Guerra e tecnologia

Mosca teme militari ucraini mutanti, ma oggi il supersoldato è hi-tech

Accuse poco credibili su "feroci mostri" creati da "esperimenti segreti". Concreti invece i progressi negli usi bellici della realtà aumentata

Mosca teme militari ucraini mutanti, ma oggi il supersoldato è hi-tech
US Army
Soldati Usa sperimentano visori a realtà aumentata

Nei giorni scorsi la testata russa Kommersant e l’agenzia di stato Tass hanno riportato dichiarazioni di parlamentari russi secondo i quali ci sarebbero in Ucraina laboratori biologici gestiti dal Pentagono e che le indagini di una commissione parlamentare di Mosca ricondurrebbero a essi gli esiti di alcuni “esami del sangue sui prigionieri di guerra ucraini” che avrebbero “mostrato che sono stati sottoposti a esperimenti segreti, a seguito dei quali sono stati trasformati in feroci mostri”.

Secondo il senatore Konstantin Kosachev sarebbero stati esposti a “malattie estremamente pericolose” che “in determinate circostanze potrebbero diffondersi per scopi militari”.

Inoltre, i laboratori non rispetterebbero gli “standard di sicurezza” intenzionalmente, per condurre “esperimenti sulla popolazione”, secondo la vice-presidente della Duma Irina Yarovaya. A sostegno di questa tesi, cita “un aumento delle epidemie in Ucraina”. Invita quindi a cercare “nelle provette dei laboratori militari statunitensi l’influenza aviaria e suina, il coronavirus e il vaiolo delle scimmie”, che sarebbero “camuffati da agenti patogeni naturali” creando “situazioni impreviste in diverse regioni del mondo”.

Il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov, a sua volta a parlato di “prove che il regime di Kiev si è affrettato a ripulire" su tracce di un programma biologico militare finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in Ucraina.

Tutto questa confermerebbe “la creazione di una crudele macchina da guerra attuata sotto la gestione degli Stati Uniti”, ha sostenuto la Yarovaya, puntando il dito contro farmaci somministrati ai combattenti ucraini per “neutralizzare completamente le ultime tracce della coscienza umana e trasformarli nei mostri più crudeli e mortali”. 

Anche la Corea del Nord, negli scorsi giorni, ha rilanciato tramite la propria agenzia di stato l’accusa secondo cui gli Usa avrebbero “installato numerosi laboratori biologici in decine di paesi e di regioni, fra cui l’Ucraina”

Il sito statunitense di fact-checking Snoopes aveva già confutato a febbraio che in Ucraina esistessero simili laboratori “made in Washington”. In generale da Mosca non è mai arrivata alcuna prova tangibile a sostegno di queste accuse, neanche quando le ha avanzate alle Nazioni Unite, né alcun cronista dai territori controllati Kiev o da quelli in mano russa ha mai documentato questa supposta mostruosità dei soldati ucraini.

A rendere poco verosimili questi scenari c’è anche la costatazione che, da anni, non è quella biotecnologica la strada intrapresa in occidente per rendere più efficace l’azione dei militari di fanteria, bensì quella tecnologica. Un campo su cui si sono concentrati gli investimenti a partire dalla fine dello scorso decennio è quello della realtà aumentata, cioè la sovraimpressione di grafica digitale sulla vista del mondo reale, tramite occhiali, visori di varia fattura, schermi trasparenti. Se il flop dei Google Glass ha frenato la diffusione commerciale e di massa di questa tecnologia, in ambito militare la musica è diversa, anche in Ucraina.

Orientamento tramite Gps, rilevamenti in tempo reale di movimenti e accelerazione, riconoscimento di oggetti con l'intelligenza artificiale, tracciamento di corpi in movimento sfruttando infrarossi e radar ottici (lidar). Le funzionalità e le applicazioni in campo di battaglia sono molteplici. Già da diversi anni l’esercito ucraino sperimenta la realtà aumentata sui propri carri armati: è il Land Platform Modernization Kit (Lpmk) sviluppato dalla Limpid Armor, una società con base a Kiev, sulla base della tecnologia Hololens di Microsoft.

Proprio con Hololens il colosso fondato da Bill Gates aveva vinto nel 2018 un contatto da 22 miliardi di dollari per fornire la tecnologia alle forze armate americane: “La realtà aumentata fornirà ai soldati maggiori e migliori informazioni per prendere decisioni sul campo”, spiegava la società, che aveva già preso atto che non esisteva un mercato civile significativo per Hololens.

Si tratta in sostanza di un visore che proietta informazioni davanti agli occhi dei soldati, fornendo funzionalità aggiuntive come la visione notturna. Lo scorso gennaio il Pentagono faceva sapere alla stampa che il sistema non era ancora pronto per un utilizzo sul campo. Nella prima metà di giugno c’è stata una nuova sperimentazione, i cui risultati non sono ancora noti.