, rimasta ferita e ricoverata all'ospedale di Trento. Si è salvato invece ed è ricoverato all'ospedale Santa Chiara di Trento un altro escursionista vicentino, un ragazzo di 27 anni di Barbarano Mossano, ritrovato ancora vivo dai soccorritori.

I reperti delle persone che vengono rinvenuti sul ghiacciaio ma soprattutto sulla roccia sottostante della Marmolada vengono portati allo palazzo del ghiaccio 'Gianmario Scola' di Alba di Canazei. All'interno dello stadio, essendo già stata posata la pista ghiacciata, presso la palestra è stata allestita la camera ardente. 

Ora si continua a lavorare per riportare a casa i corpi sepolti sotto ghiaccio e roccia, un'impresa che ha dell'impossibile vista la situazione. Dopo un inverno quasi senza neve, una primavera e un inizio estate segnati dalla carenza di pioggia, maggio e giugno sono stati sconvolti da temperature record. Nell'ultimo mese, per 25 giorni lo zero termico in Marmolada è stato oltre quota tremila. Per sette volte la temperatura, ai 3343 metri di Punta Penia, ha superato i 10 gradi. Il 20 giugno il primato di 13 gradi in vetta: l'altro ieri, al momento del crollo, erano 10,7. “In poche settimane, ha dichiarato dice Gino Comelli, capo del Soccorso alpino Fassano per un quarto di secolo, sotto il ghiacciaio precipitato si è formato un accumulo immenso di acqua. Lo scioglimento che prima impiegava decenni è avvenuto in due mesi e non ha trovato una via d'uscita nei torrenti sotterranei che vediamo sgorgare ai piedi dei seracchi. La pressione dell'acqua, tra ghiaccio e roccia, si è rivelata una bomba: ha sollevato il ghiaccio fino a lanciarlo nel vuoto. Visti caldo e siccità, il processo non era solo evidente. Era visibile”.